sabato 16 giugno 2012

Sulla soglia della Vita Nuova


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Svincolarsi dai legami affettivi e' uno degli ostacoli piu' difficili nel processo della morte e sulla soglia della Vita Nuova.Forse sta proprio li', nella separazione,la prova piu' tormentata.
Emmanuel, il Benefattore Illuminato,in una pagina memorabile ha riassunto questa sensazione di impotenza:
Vedere la nebbia della morte materializzarsi inesorabile sulle sembianze di coloro che amiamo di piu'e chiudere i loro occhi in uno straziante addio e' come spezzettare la propria anima e continuare a vivere.
Lo dicano quelli che hanno gia' stretto al petto un figlio piccolo trasfigurato dall'agonia;un marito che si congeda tentando invano di muovere le labbra mute; una compagna le cui mani,tante volte consacrate alla tenerezza,pendono inerti;un amico che cade all'improvviso per non alzarsi piu' o un viso materno abituato a benedire e che non riesce a esprimere altro se non il dolore della separazione definitiva attraverso l'ultima lacrima.
Parlino coloro che,oppressi dalla solitudine,un giorno si sono chinati davanti a una tomba;quelli che si sono gettati a pregare sulle ceneri che ricoprono l'estremo ricordo delle persone indimenticabili; quelli che sono crollati schiacciati dalla nostalgia portando nel cuore la bara dei propri sogni; quelli che gemendo,hanno accarezzato la lapide immobile e quelli che hanno singhiozzato di dolore, nel segreto dei loro pensieri, invocando invano la presenza di coloro che se ne sono andati.
Tuttavia, quando un dolore del genere bussa alla tua porta, trattieni la disperazione e diluisci la corrente della pena nella fonte viva del cuore,perche i cosidetti “morti” sono soltanto assenti e le lacrime del tuo pianto fustigano la loro anima come pioggia di fiele.
Anche loro pensano e lottano,sentono e piangono.
Nel corso di queste pagine abbiamo seguito madri,mariti e mogli straziati dal dolore per la separazione temporanea cosi' come abbiamo registrato il veemente appello dei figli che chiedono misericordia ai genitori al fine di evitare che li ricordino con quella sofferenza negativa che li porta nell'Aldila', alla follia. Tutti questi casi illustrano la veridicita'delle espressioni dell'eccelso Benefattore. Ci sono lacrime che cadono come il fiele e turbano i passi incerti dello spirito nei primi tempi di adattamento. La preghiera e' invece un toccasana e il perdono delle offese assomiglia a una pioggia leggera che cade sulla terra tormentata dalla siccita'.
Quando gli incarnati comprendono il dolore in apprendimento e la nostalgia in consolazione verso i piu' bisognosi,godono di una costante felicita'.
Da tutto quanto abbiamo visto possiamo concludere: nulla perisce.
La morte e' il ritratto della vita.
Se desideriamo la buona fortuna e la tranquillita', al di la' delle frontiere di cenere del sepolcro, dobbiamo seminare, finche' c'e' tempo , la luce e la sapienza che vogliamo raccogliere nei sentieri dell'aldila'. Sconfiggiamo il timore della morte! Ricordiamoci di Gesu',l'Eccelso Benefattore: disprezzato, bastonato, vilipeso, torturato sulla croce, vinse tutto con l'amore lasciandosi alle spalle il buio dell'incomprensione umana e resuscitando, piu' luminoso che mai, alle prime luci dell'alba, nel chiarore di un giardino.

Tratto da – Marlene Nobre – La nostra vita nell'aldila'-

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