sabato 28 aprile 2012

Linna


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La nostra vita sulla terra è una preziosa ed unica opportunità per la nostra
crescita. Ognuno di noi, proprio perché vive, è consapevole che ci sarà una
morte. Alcuni sanno che essa verrà presto; altri avranno ancora molti anni per
prepararsi. Ci sono altri che moriranno molto prima di quanto si aspettino.E’ una
realtà della vita che ognuno di noi dovrà lasciare questa terra ma nessuno di noi
sa esattamente quando. A molti non verrà data l’opportunità di prepararsi per far
sì che la propria dipartita sia una nuova celebrazione della vita. Lo scopo di
questo opuscolo è di dare una possibilità a tutti di informarsi sulla vita nella
dimensione futura e offrire a tutti una traccia per una vita più significativa da
vivere qui sulla terra. Offrire illuminazione e conforto per cacciare via la paura
della morte e chiarire alcuni aspetti della prossima vita.
Questo opera è stata scritta quale tributo alla nostra amica Linna, della quale
abbiamo parlato nella nota introduttiva. A questo punto voglio raccontarvi le
ultime ore della vita di Linna.
Era estate e una calda brezza d'agosto soffiava attraverso la finestra aperta
della camera di Linna. Dalla finestra ella poteva vedere i campi che le erano
familiari fin dall'infanzia: c'era il campo nel quale era solita correre e giocare,
gli alberi sui quali era solita arrampicarsi. Era ritornata a casa per dare l'addio
alla sua vita. Suo marito e i suoi figli e gli altri familiari e amici vegliavano su di
lei per offrirle tutto il conforto e l'amore necessario in quelle sue ultime ore.
In numerose occasioni durante i suoi ultimi giorni Linna ci sussurrava con la sua
flebile voce: "Sento la presenza delle persone dall'altra parte che sono qui
intorno a me. Stanno parlando. C'è un grande affaccendarsi di persone ed una
grande euforia. Mi stanno tutti aspettando."
In altri momenti Linna guardava in alto e sorrideva.Il suo respiro si faceva
sempre più affannoso e irregolare. "Non sentite questa musica bellissima?" ci
chiese. Poi al giungere della sera Linna chiuse i suoi occhi e fece il suo ultimo,
lungo respiro. Il suo fragile corpo non ospitava più quel suo spirito vivo ed
entusiasta. Tutti sapevamo che ora Linna viveva nell'abbraccio amoroso di coloro
che l'avevano lungamente attesa.
Alcuni giorni più tardi, il sacerdote della sua chiesa alla sua cerimonia funebre
pronunciò queste parole: ".....Una cerimonia funebre può essere paragonata ad
un matrimonio. E' l’inizio di una nuova fase della vita. La vita è incredibilmente
piena di paradossi. Da un lato cerchiamo la gioia e tuttavia dall'altro lato le
nostre vite sono piene di momenti fatti da tristi addii. Quando un padre e una
madre mandano i loro figli al college il loro cuore è pieno di un grande senso di
orgoglio per aver raggiunto un primo importante gradino. Hanno grande gioia e
speranza per il futuro. Tuttavia da qualche parte nel loro cuore c'è una nota di
tristezza per la separazione. Con questa tristezza rimangono i ricordi dei
momenti vissuti quando i loro figli erano piccoli e quando nella casa, mamma e
papà erano l'unico mondo che essi conoscevano.
Lo stesso sentimento lo sperimentiamo al momento del matrimonio. Il padre dice
addio alla figlia che, per tutta la vita, fu soltanto sua. Nello stesso istante il suo
cuore è pieno di gioia e di tristezza. La nostra vita è piena di tanti momenti
simili perché Dio ci sta sempre insegnando a mitigare la nostra sofferenza con la
consapevolezza che essa è necessaria per ottenere un beneficio più grande e che
un futuro migliore si sta realizzando. I genitori mandano il proprio figlio al college
con il sorriso sulle labbra e con la gioia nel cuore ma avranno modo di versare poi
qualche lacrima in silenzio. Quel dolore comunque passa e svanisce nella
soddisfazione del risultato ottenuto poiché si ricordano che dopo tutto questo era
il momento tanto atteso dopo i tanti sacrifici fatti.
Allo stesso modo, il padre la cui figlia va in sposa, sa che ella diventerà moglie e
madre, e il suo momentaneo dolore verrà lavato dalla nuova esperienza di vita che
lo vedrà diventare nonno. Tutti questi momenti che abbiamo già vissuto non sono
altro che l'aver fatto pratica per un momento importante come quello che stiamo
vivendo oggi. Dio ci insegna ad andare avanti avendo fiducia che un futuro
migliore e che un beneficio più grande sta arrivando. Oggi noi siamo qui e stiamo
salutando Linna che è partita per il suo più importante college e nel vederla
andare via possiamo percepire gioia per tutto ciò che ella ha realizzato e per la
speranza di quanto ancora ella realizzerà lassù. Oggi stiamo mandando Linna
verso un altro importante matrimonio.
Osserviamola mentre cammina lungo le navate del cielo assieme al suo amato
consapevoli che in questi momenti ella è rapita da una grande gioia. Abbiamo la
consapevolezza che una vita migliore è arrivata per Linna e lasciamo che questa
consapevolezza possa lenire la nostra pena e possa mettere il nostro dolore al
secondo posto.Lasciamo che il nostro dolore venga lavato via dalla certezza che,
avendo noi liberamente donato Linna, verrà il giorno in cui ella ci sarà restituita,
in un inimmaginabile splendore, nel momento in cui ci uniremo a lei lassù".

Tratto da
Uno Sguardo Alla Vita Oltre La Vita
di Nora Spurgin

sabato 21 aprile 2012

Imparare ora come sara' dopo


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Il legame di due persone può essere il risultato di condizioni naturali, come tra
fratelli e sorelle. Ma un legame morale, spirituale, si aggiunge sempre a quello naturale.
Grazie al karma, noi siamo membri di una stessa famiglia. Ma non tutto è regolato dal
karma. Un rapporto puramente naturale, senza che vi si mescoli un altro elemento, si
trova, in fondo, solo tra gli animali. Gli uomini possono legarsi attraverso il karma, ma per ragioni di natura morale. Due esseri che non erano uniti da niente e che erano separati perfino da ostacoli esterni possono, per esempio, diventare amici intimi.
Possiamo perfino figurarci che in un primo tempo si fossero reciprocamente
antipatici e che si siano scoperti solo a poco a poco grazie a un contatto puramente
spirituale e morale. Questo legame, paragonato a quello tra fratelli e sorelle, sarà un
potente mezzo per sviluppare organi spirituali. Esso prende forza nella nostra epoca,
anche se inconsciamente esso deriva già dal Devachan.
Le facoltà che l'uomo sviluppa attualmente grazie a questi legami puramente
interiori dell' amicizia gli danno la possibilità di sperimentare effettivamente qualcosa di spirituale, di prepararsi per il Devachan. Se gli mancano questi rapporti
 da anima a anima egli viene privato dell' elemento animico nel Devachan, come qui sulla Terra un cieco è privato del colore. Colui che acquisisce sulla Terra la pratica della vita spirituale percepirà lo spirito nell' aldilà, nella misura in cui la sua attività interiore qui glielo farà comprendere.
Da qui il valore inestimabile dell' esistenza sul piano fisico. Per gli uomini non c'è altro modo di acquisire organi in grado di percepire lo spirituale se non avendo un' attività spirituale sul piano fisico: è attraverso questa che si aprono i nostri organi di
percezione spirituale. E nessuna preparazione può essere migliore dei legami dell'anima che uniscono esseri che nessuna ragione istintiva univa in un primo tempo. Da questo punto di vista, è bene che uomini si raggruppino, uniti in un'opera spirituale.Le guide dell'umanità possono riversare forze di vita attraverso di essa. Quel che ci si scambia attraverso un lavoro in comune di questo tipo, quando viene svolto in modo sano, prepara lo sguardo a sperimentare le realtà spirituali. Se abbiamo forgiato in questo modo un legame spirituale con un altro essere sul piano fisico, questo legame fa parte essenziale di ciò che permane dopo la morte.
 Ed esso rimane attivo nel defunto e in colui che gli sopravvive. Quello che
ha lasciato il piano fisico resta unito a colui che vi rimane attraverso uno stretto legame ed è reso ancor più cosciente del rapporto che lo lega in questo modo al suo amico.
Il defunto resta in rapporto, dopo la morte, con gli esseri che ama. I rapporti
precedenti sono come cause che, nel Devachan, producono effetti. Quello è il mondo dei risultati, degli effetti, mentre il mondo fisico è il mondo delle cause. L'uomo può
formare i suoi organi superiori solo cercando sul piano fisico la causa che produrrà tali organi.Ed è proprio a questo scopo che egli viene posto sul piano fisico.
 Gli uomini devono qui sulla Terra conquistarsi sempre di più rappresentazioni sulla
vita dopo la morte per essere in grado di ricordarsene dopo la morte, onde portare
con sé qualche cosa al di là delle porte della morte.
Morire in realtà è solamente uscire dalla coscienza del corpo fisico.
Nella morte l'uomo si strappa fuori dalla Terra. E, se abbiamo raggiunto la conoscenza immaginativa, possiamo vedere che l'uomo non muore, bensì ci è dato di scorgere, in una visione diretta, come nella morte egli risorga dal suo cadavere in mezzo ad immagini viventi.
Quando siamo passati attraverso le porte della morte, la nostra sapienza continua,
la vita continua, diventiamo più capaci. Questo è un fatto di cui gli uomini debbono
compenetrarsi.
I pensieri che noi ci formiamo qui sui mondi spirituali sono un nutrimento per una
delle forze più importanti che ci rimangono dopo la morte: per la forza del pensare.
Possiamo avere tra la morte ed una nuova nascita immaginazione, ispirazione, intuizione, ma non possiamo avere i pensieri. Questi li dobbiamo guadagnare qui sulla Terra (per mezzo della coscienza dello Spirito).
Di questi pensieri che ci siamo elaborati qui sulla Terra ci nutriamo per tutto il tempo tra la morte e una nuova nascita e abbiamo fame di tali
pensieri quando non ce li siamo formati qui sulla Terra. La salvezza della Terra dipende dalla realtà che l'umanità nel presente non trascuri di formarsi pensieri sui mondi spirituali.
Poiché moltissimo dipende dal fatto che il cammino dell'evoluzione dell'umanità venga compreso spiritualmente.
Così l'uomo può sempre meglio imparare qui sulla Terra come sarà la sua vita
quando avrà passato la soglia della morte. Escludere il sapere sui mondi spirituali durante la vita sulla Terra vuoI dire rendersi cieco nel senso animico-spirituale per la propria vita dopo la morte. E si penetra nel mondo spirituale proprio come un invalido, dopo la morte,
se si abbia trascurato la volontà di sapere qualcosa del mondo spirituale; poiché l'umanità si evolve verso la libertà. Naturalmente si passa attraverso le porte della morte anche se qui sulla Terra non si è sviluppato alcun sapere intorno al mondo soprasensibile; ma si entra in un mondo nel quale non si vede nulla, nel quale si può procedere solo a tastoni.
Sia pure stato, qui sulla Terra, un uomo chiaroveggente quanto si vuole, abbia pure egli guardato in modo chiaro il mondo spirituale: se è stato troppo pigro e non ha
trasformato quanto gli è stato dato di vedere in concetti ordinari afferrabili con la logica, egli sarà dopo la morte come accecato nel mondo spirituale .

Tratto da -Il legame tra i vivi e i morti- Rudolf Steiner


lunedì 16 aprile 2012

Per gli scettici dalla mentalità aperta

Scole è un villaggio della Contea di Norfolk in Inghilterra. Utilizzandolo come base, i medium Robin e Sandra Foy, Alan e Diana Bennett e altri sperimentatori produssero prove lampanti dell'esistenza dell'Aldilà mediante esperimenti condotti in Inghilterra, negli Stati Uniti, in Irlanda e in Spagna. Altri gruppi di tutto il mondo stanno ripetendo i loro risultati che non mancheranno di convincere anche i più ostinati scettici dalla mentalità aperta.
Come si procedette all'autenticazione dei fenomeni
Tra gli scienziati e gli investigatori più esperti che presero parte agli esperimenti di Scole non possiamo non ricordare il  Prof. David Fontana, il Prof. Arthur Ellison e Montague Keen. Naturalmente, durante quei quattro anni ci furono molti altri che parteciparono agli esperimenti in qualità di esperti o di ospiti: il Dott. Hans Schaer, un avvocato, il Dott. Ernst Senkowski, Piers Eggett, Keith Mcquin Roberts, il Dott. Rupert Sheldrake, il Prof. Ivor Grattan-Guiness - tutti con esperienza scientifica o di altro genere, ma comunque di alto livello - e un gruppo di altri testimoni altamente attendibili, che avevano avuto anni d'esperienza in materia di fenomeni paranormali.
Il coinvolgimento degli scienziati della NASA
Negli Stati Uniti, agli esperimenti prese parte anche un gran numero di scienziati. C'erano anche scienziati esperti dell'agenzia spaziale NASA e altri dell'Institute of Noetic Sciences, la cui sede è vicino a San Francisco, come pure rappresentanti della Stanford University. Grant e Jane Solomon riferiscono che circa quindici scienziati del gruppo della NASA successivamente costituirono il loro gruppo di ricerca sul paranormale per comunicare con le entità dell'Aldilà.
Al lettore chiedo di considerare una cosa di fondamentale importanza: durante gli esperimenti il "gruppo spirituale" che lavorava dall'Aldilà affermò espressamente che erano loro a dar vita ai fenomeni paranormali testimoniati. Tutto ciò allo scopo di escludere dal novero delle possibili spiegazioni degli effetti degli esperimenti di Scole fenomeni di "Percezione Extrasensoriale" e altre congetture teoriche e astratte. Il "gruppo spirituale" si identificò: c'erano John Paxton – uno spirito evoluto; Manu – descritto come una guida spirituale estremamente potente; Patrick McHenna - descritto come "un'anima piacevole" di origine irlandese; Raji – un cordiale personaggio indiano; e la Signora Emily Bradshaw – una "aiutante spirituale gradevole e precisa". Edward Matthews era una "meravigliosa anima sensibile". Gli "scienziati spirituali" si identificarono come William, Albert, Joseph ed Edwin. Saltuariamente erano ospiti osservatori spirituali, come la medium di talento Helen Duncan.
La Relazione di Scole
È disponibile una relazione scientifica preparata per la Society for Physical Research (Società per la Ricerca sul Paranormale). Sul suo sito web è possibile trovare una relazione riassuntiva di 300 pagine che convalida i fenomeni. Secondo Montague Keen, che parla per conto di tre investigatori che scrissero la Relazione, "Nessuno dei nostri critici è stato in grado di individuare un solo caso di frode o inganno". (Keen ed Ellison 1999).
Il gruppo iniziò con due medium che consegnavano messaggi da un gruppo non fisico. Molti di questi messaggi contenevano informazioni personali di cui nessun altro era a conoscenza. Presto i messaggi si presentarono nella forma di voci che chiunque nella stanza poteva ascoltare. Poi fu il momento della effettiva materializzazione di persone e oggetti dal lato non fisico. Molti degli sperimentatori provarono il tocco fisico e si verificò la levitazione di un tavolo.
Materializzazioni e fotografie di spiriti
Si materializzarono più di cinquanta oggetti di piccole dimensioni, compresi una collana d'argento, una moneta con l'effige di Churchill, una piccola sfera di cristallo di quarzo rosa, un penny inglese del 1940, una moneta da un franco del 1928, un ciondolo d'argento del "Gream Reaper", una copia originale del Daily Mail del 1° aprile del 1944, una copia originale del Daily Express del 28 maggio 1945, e molti altri.
Con la fotografia furono condotti interessanti esperimenti. Vennero impresse immagini su rullini sigillati posti in una scatola chiusa a chiave. Queste immagini comprendevano foto reali di persone e luoghi, a volte del passato, e vari versi oscuri e disegni che richiesero sforzo per essere identificati. C'erano anche immagini di altre dimensioni e degli esseri che le abitano. Alla fine, alcune videocamere furono in grado di registrare immagini di disincarnati.
Luci metafisiche
Uno dei fenomeni più spettacolari degli esperimenti di Scole furono le luci metafisiche che si materializzarono e volteggiarono nella stanza dando vita a varie coreografie. Occasionalmente, queste luci emettevano raggi e attraversavano oggetti solidi. Quando toccavano le persone, c'era una sensazione percepibile, e quando entravano nel corpo di una persona, si verificava una guarigione. La velocità, le diverse configurazioni e altri fenomeni legati alle luci erano sbalorditivi - a maggior ragione per il fatto che tutti i testimoni affermarono che era impossibile che le luci potessero essere state in alcun modo manipolate fisicamente in maniera fraudolenta. Tutti questi fenomeni furono accompagnati da improvvisi e intensi crolli della temperatura.
Ecco come Piers Eggett, uno dei testimoni oculari, descrisse le luci:
"Era una piccola sfera di luce bianca che si muoveva nella stanza in tutte le direzioni, a volte a grande velocità, lasciando una scia, come un fuoco d'artificio, per la persistenza della visione... A volte la luce si librava a mezz'aria, e poi toccava alcuni dei presenti, provocando loro una piccola scossa elettrica".
Secondo gli altri testimoni oculari, il punto di luce, normalmente singolo:
Si lanciava a grande velocità e si esibiva in elaborate piroette ... compresi cerchi perfetti, eseguiti ad alta velocità e con una precisione che pareva incompatibile con la manipolazione fisica.
Si posizionava sulle mani tese e saltava da una ad un'altra.
Entrava in un cristallo e rimaneva sotto forma di un puntino di luce che si muoveva all'interno del cristallo ...
Colpiva la superficie del tavolo con un urto acuto, o colpiva il vetro della cupola o un piatto con un tintinnio appropriato, e lo faceva ripetutamente rimanendo visibile come un puntino di luce ben definito.
Rispondeva a richieste, come illuminare e irradiare parti del corpo dei testimoni.
Si muoveva al ritmo della musica registrata sul nastro.
Produceva "lampi di luce" nell'area di una grande stanza, ad una distanza di 3-3,5 metri dal gruppo che sedeva intorno ad un tavolo (in Spagna).
Spesso si lanciava "in picchiata" sulla superficie del tavolo, colpendola in maniera ben visibile e udibile, e dando l'impressione di riemergere da un'area posta immediatamente sotto il tavolo (Los Angeles, Stati Uniti).
Cambiava forma, passando da un puntino di luce a una radiazione generalizzata.
Si muoveva ad altissima velocità, descrivendo, a tratti, perfette figure geometriche a una distanza di circa mezzo metro dal volto dei visitatori, ma senza emettere alcun suono e senza creare alcun movimento percepibile dell'aria.

Kingsley Fairbridge
Ci furono parecchie rivelazioni sorprendenti durante gli anni degli esperimenti di Scole - ma una che ho trovato particolarmente interessante riguardava un componente del gruppo spirituale, il cui nome sulla Terra era Kingsley Fairbridge
Le informazioni del gruppo spirituale attestavano che Kingsley Fairbridge era nato in Sud Africa, aveva frequentato le scuole ad Oxford e si era trasferito in Australia. Là Kingsley aveva fondato le Fairbridge Farm Schools, per insegnare un mestiere ai bambini svantaggiati. Purtroppo Kingsley non godeva di buona salute e morì piuttosto giovane. Nessuno sembrava sapere nulla di lui, ma il gruppo di Scole si sforzò di indagare in dettaglio. Sul nuovo Bollettino di Scole venne pubblicato un avviso con una richiesta d'aiuto.
Uno degli abbonati al Bollettino, un pilota della California, riferì le informazioni a dei conoscenti in Australia. E, sorpresa, un amico del pilota conosceva la figlia di Kingsley Fairbridge che viveva ancora in Australia! La figlia contattò il gruppo di Scole che le inviò una copia della fotografia materializzatasi dall'Aldilà. La figlia di Kingsley Fairbridge confermò l'accuratezza delle informazioni, tutti i dettagli che le furono comunicati e anche la foto di suo padre che le venne inviata
Molto di quello che si verificò durante gli esperimenti di Scole non è nuovo alla ricerca sul paranormale. Nel passato, i sensitivi riferivano di luci danzanti, di materializzazioni, di contatti verbali con le entità dell'Aldilà. Per ulteriori informazioni si consiglia di fare riferimento all'Enciclopedia delle Scienze Metafisiche di Fodor del 1934, alla voce ANDREWS, Mrs. MARY, di Moravia, presso Auburn negli U.S.A., una delle primissime medium esperte nella materializzazione.

 Per gli scettici dalla mentalità aperta, le prove, raccolte per un periodo di oltre quattro anni mediante più di 500 sedute eseguite dagli sperimentatori di Scole e dal gruppo dell'Aldilà, sono assolute, definitive e inconfutabili. In molti li considerano come i più rilevanti esperimenti sull'Aldilà condotti in epoca recente in tutto il mondo.

tratto da Un avvocato Presenta il Caso dell'Aldilà Prove Oggettive Inconfutabili.
di Victor Zammit


venerdì 6 aprile 2012

Le carezze di Dio

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I nostri angeli del cielo sono come gabbiani leggeri che si posano sul mare calmo e non su
un mare agitato dal nostro sentimento di rivolta, dalla nostra apprensione, dalla nostra ansia ed angoscia. Sappiamo che tutto ciò forma una barriera impedisce la comunicazione.
I messaggi devono considerarsi eccezionali, sono un dono ed una grazia di Dio.
Sappiamo che tutto ci giunge dall’Alto, che il messaggio ci viene dato spontaneamente e
non può essere provocato.
Diffidate dai falsi profeti, diffidate da chi promette messaggi a ripetizione come se tutti i
nostri cari fossero in ogni momento in fila indiana pronti alla chiamata.
Ci vuole tanta umiltà, tanto rispetto davanti al mistero: il messaggio ci giunge nel silenzio, nel raccoglimento, nella preghiera, nella vibrazione d’amore.
Non dobbiamo aver bisogno di evocare, perché sono Loro che evocano noi; e non hanno
bisogno di sedute, di luci spente, di sperimentazione di gruppo.
Non si fanno gli esperimenti con Dio!
Mettiamoci a loro completa disposizione, creiamo un vuoto mentale come se ci
trasformassimo in una vuota conchiglia che sa captare il rumore del mare.
I messaggi sono profondi e trasparenti come laghi di montagna.
E soprattutto smettiamola di tirare in ballo questo subconscio tuttofare. Spiace constatare come non solo gli atei, ma anche i credenti si aggrappino a questo argomento.
Grazie, caro subconscio, per le stupende parole di verità e di vita che sai darci.
Jean Prieur indica un esempio eclatante di autonomia del messaggero: il giovane Pierre
Monnier, che ha ricevuto una educazione rigidamente protestante, parla alla madre
protestante di angeli custodi, di santa Teresa di Avila, di santa Caterina, di santa Teresa di
Lisieux, ma soprattutto eleva un inno alla Vergine Maria.
Tutti i messaggi inviati da Daniela in cinque anni iniziano con un 8 orizzontale, simbolo
dell’amore che non ha mai fine. L’Agosto 1990 per la prima volta Daniela ha tracciato un 8 verticale per significare, come ha subito commentato, lo slancio della nostra preghiera
di ringraziamento per la nascita della nipotina, Cristina, verso Colui che tutto dispone
e dirige! No, il subconscio non c’entra affatto! Potremmo, semmai, parlare di una “supercoscienza” o “ultracoscienza” che ci permette di entrare in una ineffabile simbiosi
con le sfere celesti illuminate da Dio.
Consideriamo piuttosto il nostro subconscio come un filo elettrico che trasmette la luce ma non è la luce, è il conduttore e non la sorgente della luce, è il mezzo, è il tramite ma non la causa, può riprodurre ma non produrre!
Se i messaggi sono “carezze di Dio”, noi dobbiamo essere solo disponibili a riceverne il
dono. Non dobbiamo provocare e sollecitare il dono ma saperlo attendere con fiducia e
pazienza.
Così comportandoci siamo certi che non disturbiamo nessuno, non interrompiamo i
compiti e le missioni dei nostri cari. Né potremo essere accusati di “necromanzia”.
Tra i nostri oppositori ci sono anche quelli che arrivano a dire che i messaggi da noi
ricevuti sono di origine demoniaca.
Messaggi che ci invitano all’amore, alla preghiera, al perdono sarebbero, per costoro,
opera di Satana.
Vale la pena di rispondere soltanto che fare una simile affermazione è idiota quanto
iniquo, è blasfemo, è “demoniaco” esso stesso.
Chiusa la parentesi, e per tornare a parlare di cose serie: io sono fermamente convinto che la conditio sine qua non per ottenere i “segni” della presenza dei nostri cari,
il privilegio di un sublime contatto con la realtà spirituale trascendente, cioè per essere
degni di quelle che amo chiamare “carezze di Dio”, è necessario accettare il volere di Dio
stesso per divenire collaboratori, anche attraverso la nostra umana sofferenza, dei suoi
disegni imperscrutabili.
I segni autentici giungono attraverso questo processo di catarsi, di evoluzione, di
illuminazione.
Attenti ai vari surrogati dei segni, ai falsi profeti, agli speculatori del dolore.
Non credo, amici, ai messaggi che giungono a ripetizione e a comando! Non apprezzo
l’esaltazione, il fanatismo, la ricerca ostinata, insaziabile di segni, che all’opposto ci
giungono inaspettatamente e spontaneamente al di fuori della nostra volontà.
Di questo dobbiamo renderci conto per accogliere le “carezze di Dio” con infinita umiltà.
Noi offriamo soltanto la nostra disponibilità, ci trasformiamo in “canali”, in strumenti
docili e fiduciosi.
Al resto pensano Loro, se e quando possono, in virtù di quella forza inestinguibile, di quel filo che non si spezza e che si chiama Amore.

Mario Mancigotti