Il Trapasso, durante e dopo


Il Trapasso, durante e dopo



Cos’è la morte? Sarebbe la fine di tutto, il completo annientamento del corpo e della
mente? Perché le persone hanno tanta paura della morte? Perché non possiamo vivere per
sempre? Possiamo avere notizie di chi ci ha lasciato?
Cercheremo di rispondere a queste domande. Chiarimenti su come si deve affrontare
questo passaggio al mondo maggiore, il riadattamento nel mondo spirituale, cosa influisce nel
processo di disincarnazione e persino come avviene il soccorso degli spiriti.
Therezinha de Oliveira

Perdita di persone amate
e paura della morte
Perdita di persone amate
La perdita di persone care è una sofferenza che colpisce tutti, indipendentemente della classe
sociale, culturale o persino dell’evoluzione spirituale.
La certezza dell’immortalità e della continuità della vita è una consolazione.
La convinzione che la separazione sarà passeggera, la conoscenza della vita spirituale che
permetterà un rincontro futuro e la possibilità di comunicazione con i cosiddetti morti, sono
altrettanti motivi di consolazione. Sappiamo che la morte veramente non esiste.
Questa possibilità di comunicazione, percepita direttamente o solo sentita è vera e
permanente. Gli Spiriti si contattano attraverso il pensiero. Il vero amore lega gli Spiriti in
modo permanente e la perdita del corpo fisico non gli separa.
Paura della morte
La paura della morte è, in generale, la conseguenza dei dubbi sul destino dell’anima dopo la
morte.
L’idea del cielo e dell’inferno terrorizza coloro che credono nella morte, e fanno sì che diventino
materialisti coloro che, di fronte alla ragione, non la possono ammettere.
La conoscenza della dottrina delle reincarnazioni successive e dell’evoluzione umana ci da la
certezza della giustizia divina e dell’inesistenza delle pene eterne e fa scomparire il timore
della morte.
La morte veramente non esiste. Esiste sì una modificazione di stato, di piano vibratorio.
L’anima ritorna al suo mondo reale, che è quello spirituale.
Dal libro: “Ensinamentos dos Espiritos”
Di Homero Moraes Barros - Brasile
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DI FRONTE AI DIPARTITI
"Morire è cambiare, pur rimanendo, nella propria essenza, gli stessi!”
Di Therezinha Oliveira
L’idea che si potrebbe avere della morte.
Si può pensare alla morte come lo scricchiolare di uno scheletro (quello che resterà del
corpo fisico) che impugna una falce (per tagliare il filo con la vita), con in mano una
clessidra (per interrompere la vita) e che indossa un telo nero (per nascondere per
sempre dai nostri occhi la persona che ci ha lasciato).
La morte sarà così terrificante?
Per i materialisti, che credono soltanto nella materia, la morte rappresenta la fine
della vita, la fine di tutto.
Anche fra gli spiritualisti c’è chi la teme. Siccome non fanno uso della propria
medianità per comprovare la continuità della vita, rimangono sprovvisti di prove
personali convincenti. Di conseguenza la morte sembra l’ingresso all’ignoto. Nulla può
spaventare di più di quello che non si conosce.
Cos’è veramente la morte?
La morte è soltanto un procedimento per cui passa lo spirito privo di vitalità (vita
corporea).
Lo spirito non muore insieme al corpo, non dipende da esso per esistere. Lo spirito già
esisteva prima di incarnarsi in un corpo e continuerà a vivere quando questo non ci
sarà più.
Staccato dal corpo, lo spirito continuerà a vivere manifestandosi in maniera diversa, in
un altro piano di attività: il mondo spirituale, la sua patria di origine, il vero mondo
eterno. Per comprendere meglio questa dinamica ricordiamoci cosa sia incarnarsi e
disincarnarsi.
Come ci incarniamo?
Il legame dello spirito con la materia si ha fin dal concepimento attraverso il
perispirito (corpo fluidico).
Il perispirito, legato all’embrione, servirà da “stampo” per il nuovo corpo materiale in
formazione, dotato dalle caratteristiche ereditarie del padre e della madre. Le cellule
si moltiplicano in consonanza con le leggi della materia e l’influenza personale dello
spirito reincarnante.
La sua nascita avverrà quando il corpo presenterà le giuste condizioni per vivere
indipendentemente dal corpo materno.
Disincarnare.
La carica vitale avuta con la reincarnazione, un giorno finirà per esaurirsi provocando
la morte fisica. Questo esaurimento causato dalla vecchiaia, dagli eccessi di ogni
genere, dalla malattia, dagli incidenti ecc. contribuisce a danneggiare il corpo
materiale in modo irrecuperabile.
Morto il corpo, dalle estremità dell’organismo inizia il procedimento di distacco fra il
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corpo ed il perispirito. I legami fluidici si slegano dai centri di forza (chakra), si
staccano per primi i più materiali fino al cerebrale (7° chakra) che sarà l’ultimo a
staccarsi. Può succedere che dei medium riescano a visualizzare, nel corpo in agonia,
lo slacciarsi dei fluidi spirituali che ricompongono il corpo fluidico.
Perché dobbiamo morire? Non si potrebbe vivere eternamene sulla Terra?
L’obiettivo dello spirito non è di rimanere per sempre sulla terra. Il suo ambiente
definitivo è nel mondo spirituale.
Lo spirito si incarna in un corpo per compiere i disegni divini. Dio vuole che lo spirito
svolga delle funzioni nell’universo e allo stesso tempo sviluppi il suo intelletto e la
morale. Ogni incarnazione deve durare soltanto il tempo necessario al compimento
delle prove e delle espiazioni designate, necessarie all’evoluzione dello spirito. Dopo
ogni incarnazione lo spirito lascia il corpo materiale e ritorna al suo stato naturale, in
libertà. Nell’intermezzo, fra due incarnazioni, lo spirito vive in modo più intenso
rispetto a quando è incarnato, per il fatto che il corpo materiale limita le normali
percezioni e attività spirituali.
In questo stato potrà valutare i risultati
dell’incarnazione conclusa e proseguire il suo cammino nell’aldilà. Quando sarà
necessario ed opportuno lo spirito tornerà ad incarnarsi per continuare il suo
progresso intellettuale, morale ed adempiere alle sue funzioni divine nell’universo.
Disincarnarsi è doloroso?
Non più dei dolori e delle difficoltà che provate molte volte sulla Terra. Dipende molto
da come la persona vive gli avvenimenti e dalle condizioni personali per risolvere e
sopportare le prove. Nei primi tempi è normale che lo spirito si senta un po’ smarrito.
Perché lo smarrimento post mortem?
mondo?
Non stiamo forse ritornando al nostro vero
Tutto dovrebbe avvenire spontaneamente!
Dovrebbe e così succede con gli spiriti più evoluti. Generalmente si tende ad attaccarsi
alle sensazioni fisiche del corpo materiale. Quando ci disincarniamo vogliamo
continuare a vedere con gli occhi e sentire con le orecchie, sensi corporei che già non
possediamo più. È per questo che all’inizio non percepiamo perfettamente il nuovo
piano che andremo ad abitare. Dobbiamo abituarci nuovamente alle percezioni dello
spirito, prima eseguite dai sensi materiali.
È un riadattamento al piano spirituale. Quando nasciamo sulla Terra ci vuole qualche
tempo per adattarsi al nuovo corpo. Anche quando ci disincarniamo necessitiamo di
una fase di riadattamento nel mondo spirituale.
Quanto è lungo il riadattamento al Mondo Spirituale?
La durata dipenderà dall’evoluzione dello spirito. Per alcuni bastano pochi istanti.
Per altri ci vogliono molti dei nostri anni terreni.
Chi non si è preparato per la vita spirituale sentirà maggior difficoltà nell’adattarsi al
nuovo piano di vita, ragione per la quale alcuni spiriti comunicanti ci dicono di sentirsi
disorientati e smarriti.
Chi si è ben preparato passa velocemente per questa fase e presto si sente riadattato
nel piano spirituale.
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Il prepararsi alla vita viene dall’esercizio delle nostre facoltà di spiriti e dall’equilibrio
con la natura. Nulla è più raccomandabile che mantenere anche sulla Terra una
condotta etica di fratellanza.
Cosa influisce nel processo di Disincarnazione?
Il processo di disincarnazione e di reintegrazione alla vita spirituale dipenderà :
Dalle circostanze della morte:
Nella morte per vecchiaia, la carica vitale è andata esaurendosi poco a poco e per
questo il distacco tende ad essere naturale, il che contribuisce a superare più
facilmente la fase di trapasso.
Nella morte raggiunta da una prolungata malattia il processo di distacco avviene
un po’ alla volta, l’esaurimento della vitalità organica è graduale e lo spirito si
può preparare psicologicamente alla disincarnazione; in alcuni casi per via della
sensibilità trascendente al corpo disincarnante si arriva a intravedere il mondo
spirituale.
Nelle morti violente (incidenti, calamità di ogni genere, omicidi, suicidi ecc.) lo
spirito può soffrire il violento distacco dal corpo fisico e il turbamento potrebbe
essere maggiore. In casi eccezionali (come di alcuni suicida), lo spirito potrà
sentirsi “legato” al corpo in decomposizione il che gli causerà forti impressioni.
Dal grado di evoluzione dello spirito disincarnante: In modo generale, più
spiritualizzato è lo spirito e prima riuscirà a svincolarsi dal corpo fisico senza vita.
Quanto più materiale e sensuale sarà stata la sua esistenza tanto più difficile e
prolungato sarà il distacco.
Lo smarrimento naturale per sentirsi disincarnato è più o meno doloroso e più o meno
prolungato per lo spirito evoluto. Riconosce quasi subito la sua nuova situazione
perché in un certo senso già veniva distaccandosi dalla materialità (viveva più per lo
spirito). Prende subito coscienza di sè stesso, percepisce l’ambiente in cui si trova e
riconosce le persone accanto. Per lo spirito poco evoluto, attaccato alla materia e che
non ha coltivato le sue facoltà spirituali il turbamento è difficoltoso, prolungato,
accompagnato dall’ansia, dall’angoscia, potrebbe perciò durare giorni, mesi, anni,
persino secoli.
L’aiuto Spirituale.
La bontà divina che aiuta e provvede non mancherà nemmeno nel momento del
disincarnarsi.
In tutti i luoghi (cimiteri compresi) ci sono degli Spiriti Buoni mandati dal piano
divino in ausilio a coloro che stanno facendo ritorno alla patria spirituale. Amici e
familiari (disincarnati prima) vengono ad accogliere il nuovo arrivato dandogli fiducia
e serenità per il rincontro. Tutti riceveranno aiuto, se non ci saranno dei problemi
personali o legami con spiriti inferiori disincarnati.
Per coloro che si sono
compromessi, può succedere che non riescano né a percepire né assimilare l’aiuto
prestatogli, oppure che gli venga tolta l’assistenza, rimanendo alla mercè degli spiriti
inferiori nemici, finché la legge divina imponga loro un termine, lo Spirito supplicherà
per ricevere e percepire l’aiuto spirituale.
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Dopo la morte.
Dopo il distacco dal corpo materiale lo spirito continuerà ad essere se stesso, con pregi
e difetti.
La sua situazione felice o no, sarà in conseguenza della sua esistenza terrena e delle
sue opere svolte. I buoni si sentiranno felici dal convivio con gli amici; i cattivi
soffriranno la conseguenza delle loro attitudini; gli intermedi sperimenteranno la
situazione della loro infima preparazione spirituale. Lo spirito rimarrà in
collegamento con il perispirito (corpo fluidico, corpo astrale) conservando così
l’apparenza dell’ultima incarnazione. Più tardi, se lo vorrà potrà cambiare. Dopo
questa fase di transizione potrà studiare e lavorare nell’Aldilà e prepararsi per una
nuova esistenza terrena per proseguire la sua evoluzione.
Essere spiritisti potrà aiutare quando ci si disincarna per avere una buona
posizione nell’aldilà?
La consapevolezza spirituale aiuta molto a comprendere la disincarnazione, a
comprendere più velocemente la situazione di disincarnati e sapere cosa fare per
riadattarsi al meglio nel piano spirituale. Questo però non assicura loro una buona
posizione nell’Aldilà se i pensieri, i sentimenti e le attitudini non saranno in
consonanza con quello che si è imparato. Soltanto la pratica del bene e la coscienza
pura assicura allo spirito un risveglio pacifico e sereno nella patria spirituale.
Coloro che rimangano sulla Terra possono aiutare?
Possono si. Le azioni di coloro che rimangono rivolte al trapassato possono influire.
Rivolta, disperazione, angoscia per l’abbandono, possono ripercuotersi in modo
sfavorevole, deprimente, sul disincarnato.
Sarà forse perché non comprendiamo la morte, il suo perché ed i suoi effetti che ci
comportiamo così? Allora ci converrebbe approfondire la conoscenza della morte, per
saperci comportare in questi momenti pur sempre inevitabili (per noi e per chi ci sta
vicino.
Sentire la mancanza è naturale e a volte non si riesce a trattenere le lacrime.
L’importante è non gettarsi in pianti convulsi di non accettazione degli eventi naturali
inevitabili.
Di fronte a coloro che ci hanno anticipato nel grande viaggio possiamo e dobbiamo:
Pregare per loro con rassegnazione e speranza nel futuro spirituale.
Non attaccarci alle cose ed agli oggetti della persona dipartita, restandone in
contemplazione o accarezzandoli continuamente. Piuttosto che rimuginare il
dolore e la nostalgia in modo improduttivo dobbiamo darci alla pratica del bene e
all’ausilio del prossimo.
Cercare di fare il bene che la persona avrebbe voluto o dovuto fare sulla Terra.
Possiamo avere notizie del trapassato?
Possiamo chiedere a Dio che ci conceda questa benedizione, questa misericordia.
Se le notizie dovessero arrivare per via medianica è bene analizzare i messaggi e le
informazioni pervenute.
Sono in sintonia con la realtà e gli alti insegnamenti spirituali? In caso
affermativo ringraziamo Dio per la consolazione avuta.
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Non corrispondono all’identità del nostro caro trapassato? Con tranquillità,
ignoriamo il messaggio recapitatoci senza rivolta disanimo e perdita della fede.
Dal punto di vista spirituale non sempre sarebbe opportuno ed utile avere notizie sul
disincarnato. In questi casi bisogna sapere accettare la mancanza di notizie confidando
nella saggezza e nell’amore Divino per tutti i suoi figli. Sovente le notizie arrivano
tramite i sogni speciali perché nel sonno ci sdoppiamo spiritualmente e allora
possiamo andare incontro ad altri spiriti nel piano sottile.
Cremazione di cadaveri e trapianti di organi.
Fintanto che rimane incarnato il corpo è un vestito ed uno strumento di grande valore
per lo spirito. Dopo la morte non avrà più alcuna utilità per lo spirito che lo abitava.
Potrà essere cremato e gli organi spiantati per coloro che ne necessitano, senza
causare alcun danno per lo spirito disincarnato.
Alcune persone temono che il loro spirito si trovi in difficoltà nella resurrezione
spirituale se i loro corpi subiscono dei danni o sono cremati. Non è il corpo materiale
che continuerà a vivere nell’oltretomba e a risorgere, a riapparire, ma lo spirito con il
suo corpo fluidico (perispirito) che nulla ha a che vedere con il corpo rimasto sulla
Terra.
Nel caso di cremazione è raccomandabile un intervallo ragionevole dopo la morte (72
ore circa secondo la guida Emmanuel) al fine di attestare lo scioglimento totale dei
lacci vitali.
Nel caso di donazione di organi è sufficiente che le persone si abituino all’idea di farlo
volontariamente e che ci siano informate in merito così la donazione sarà fatta per
amore, per aiutare qualcuno, senza temere qualsiasi sofferenza
Perché non donare gli organi del nostro corpo quando già non ci servono più e quando
non soffriremo neppure l’espianto effettuato perché privo di vitalità?
L’ultimo addio.
Sono svariate le usanze della società e delle religioni di fronte ai corpi morti degli
spiriti dipartiti. Lo spiritista rispetta tali manifestazioni e quando lo accetta lo fa in
funzione della realtà spirituale, non delle apparenze.
Così, lo spiritista:
Nelle veglie funebri
non si dispera; mantiene un atteggiamento di rispetto, poi è consapevole che lo
spirito disincarnante si trova in una fase delicata di distacco dal corpo fisico e di
trasformazione.
non usa candele, addobbi e fiori perché sa che lo spirito non ha bisogno di queste
esteriorità; ma cerca di offrire al disincarnante quello che lui veramente ha
bisogno, ovvero, il rispetto alla sua memoria, le preghiere, i pensieri di affetto in
favore della sua pace e sostegno nel mondo spirituale. Si comporta in modo
fraterno con i familiari e amici del disincarnante aiutandoli in quel che potrà. Nel
seppellire.
non adotta lusso o ostentazioni né si preoccupa di erigere tombe da capolavoro;
ma si ricorda con affetto i cari già partiti e cerca di onorarli con le buone
attitudini e affetto.
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Nelle preghiere – prega sempre per il benessere e progresso spirituale dei
disincarnati e sa che non è indispensabile andare al cimitero per farlo perché le
vibrazioni d’amore raggiungono lo spirito ovunque esso si trovi.
Therezinha de Oliverira
I BIMBI
DOPO LA MORTE.
Quale significato o valore spirituale può avere la vita per
colui che è disincarnato ancora in fasce?
Dal punto di vista spirituale questo breve passaggio avrà
avuto la sua finalità e profitto.
Ad esempio:
il completamento di un’incarnazione precedente non sfruttata ampiamente;
il tentativo di incarnazione che ha trovato ostacoli nell’organismo materno,
nell’ambiente o nello squilibrio dello stesso reincarnante, sarà stato comunque
utile per metterlo in allerta sulle difficoltà di incarnare, stimolandolo a prepararsi
meglio per il prossimo tentativo;
una prova per i genitori (al fine di dar maggior valore alla funzione di genitori,
testimoniare umiltà/rassegnazione), o per il reincarnante (al fine di realizzare che
la reincarnazione è una benedizione).
Quale è la situazione nell’Aldilà di chi è dipartito da piccolo?
Alcuni si presentano “cresciuti” perispiritualmente oppure già in forma adulta, poi
nella condizione di spirito non si contano più l’età del corpo.
Se desiderano farsi riconoscere dalle persone con cui hanno convissuto possono
presentarsi nella forma infantile che avevano.
Se dovranno reincarnarsi in breve, possono conservare la forma infantile del
perispirito che li faciliterà nel processo di allacciamento alla materia.
Tradotto ed adattato dal portoghese – Brasile
Titolo originale “Ante os que partiram”
Autore: Therezinha Oliveira 1997.
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Nell’ora dell’addio.
Oggi giorno l’uomo materialista sembra aver perso il concetto sul rispetto che merita
colui che giace inerte su una bara, spesso ricoperta da fiori. Questo dovuto rispetto è
necessario “in tutti i tempi ed in tutti i popoli”. Colui che parte viene spogliato di
tutto: delle cose appartenute, della famiglia, degli amici, di tutti quegli oggetti e di
quei riti abitudinari della quotidianità nel lavoro e nel tempo libero. Solo, parte in
compagnia della sua coscienza, sentendo la croce della verità sulle sue spalle.
Pertanto, caro lettore, il corpo che giace immobile, senza vita, è soltanto l’abito di cui lo
spirito si è spogliato, a volte improvvisamente e che ora ha bisogno del nostro rispetto
e del nostro amore. Lui sta partendo senza nessun compagno di viaggio, lasciando
molto della sua storia nei ricordi dei suoi cari. Come non mancargli di rispetto? Come
aiutarlo? Lui ha bisogno di liberarsi dei ricordi di ogni oggetto che ha toccato, di ogni
luogo che ha visitato. I ricordi saranno vivi, ora più che mai nel suo spirito e nessuno
ha il diritto di disturbarlo anche se non crede che lui possa essere ancora vivo. Un
giorno anche noi ci ritroveremo ad attraversare quel ponte che ci riporterà nell’aldilà,
lassù il trapassato si mantiene vivo, in piedi, lucido supportato dalle preghiere dei
famigliari e degli amici. In quei momenti si ha bisogno soltanto di silenzio ed orazioni.
Il rumore ed i commenti a sproposito lo disturbano. Non credete erroneamente che il
trapassato non ascolti le risate, non percepisca la mancanza di considerazione, la
disperazione... tutto ciò lo riporta nuovamente nel corpo gelido, come spesso la nostra
indifferenza verso i destini altrui. Pertanto cari miei, quando dovete salutare un
fratello, un amico o un conoscente che sta per oltrepassare la porta della “morte” verso
la vita, pregate in silenzio dicendo loro: che Dio ti accompagni, abbiate per lui il
maggior affetto e rispetto possibile. Il viaggiatore porterà con sé il ricordo del tuo
nobile gesto perché nessuno si scorda di chi un giorno gli ha teso la mano. Chi parte
lascia tutto quanto quello che ore prima apparteneva loro, pantofole, cuscino, vestiti
ecc. Anche per questo nessuno ha il diritto di causare maggior apprensione e dolore.
Se vuoi prestare un’ultimo omaggio, avvicinati per pregare. Sappi che oltre ad averlo
aiutato, da lui sarai ricordato. Quando andiamo nelle cappelle che si trovano nelle
stazioni di Addio per salutare qualcuno, dobbiamo farlo per amicizia, amore e con
rispetto. Non è un luogo per le risate, per i rumori né per i commenti, bensì luogo per
aiutare colui dall’apparenza inerte, nella sua lotta per uscire dal corpo fisico e volare
verso il cielo della tranquillità, nel mondo spirituale. Le prime ore dopo il trapasso
spesso sono drammatiche non solo per la famiglia ma soprattutto per colui che fa
ritorno al mondo spirituale. Il protagonista dovrà lottare con la nuova realtà, che la
morte non esiste, con le verità del nuovo mondo dove potrà leggere le anime di coloro
che sono rimasti. È in un momento di fragilità e nessuno ha il diritto di rendere
superficiale questo suo dolore. I materialisti, senza sentimenti non dovrebbero
presentarsi nella stazione dell’Addio perché è un luogo che richiede per tutti,
misericordia e compiacimento per quel grande “esame” e passo che chi ci ha lasciato
sta per compiere.
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QUEL CHE RESTA DI PERSONALE.
Dialogo fra due entità spirituali. A formulare le domande uno spirito da poco
disincarnato, nuovo apprendista nel mondo spirituale presso un’équipe di soccorso
sulla terra ai trapassati.
È giusto quando i familiari si disfano immediatamente delle cose personali di colui
che è appena dipartito?
Sarebbe una mancanza di rispetto. Il trapasso non converte automaticamente
nessuno a santo, quando lo spirito lascia il corpo, spesso cerca ancora i suoi ricordi e le
sue cose personali, per nostalgia. Non è giusto il comportamento di alcune persone che
credendo di essere utili danno subito inizio all’inventario del “morto”; danno via le
pantofole ad uno, la coperta che più apprezzava ad un altro; infine si disfano di tutto
ciò che a loro apparteneva. Qualcuno si è forse soffermato a pensare cosa mai può
passare per la mente e nel cuore del novello disincarnato? Non bastasse la
separazione dal corpo fisico, la famiglia lo disereda pure? Allora la famiglia dovrà
mettere via tutto quello che apparteneva al disincarnato? No, non deve mettere via ma
conservare quegli oggetti per circa sei mesi, dopo potrà donarli. Dobbiamo ricordarci
che sono pochi i disincarnati a liberarsi immediatamente dal corpo fisico e dai beni
materiali, sentendosi felici per questo. La grande maggioranza disincarna in modo
brusco, repentino, portando con sé i ricordi e le nostalgie terrene. Perché allora non
dar loro un po’ più di tempo prima di disfarsi delle cose? Con questo gesto di carità la
famiglia veglierebbe per colui che è dipartito, diversamente potrebbe farlo soffrire.
Prendiamo l’esempio delle vedove frastornate nel cimitero ma che nella notte stessa
del seppellimento frugano fra le cose del marito a caccia di un documento che
garantisca loro la pensione. Aprono cassetti, guardano nel portafoglio, senza alcun
rispetto, in cerca soltanto dell’assicurazione, del libretto di risparmio, infine molto più
preoccupate di non restare sul lastrico. In alcuni paesi se la famiglia non si “sveglia”
la vedova può restare senza la pensione del marito! Credo che una famiglia possa
attendere qualche giorno per reclamare i suoi diritti. Deve proprio farlo appena dopo
il seppellimento? Credo di no, sarebbe molto triste... Il disincarnato è nella condizione
di un malato nel mondo spirituale, necessita di conforto perché è tanta la nostalgia nel
suo cuore, il suo corpo astrale resta attaccato in qualche forma insieme a coloro con cui
hanno convissuto, che hanno amato. Si dice che donare quel che ha appartenuto a
qualcuno che è trapassato gli porti bene nell’aldilà. Sarebbe facile consigliare i genitori
di un ragazzo morto prematuramente per problemi di droga, incidenti o altro a donare
le cose del proprio figlio al fine di aiutarlo nel suo cammino, ma non è donando tutto in
una sola volta che aiuteremo i nostri cari, per farlo dobbiamo cercare i diseredati della
società, i cosiddetti poveri e cominciare a preoccuparci per loro. È una trasformazione
lenta. Viceversa non sarà la donazione degli oggetti appartenuti ad altri a cambiare in
meglio l’anima di coloro rimasti in vita. Coloro che così pensano, già dimostrano la
mancanza d’amore altrui. Molte volte questo prematuro donare traduce soltanto il
desiderio della famiglia nel cambiare l’arredamento. Abbiamo visto delle vedove che si
disfano di tutto, dalle cravatte alle collezioni del marito. Questa donna stava
aiutandolo? Certo che no. Lo portava invece alla disperazione, tutto perché l’anima
umana è complicata e attaccata alle cose materiali. È giusto donare quel che non ci
serve più, ai bisognosi ma in questi particolari casi è raccomandabile attendere
qualche tempo, per facilitare il lento distacco materiale del trapassato. In un futuro
quando l’uomo comprenderà la sua vera essenza e che la felicità non è di questo mondo
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non sarà più necessario trattenere ancora quel che “credeva suo”. Spesso quello di dar
via subito gli oggetti è un gesto egoistico di chi rimane, perché crede che non vedendo
più certe cose possa ritrovarsi con un dolore attenuato dimenticando così un passato a
volte scomodo e di grande sofferenza.
Tradotto ed adattato dal portoghese – libro “Na hora do Adeus”
Di Luís Sergio/Irene Pacheco Machado – Brasile 1997.
PREGHIERA PER COLORO CHE NON SONO PIU’ SULLA TERRA
Preghiere per qualcuno che è appena deceduto
59. Prefazione - Le preghiere per gli Spiriti che hanno appena lasciato la Terra
hanno lo scopo non solo di dar loro una testimonianza di simpatia, ma anche quello di
aiutarli a liberarsi dei legami terreni, abbreviando il travaglio che sempre segue la
separazione, e rendendo il risveglio più sereno. Ma anche in questa, come in tutte le
altre circostanze, l'efficacia sta nella sincerità del pensiero, e non nel numero di parole
dette con maggiore o minore enfasi, e nelle quali, per la maggior parte dei casi, il cuore
non ha nessuna parte.
Le preghiere che partono dal cuore risuonano intorno allo Spirito, le cui idee sono
ancora confuse, come voci amiche che vengano a svegliarlo dal sonno (vedere capo
XXVII, n. 10 del Vangelo Secondo lo Spiritismo).
60. Preghiera - Dio Onnipotente, scenda la Vostra misericordia sull'anima di X..., che
avete appena richiamata a Voi. Possano le prove che lui ha subito sulla Terra essergli
tenute in conto. E possano le nostre preghiere addolcire e accorciare le pene che dovrà
ancora patire come Spirito!
Buoni Spiriti che siete venuti a riceverlo, e soprattutto tu, che sei il suo Angelo
Custode, assisitelo, per aiutarlo a spogliarsi della materia. Dategli la luce e la
coscienza di se stesso, ai fine di toglierlo dai perturbamenti che accompagnano il
passaggio dalla vira fisica a quella spirituale. Ispirategli il pentimento degli errori che
ha potuto commettere, e la speranza che gli sarà permesso di ripararvi per affrettare il
suo avanzamento verso la beata vira eterna.
X..., sei appena rientrato nel mondo degli Spiriti e, malgrado ciò, sei presente qui con
noi; ci vedi e ci senti, perché Era te e noi c'e solo il corpo deperibile che hai appena
lasciato e che presto sarà ridotto in polvere.
Hai lasciato il grossolano involucro, soggetto alle vicissitudini e alla morte, e hai
conservato solo l'involucro etereo, imperituro e inaccessibile alle sofferenze. Se non vivi
più in quanto corpo, tu vivi la vita degli Spiriti, e questa vita è esente da quelle
miserie che affliggono l'umanità.
Non hai più il velo che nasconde ai nostri occhi lo splendore della vita futura. Tu puoi
ormai contemplare nuove meraviglie, mentre noi siamo ancora immersi nelle tenebre.
Tu vai a percorrere lo spazio e a visitare i mondi in tutta libertà, mentre noi
arranchiamo penosamente sulla Terra dove ci trattiene il nostro corpo materiale
simile, per noi, a un pesante fardello.
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L'orizzonte dell'infinito si va dispiegando davanti ai tuoi occhi, e in presenza di tanta
grandezza tu comprendi la vacuità dei nostri desideri terreni, delle nostre ambizioni
mondane e delle gioie futili che fanno la delizia degli uomini.
La morte non e che una separazione di pochi istanti tra gli uomini. Dal luogo d'esilio
dove ancora ci trattiene la volontà di Dio, così come i doveri che ancora dobbiamo
assolvere su questa Terra, noi ti seguiremo con il pensiero fino ai momento in cui ci
sarà permesso di ricongiungerci a te, come tu ti sei ricongiunto a coloro che ti hanno
preceduto.
Se noi non possiamo seguirti, tu invece puoi seguirci. Vieni dunque tra coloro che ti
amano e che tu hai amato; sostienili nelle prove della vira; veglia su quelli che ti sono
cari; proteggili secondo le tue possibilità e addolcisci i loro rimpianti con il pensiero che
ora tu sei più felice, e con la consolante certezza che un giorno tutti si
ricongiungeranno a te in un mondo migliore.
Nel mondo in cui ti trovi, tutti i risentimenti terreni devono spegnersi. Possa tu, per la
tua felicità futura, essere ormai a loro inaccessibile! Perdona dunque coloro che hanno
potuto commettere dei torti nei tuoi confronti, come ti perdonano coloro che possono
averne ricevuti da te.
Nota - Si possono aggiungere a questa preghiera, che si adatta a tutti, parole speciali,
secondo le circostanze particolari di famiglia o di relazione e secondo la posizione
sociale del defunto.
Quando si tratta di un bambino sappiamo, secondo lo Spiritismo, che non ci troviamo
di fronte a uno Spirito di recente creazione, ma a uno Spirito che ha già vissuto altre
vite e che può essere già molto progredito. Se la sua ultima esistenza è stata breve, è
perché aveva bisogno solo di un supplemento di prova, o doveva essere una prova per i
suoi genitori (vedere capo V, n. 21 del Vangelo Secondo lo Spiritismo).
61. Altra preghiera - Signore Onnipotente, che la Vostra misericordia si stenda sui
nostri fratelli che hanno appena lasciato la Terra! Che la Vostra luce brilli davanti ai
loro occhi! Fateli uscire dalle tenebre; aprite loro gli occhi e le orecchie! Che i Vostri
buoni Spiriti li circondino e facciano loro sentire parole di pace e di speranza!
Signore, per quanto indegni possiamo essere, abbiamo l'ardire di implorare la Vostra
misericordiosa indulgenza a favore di questo nostro fratello che vai avete appena
richiamato dall'esilio. Fate che il suo ritorno sia quello del figliol prodigo. Dimenticate,
mio Dio, gli errori che ha potuto commettere per ricordarvi solo dei bene che ha potuto
fare. La Vostra giustizia è immutabile, ben lo sappiamo, ma immenso è il Vostro
amore. Noi Vi supplichiamo di mitigare la Vostra giustizia alla fonte di bontà che da
Voi discende.
Che la luce si faccia per te, fratello mio, che hai appena lasciato la Terra! Che i buoni
Spiriti dei Signore discendano su di te, ti circondino e ti aiutino a scuotere le tue
catene terrene! Comprendi e osserva la grandezza del nostro Maestro. Sottomettiti,
senza lamentarti, alla Sua giustizia, ma non disperare mai della Sua misericordia.
Fratello! Che un serio ritorno al tua passato ti apra le porte dell’avvenire, facendoti
comprendere gli errori che lasci dietro di te, e il lavoro che ti rimane da fare per
ripararli! Che Dio ti perdoni, e che i Suoi buoni Spiriti ti sostengano e ti incoraggino!
Pregheranno per te i tuoi fratelli della Terra, che a te domandano di pregare per loro.
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PREGHIERE PER LE PERSONE CHE ABBIAMO AMATO
PREFAZIONE. Quanto è spaventosa l'idea del nulla! Quanto sono da compiangere
coloro che credono che la voce di un amico che piange il suo amico si perda nel vuoto e
non trovi un'eco per risponderle! Non hanno mai conosciuto le pure e sante gioie
dell'affetto, coloro che pensano che tutto muoia con il corpo, che il genio che ha
illuminato il mondo con la sua vasta intelligenza sia un gioco della materia che si
spegne per sempre come un soffio, che dell'essere più caro, di un padre, di una madre,
di un figlio adorato non rimanga che un po' di polvere che il tempo disperde senza che
ne resti nulla. Come può, un uomo di cuore, restare freddo a questo pensiero! Come
l'idea di un assoluto annientamento non lo gela per lo spavento e non gli fa, almeno,
desiderare che non sia cosi?
Se, fino ad oggi, la ragione non è stata sufficiente a togliergli i suoi dubbi, ecco che lo
Spiritismo giunge per dissipare tutte le incertezze sull'avvenire, con le prove materiali
che fornisce della sopravvivenza
dell'anima
e
dell'esistenza
degli esseri
d'oltretomba. Cosi queste prove sono accolte ovunque con gioia, e risorge la fiducia,
perché l'uomo oramai sa che la vita terrena non è che un breve passaggio, che conduce
ad una vita migliore, che il suo lavoro quaggiù non è stato vano per lui, che i più santi
affetti non sono spezzati senza speranza. (Capitolo 4, N. 18, Capitolo 5).
PREGHIERA. Degnati, mio Dio, di accogliere favorevolmente la preghiera che io ti
rivolgo per lo Spirito di ................
Fagli intravedere il tuo divino splendore e
rendigli facile la via dell'eterna felicità. Permetti che gli Spiriti buoni gli rechino le mie
parole ed il mio pensiero. Tu, che in questo mondo mi sei stato caro, ascolta la mia
voce che ti chiama per darti una nuova testimonianza del mio affetto. Dio ha
permesso che tu fossi liberato prima di me, né io posso lagnarmene senza egoismo,
poiché sarebbe rimpiangere che ti siano state risparmiate sofferenze e dolori della vita.
Attendo, dunque, con rassegnazione il momento della nostra riunione nel mondo più
felice in cui mi hai preceduto. So che la nostra separazione non è che momentanea e
che, per quanto lunga possa sembrarmi, la sua durata scompare di fronte all'eternità
di gioia che Dio promette ai suoi eletti. Che la sua bontà mi preservi dal fare qualsiasi
cosa che possa ritardare questo felice istante, e che mi risparmi anche il dolore di non
ritrovarti al momento dell'abbandono della mia prigionia terrena. Quanto è dolce e
consolante la certezza che non c'è fra noi che un velo materiale che mi impedisce di
vederti! Che tu puoi essere qui, al mio lato, vedermi ed ascoltarmi come prima e
meglio ancora di prima, che tu non mi dimentichi, come io non ti dimentico, che i
nostri pensieri non cessano di confondersi gli uni con gli altri, e che il tuo pensiero mi
segue sempre e mi sorregge.
Che la pace del Signore sia con te.
Tratta dal libro Il Vangelo Secondo lo Spiritismo – Allan Kardec.
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I Gioielli Restituiti
Esiste una parola chiave per affrontare con serenità ed equilibrio la morte di una
persona cara: Sottomissione.
Esprime l’accettazione dell’inevitabile, considerando che al di sopra dei desideri umani
prevale la volontà di Dio, che ci offre l’esperienza della morte in favore del
miglioramento della nostra vita...
A questo proposito, vorrei ricordare un’antica storia su di un rabbino, predicatore
religioso giudaico che viveva molto felice con la amata sposa ed i figli, ragazzi
intelligenti, attivi, amorevoli e disciplinati.
Per via delle sue attività, una volta il rabbino si assentò per un viaggio di diversi
giorni. Nel frattempo, un grave incidente causò la morte dei due ragazzi.
Possiamo immaginare il dolore di quella madre!... A dispetto dei fatti era una donna
forte. Sorretta dalla fede e dall’incrollabile fiducia in Dio, sopportò l’impatto
degnamente. La sua maggiore preoccupazione era il marito. Come dargli la terribile
notizia?!...
Temeva che la forte commozione lo facesse soccombere, soffriva
d’insufficienza cardiaca. Ha pregato tantissimo implorando un’ispirazione a Dio . Il
Signore non l’ha lasciata senza risposta...
Trascorsi alcuni giorni il rabbino ha fatto ritorno a casa. È arrivato tardi, stanco dal
lungo viaggio, ma molto felice. Ha abbracciato teneramente la sposa domandandole in
seguito dei figli...
Non preoccuparti mio caro. Loro arriveranno dopo. Vai pure a lavarti mentre preparo
qualcosa da mangiare.
Poco dopo, già seduti a tavola, parlavano del più e del meno, si raccontavano dalla
nostalgia di quei giorni di lontananza...
Ed i bambini? Perché ci mettono così tanto?...
Lascia i ragazzi... Voglio che tu mi aiuti a risolvere un problema...
Cos’è successo? Ho notato che sei un po’ pallida!... Parla pure! Lo risolveremo insieme,
con l’aiuto di Dio!...
Quando sei partito, un nostro amico mi ha cercata chiedendomi di prendermi cura di
alcuni dei suoi gioielli, di valore inestimabile. Sono straordinariamente preziosi! Non
ho mai visto nulla di simile. Il problema è questo: lui li verrà a prendere ed io non ho
alcuna intenzione di ridarglieli.
Cosa dici donna! Non ti riconosco! Non hai mai coltivato queste vanità!...
È che non avevo mai visto gioielli come questi. Sono divini, meravigliosi!
Ma non ti appartengono...
Non riesco ad accettare la possibilità di perderli...
Nessuno perde quello che non possiede. Trattenerli equivarrebbe ad un furto!
Aiutami!...
Certo che lo farò. Andremo a restituirli insieme, oggi stesso.
Va bene mio caro, sia fatta la tua volontà. Il tesoro sarà restituito. I gioielli ERANO I
NOSTRI FIGLI. Dio, li aveva concessi alla nostra guardia, in prestito, ed è venuto a
riprenderli!
Il rabbino comprese il messaggio malgrado provasse la forte angoscia che caratterizza la
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separazione che spesso spinge a gesti più disperati.
Il marito e la moglie abbracciarono emozionati in un misto di lacrime copiose, senza lamenti di
rivolta o disperazione...
Richard Simonetti
Per una corretta formazione spiritista si raccomanda la lettura delle opere basiche di Allan
Kardec (Edizioni Mediterranee).
Allan Kardec
Il Libro degli Spiriti
Il Libro die Medium
Il Vangelo Secondo gli Spiriti
Le rivelazioni degli spiriti. Il cielo e l'inferno
Le rivelazioni degli spiriti. Genesi, miracoli, profezie
Léon Denis
Nel mondo invisibile
Dopo la morte.
LETTURE COMPLEMENTARI:
Ernesto Bozzano
La crisi della morte. Che cosa accade e che cosa si prova nel momento del trapasso e dell'ingresso
nella nuova dimensione.
I morti ritornano. La dimostrazione della sopravvivenza dopo la morte e le testimonianze delle
'Entità' in un classico dello spiritismo.
SdS
tel. 328.0077657 (orario uff)
sentieridellospirito@infinito.it - www.sentieridellospirito.it
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