domenica 31 luglio 2011

Entrare in contatto

SOGNI
Molte persone hanno chiesto se è possibile raggiungere i cari
defunti in sogno. La risposta è un chiaro sì? Il corpo spirituale
abbandona il corpo fisico ogni notte mentre dormite. Il corpo fisico
è pieno di energie cosmiche come lo è il corpo spirituale ma a un
livello superiore. Nello stato onirico noi siamo molto sensibili alle
impressioni degli spiriti perché non siamo coinvolti a un livello
conscio o mentale. In altre parole, buona parte del nostro controllo
sta riposando, come pure il nostro pensiero razionale. Per questo
motivo rimaniamo facilmente impressionati. Nel corpo spirituale
riusciremo a vedere i nostri cari e le guide e a prevedere eventi
futuri e addirittura vite passate. Ed è anche il momento in cui la
nostra famiglia di spirito comunica con noi. Dato che nello stato
onirico siamo più vicini ai livelli degli spiriti, ci è più facile
comunicare con i nostri cari defunti. Come già detto in un
precedente capitolo, il modo più facile per raggiungere gli spiriti
quando si dorme è pensare a loro prima di addormentarci. Molti
miei clienti hanno usato con successo questo metodo e tuttavia non
ricordano o potrebbero ricordare solo pezzetti o rapide visioni. Di
solito i nostri sogni non sono affatto sensati. Rammentare i sogni
richiede pratica e disciplina.
Vi sono molti sistemi per ricordare i sogni. Uno è quello di tenere
accanto al letto un registratore e, appena svegli, incidere tutte le
impressioni, le scene e le sensazioni. Potete anche annotarle ma la
maggior parte della gente trova questo metodo più difficile da
mantenere a lungo. Se prendete l’abitudine di registrare i sogni,
rimarrete stupiti per quanto più riuscite a ricordarli.
VISIONI
Molti hanno affermato di vedere i loro cari nella stanza in piedi
accanto al letto o seduti su una sedia in salotto. Più ricettivi e meno
mentalmente bloccati diventate, più facilmente riuscirete a vederli.
STRINGETE UN PATTO
Un altro esercizio per contattare il mondo degli spiriti è quello di
chiedere semplicemente a un amico spirito di essere presente in un
dato momento della giornata. Spiegate che volete che dimostrino la
loro esistenza eseguendo una particolare azione. Per esempio, una
cliente che aveva perso il figlio gli chiedeva tutte le sere: «Voglio
che tu stabilisca con me un segnale per farmi capire che sei qui. Fai
lampeggiare l’abat-jour una volta se la risposta è sì, due volte se è
no». Dopo avere fatto questa richiesta per due mesi, scoprì che lui
le stava rispondendo proprio come aveva chiesto lei. Forse questo
tentativo non riuscirà a tutti. Ovviamente questa madre e lo spirito
di suo figlio erano molto determinati e i risultati furono buoni. E’
più facile che riescano se chiedete agli spiriti di dimostrare la loro
presenza eseguendo piccoli compiti. Non chiedete di muovere
oggetti o di aprire porte o di cantare una canzone?
A causa della struttura energetica degli spiriti, abbiamo scoperto
che il metodo più semplice per far sì che si rivelino è quello di
usare qualcosa di elettrico.
Gli spiriti possono influire sull’elettricità in molti modi. Alcuni
sono capaci di influire sul campo di forza elettrico dei protoni e
degli elettroni e di produrre cambiamenti nei vari oggetti elettrici in
giro per la casa. Ciò vale soprattutto per il defunto che da vivo era
altamente emotivo. L’energia emotiva può essere impiegata come
conduttore.
Risultati
Ecco come gli spiriti fanno sapere ai loro cari che sono presenti
senza servirsi di un medium:
Luci. Molte volte vedrete delle luci nella stanza tremolare o
lampadine nuove spegnersi di colpo. Più spesso le luci vengono
colpite quando lo spirito passa molto tempo attorno a voi o
quando sa che quello è un metodo per attirare l’attenzione.
Televisione. Si sa che gli spiriti rendono incomprensibili le
immagini sul televisore. Ci sono stati casi in cui è apparso il volto
di uno spirito sul monitor o in cui il televisore si è acceso e
spento da solo.
Radio. Molte radiosveglie accanto ai letti di persone care si
accendono a ore diverse. A volte a un’ora che ha un qualche
significato per il caro defunto. Spesso la radio si accende quando
trasmette una canzone particolarmente significativa.
Musica. Molte volte, a modo loro, gli spiriti riescono a inculcarvi
una canzone oppure voi pensate a loro quando sentite alla radio
una data canzone.
Orologi. Sono stati riferiti casi di orologi che si fermano
nell’esatto istante della morte di una persona cara o che
smettono di funzionare senza alcun motivo.
Telefoni e segreterie telefoniche. Dopo la morte di qualcuno
capita di ricevere una telefonata senza che vi sia nessuno all’altra
estremità della linea. Oppure sentite realmente la voce dello
spirito. In alcuni casi la voce è stata registrata su una segreteria
telefonica.
Elettrodomestici. Si sa di elettrodomestici che si fermano o
partono in momenti differenti quando nessuno è nei paraggi. E’
questo un altro sistema degli spiriti per ottenere la vostra
attenzione. Ho scoperto che è piuttosto comune, specialmente se
uno spirito era dedito alla cucina o passava molto tempo in quel
locale da vivo.
Computer. L’EVP, o Electronic Voice Phenomenon (fenomeno di
voce elettronica), è diventato assai diffuso. Non solo gli spiriti
sanno usare i telefoni e le segreterie telefoniche, ma sono anche
apparsi sugli schermi dei computer. Questa attività pare assurda,
a meno che non manifesti il desiderio di uno spirito di rassicurare
una persona cara che lui è veramente vivo. Uno spirito potrebbe
anche essersi interessato ai computer da vivo.
Altri segni
Odori. Un segnale molto comune subito dopo o molti mesi dopo
un trapasso è il profumo. All’improvviso uno sente il debole
aroma di un sigaro o di rose o di un aroma familiare. Questi
profumi sono collegati alle persone defunte. Per esempio, la
madre di una persona potrebbe avere utilizzato un certo profumo
e inaspettatamente esso pervade la stanza. Lo stesso vale per
l’odore delle sigarette se il caro defunto era un fumatore. I nostri
cari che vogliono farci sapere che sono vicini a noi usano questi
profumi e odori.
Doni. Gli spiriti inviano molti doni e altri materiali ma noi non
comprendiamo che vengono dai nostri cari. Molte volte durante
un contatto è comparso un defunto che ha detto: «Spero ti
piaccia la collana d’oro che ti ho dato la settimana scorsa». Il
cliente mi fissa allora stupito e chiede: «Di che sta parlando?».
Spiego che lo spirito può indurci a comperare certe cose. Gli
spiriti intervengono a nostro favore in molti modi; per esempio,
quando riceviamo inaspettatamente una dozzina di rose o
acquistiamo una casa senza grossi problemi o se troviamo il
lavoro che volevamo. Sono questi segni che indicano che i nostri
cari sono con noi e desiderano aiutarci.
Animali. Gli spiriti usano spesso gli animali. Molte volte gli
esseri di spirito inducono un uccello o un animaletto ad
avvicinarsi a noi per attrarre in qualche modo la nostra
attenzione. Un altro segno della loro vicinanza: una mia cara
amica morì in febbraio. Io mi recai in una New York sepolta sotto
sessanta centimetri di neve per visitare la sua tomba. Non
riuscivo a trovarla quando, all’improvviso, si fermò accanto a me
un furgone; il guardiano si sporse dal finestrino e mi disse: «E’
proprio lì sotto i suoi occhi». Lo ringraziai, lui si allontanò. Pensai
fosse strano che fosse capitato lì proprio in quel momento. Dopo
un po’ guardai nel punto che mi aveva indicato e, lì accanto, vidi
una ghiandaia di un blu brillante appollaiata sul ramo di un
albero. Attenzione, faceva molto freddo e c’era neve dappertutto.
Non la considerai una cosa tanto insolita finché nel pomeriggio
non andai a trovare il marito della mia amica, Jack. Appena
entrato le prime parole di Jack furono: «Se vuoi qualcosa di
Connie, ti prego, prendila». Io girai la testa a destra e lì, su uno
scaffale, vidi un uccello azzurro di vetro che mi fissava.

Tratto dal libro MESSAGGI DA LASSU’ di James Van Praagh

mercoledì 20 luglio 2011

Oltre il Dolore

Per ogni cosa c’è il suo momento,
e un tempo per ogni faccenda sotto il cielo:
un tempo per nascere e un tempo per morire.
ECCLESIASTE 3-1
Riusciamo mai a superare il dolore per la perdita di una persona
cara? E’ possibile ricominciare una nuova esistenza senza qualcuno
che la divida con noi? I ricordi dei periodi piacevoli ci aiuteranno a
riprendere a vivere?
A queste domande non vi sono facili risposte, Una volta che
qualcuno è passato dal mondo fisico a quello spirituale, non lo
potremo più sentire fisicamente come prima. Possiamo comunque
sentirlo e condividere con lui la nostra vita mantenendone vivo il
ricordo nella nostra mente e nel nostro cuore e accettando il fatto
che, da essere spirituale non più limitato da qualità fisiche, sarà
attorno a noi più di prima.
Come dice la citazione della Bibbia, c’è un tempo e un luogo per
ogni esperienza e circostanza sulla terra. Ogni volta che torniamo
nel mondo fisico, viviamo un’esperienza di crescita dell’anima. Ogni
circostanza della nostra vita determina e valuta la nostra crescita.
Come il ciclo delle stagioni quando qualcosa muore in inverno per
rinascere in primavera, la vita non può esistere senza una fine e un
nuovo inizio. Tutto ciò che facciamo è finalizzato alla crescita.
A questo scopo ogni creatura vivente su questo pianeta
sperimenta in un modo o nell’altro la perdita. Sarà la perdita del
lavoro, la perdita causata da un divorzio, da un incidente o da un
atto criminale. Potrà trattarsi di un obiettivo non raggiunto o
semplicemente dell’invecchiamento. Consideriamo queste perdite
come dolorosi stravolgimenti, eppure scopriamo spesso che
anch’esse hanno un loro posto e un loro tempo nella nostra
esistenza. Per sperimentare una perdita e trasformarla, vi sono dei
passi che possiamo fare per avviarci sul sicuro sentiero di una vita
più sana, più piena e meglio orientata. Il primo di questi passi è
riconoscere e affrontare il dolore.
Come riconoscere il dolore
Il dolore ha molti aspetti, fisici, psichici ed emotivi. Impotenza,
ansietà, insonnia, paura, palpitazioni cardiache, addirittura pensieri
di suicidio possono essere considerati sintomi o indizi di dolore.
Importante è rendersi conto che soffrire per la perdita di qualcuno
(o addirittura di qualcosa come il lavoro) è normale e naturale.
Quando soffriamo abbiamo l’impressione che la nostra vita sia finita
e che non sarà più uguale a prima. Ci sembra di non potere
resistere un altro giorno senza la persona persa. E’ come se tutto il
mondo attorno a noi si fosse capovolto. Nulla pare più andare bene
o avere senso. Sembriamo del tutto squilibrati in ogni area della
vita. Non riusciamo a pensare in modo chiaro, né prendere
decisioni in modo corretto. Ci accorgiamo spesso di non riuscire a
controllare le emozioni o ci mettiamo a piangere di fronte alle
minime sfide. Tutte queste sensazioni fanno parte dell’esperienza
del dolore e non le si dovrebbe respingere o giudicare sbagliate.
In un simile momento è normale per la persona che ha perso
qualcuno provare un senso di apatia verso la sua stessa salute
fisica, emotiva e spirituale. Di massima importanza per l’individuo è
riuscire a far fronte al dolore con l’obiettivo di ridare un qualche
senso di benessere all’esistenza.
Come si può fare? Come riprenderci dal dolore?
Sebbene questo libro sia imperniato sulla perdita di una persona
cara, le seguenti fasi sono applicabili a qualsiasi perdita, di una
persona, di un animale, della casa, del lavoro o del dover convivere
con una malattia a lungo termine. Questo processo di guarigione
riguarda la maggior parte delle situazioni in cui non sappiamo che
fare.
CHOC
Quando le persone vengono a sapere che un loro caro è morto,
la loro prima reazione potrebbe essere uno choc o un senso di
intontimento e il solo pensiero sarà: Non è possibile, non è vero.
Potrebbero rifiutare l’idea che la perdita sia realmente accaduta.
Sembrano in trance, simili a zombi, mentre si trascinano in giro
senza quasi accorgersi dell’ambiente circostante. In seguito
potrebbero non ricordare neppure quei primi giorni dopo la notizia.
E’ con questa perdita di memoria che la natura ci viene in aiuto.
Chiudendo i battenti, la mente cerca inconsciamente di adattarsi
all’improvviso cambiamento di vita.
Questo primo choc potrà durare poche ore o alcuni giorni, ed è
essenziale, appena inizia a svanire, avere un amico intimo o una
persona cara che ci stia vicino nel dolore.
Di solito parenti e amici ci circondano durante il funerale, per poi
scomparire alla fine della cerimonia. Ed è proprio in quel momento
che noi usciamo dallo stato di torpore e abbiamo più che mai
bisogno di qualcuno. Perché allora inizia la vera sofferenza.
Mentre soffrite, ricordate che rabbia e offesa sono reazioni
normali alla perdita. Supererete il dolore e la vita riprenderà il suo
corso.
RIFIUTO
Quando proviamo dolore, tendiamo a negarlo. Così facendo ci
pare di alleviare la sofferenza.
Desideriamo a tal punto negare l’esistenza del dolore che,
negandolo, ci inganniamo pensando che non esista. Ancora una
volta è il nostro inconscio che cerca di affrontare la perdita. Il
rifiuto può manifestarsi in molti modi:
1 - Perdiamo interesse o smettiamo di farci coinvolgere dalla vita
quotidiana.
2 - Dormiamo troppo o soffriamo d’insonnia.
3 - Perdiamo l’appetito.
4 - Non c’interessiamo più della nostra igiene quotidiana.
5 - Cadiamo in depressione e ci sembra di non avere la forza per
uscirne.
E’ importante comprendere che la negazione di sé è una fase
normale del processo del dolore e che alla fine ne usciremo.
L ASCIATEVI ANDARE AL DOLORE
Il primo passo sulla via della guarigione è l’accettazione della
realtà della situazione: l’avere patito una perdita. La perdita è
reale, ed è essenziale riconoscerla. E’ normale provare dolore.
Lasciatevi andare a questo sentimento! Non reprimete la rabbia, la
tristezza, il turbamento o il senso di impotenza. Sono tutti
sentimenti molto naturali. Non mascherateli né nascondeteli,
pensando di essere immaturi o che questo modo di comportarsi
non sia accettabile. Se avete voglia di piangere, piangete.
Piangete! Il pianto è una reazione naturale e necessaria per guarire
il corpo. E’ scientificamente dimostrato che le lacrime di tristezza
sono biochimicamente diverse da quello del riso e della gioia. Il
pianto quindi rilascia realmente alcune sostanze chimiche dal
corpo.
E’ più che normale che voi pensiate spesso alla persona cara e
che, nel farlo, nei vostri pensieri si insinui a volte l’ira. Se siete
adirati, lasciate che la rabbia fuoriesca senza danneggiare voi o gli
altri. Liberatevene facendo qualcosa di fisico, come uno sport o
prendere a pugni un cuscino o recarvi in un luogo isolato e urlare
quanto volete. E’ comprensibile che vi sentiate feriti e addolorati, e
vi farà bene liberare la vostra ira in modi benefici.
Non definite, inoltre, il modo in cui dovreste sentirvi. Siamo tutti
individui e i nostri rapporti reciproci sono soltanto nostri. Per
questo motivo ciascuno di noi reagisce in modo differente a una
situazione, specialmente a una perdita. Non giudicatevi basandovi
su come gli altri si sentono. Non vi è un modo giusto e uno
sbagliato.
Molto normale è anche desiderare di allontanarci al più presto dal
dolore, per cui cercheremo di curarci con tranquillanti. A volte ne
avremmo bisogno come sollievo temporaneo. I farmaci comunque
impediscono il miglioramento a lungo termine e di solito i
sentimenti che cerchiamo di reprimere emergeranno in un modo o
nell’altro.
Nel corso di anni di sedute ho incontrato centinaia di persone e
comprendo immediatamente quando non hanno ancora affrontato il
lutto. Lo fanno capire i loro corpi dato che l’aspetto esteriore
rispecchia quello interiore. Hanno a tal punto represso le sensazioni
che ora paiono malaticci. I sentimenti di dolore non elaborati li
consumano letteralmente e si manifestano in una miriade di
problemi di salute e malattie, come obesità, allergie, mali, dolori,
problemi di respirazione e, in alcuni casi, cancro.
Per rimanere sani, dobbiamo quindi vivere a fondo l’esperienza di
ciò che proviamo. I nostri sentimenti sono il barometro della vita.
RICONOSCIMENTO E ACCETTAZIONE
Una volta superati choc, rifiuto, offesa, dolore e rabbia,
passeremo alla fase del riconoscimento e dell’accettazione di quella
morte. Questo è il primo passo per riportare un po’ di equilibrio
nella nostra vita. Accettare la morte di una persona cara non vuole
dire approvarla. Stiamo semplicemente vedendo la situazione in
modo realistico. Comprendiamo che il nostro caro è morto e che
non lo vedremo più fisicamente. Lo rivedremo comunque quando
giungerà il nostro momento di passare nel regno spirituale.
Una perdita è una perdita, ed è impossibile cambiarla. La
quantità di dolore che proveremo corrisponderà direttamente
all’intensità dei nostri sentimenti per la persona deceduta.
E’ importante, tuttavia, rendersi conto che, soffrendo, si imbocca
la via della guarigione. Inizierete a riguadagnare le vostre forze e
riprenderete a vivere e ad apprendere le lezioni che siete qui per
imparare.
SISTEMARE QUESTIONI PRATICHE
Oltre ad affrontare emotivamente una perdita, è importante
anche stabilire un senso di ordine nella vita quotidiana da un punto
di vista finanziario e pratico. Ciò vale soprattutto se la parte
finanziaria della vostra relazione era in mano alla persona
deceduta. Anche qui, non abbiate paura di chiedere aiuto. Un
familiare o un amico potrà darvi dei consigli in questo campo e
aiutarvi molto più di quanto abbiate mai immaginato.
Se vi sono richieste di risarcimento medico o assicurativo,
lasciate che se ne occupino loro dandovi così una certa serenità
mentale e libertà finanziaria. Quanto prima viene risolta la
faccenda, tanto meglio vi sentirete. Vorrete anche indagare su tutte
le vostre finanze, fare degli elenchi, e riesaminare le vostre
proprietà, i conti bancari, le partecipazioni azionarie e così via.
Avrete forse anche bisogno di elencare le spese, i debiti e i crediti.
Dovrete forse liquidare il vostro patrimonio, se fosse necessario.
Nella maggior parte dei casi dovrete informare i creditori della
morte recente affinché questi ultimi sistemino i loro archivi.
In questo periodo dovrete occuparvi di tutte le questioni legali
riguardanti voi e il defunto. Per poter sistemare la maggior parte
delle faccende pratiche e finanziarie, avrete bisogno di copie del
certificato di morte. Dovrete forse anche contattare un avvocato in
caso di eredità o se dovete liquidare una proprietà.
ANDARE AVANTI
Il sole tramonta, poi risorge. Voi avete vissuto un periodo
incredibilmente emotivo che a momenti vi era parso insopportabile
e avete pensato di non voler più andare avanti. Ciò nonostante è
arrivato il momento in cui vi sentite pronti a valutare la vostra vita
e a continuare. E’ iniziato un nuovo capitolo della vostra esistenza.
E’ questo il momento giusto per cercare una guida da un gruppo
di sostegno. Ve ne sono molti per chi ha sperimentato una perdita,
come per esempio quella di un coniuge, di un figlio, di un fratello o
di qualcuno morto di AIDS, cancro e così via. Nei gruppi di
supporto tutti hanno vissuto un simile lutto e, come voi, hanno
sofferto. Ognuno ha bisogno di aiuto per riprendere a vivere. Io vi
consiglio di partecipare a un incontro di gruppo e di osservare
quello che succede. Cercate di capire se il gruppo è adatto a voi, se
vi sentite a vostro agio con gli altri. Forse desidererete che la prima
volta vi accompagni un familiare o un amico. Essenziale comunque
è che non abbiate paura di chiedere aiuto.
In questo periodo potreste anche sentire il desiderio di iniziare
un’attività fisica su base regolare. Iscrivetevi a una palestra,
giocate a tennis o a golf, camminate o fate jogging ogni giorno. E’
importante praticare un’attività fisica per mantenere la mente
acuta, il corpo in forma e le emozioni in equilibrio. L’attività fisica
aiuta a liberare l’ira, a cancellare la depressione e a inviare ormoni
benefici in tutto il corpo.
Come ho già fatto notare, la sofferenza e la guarigione non
avvengono dalla sera alla mattina, ed è impossibile sapere di
quanto tempo una persona avrà bisogno per guarire e iniziare una
nuova vita. Avrete sempre i vostri cari accanto, anche se non vi
accorgerete della loro presenza. I ricordi che conservate di loro vi
renderanno sempre felici e gioiosi. Non sminuite questi ricordi,
perché sono speciali come lo erano quando li avete vissuti.
Fate attenzione a comportamenti che possono condurre a
danni o lesioni
E’ importante rendersi conto che vi saranno ricadute, per cui è
necessario tenere sotto controllo sentimenti e sbalzi d’umore. Per
esempio, molte persone ricadono nella negazione della realtà,
rifiutando di credere che la morte sia avvenuta. Alcuni non riescono
a uscire dal loro stato di negazione e dolore e potrebbero mostrare
comportamenti autodistruttivi. Siate consapevoli dei seguenti
indizi. Se questi segnali perdurano a lungo, è necessario richiedere
un aiuto specialistico.
1 - Una persona potrebbe cominciare a concepire pensieri di
suicidio; ciò è normale all’inizio, ma se continua a parlare di
come vuole realizzare il piano, attenzione. Adottate misure
preventive.
2 - Una persona in lutto potrà all’inizio avere bisogno di farmaci
come tranquillanti o antidepressivi. Dal momento che è facile
cadere nella dipendenza da tali medicinali, è necessario tenere
queste persone sotto attento controllo. A volte qualcuno cercherà
di celare il dolore o il trauma che sta vivendo, sarà allora
necessario incontrarsi regolarmente con un medico specialista.
Quanto più rapidamente si smette di ricorrere ai farmaci, tanto
prima la nebbia si alzerà e quella persona riuscirà ad adattarsi
alla perdita e a cominciare il processo di guarigione.
3 - Se una persona rimane completamente staccata dalle sue
normali attività e inizia a tormentarsi o a starsene da sola in
stato di depressione per un lungo periodo, è ora di rivolgersi a
un consulente che tratta in modo specifico il dolore. Un terapeuta
può aiutare quella persona a tornare alla realtà.
Sebbene il processo del lutto sia doloroso, è parte dell’esperienza
di vita che tutti noi inevitabilmente attraversiamo. Tutti noi
proveremo la perdita di una persona amata. Dobbiamo sapere che
la supereremo.
Anche se proprio ora non vi è evidente, la vostra luce su questa
terra è necessaria. Nessun altro sulla terra è uguale a voi, perché
voi siete unici. La gente ha bisogno di voi! In un momento di
perdita, proverete un senso di colpa o di mancanza di valore, e
penserete: Se solo... o Avrei potuto... ma questo autolesionismo
non è necessario. Non alimentatelo! Rendetevi conto che il dolore
che sperimentate può aiutarvi a essere un po’ più sensibili verso
altri nella stessa situazione. Un giorno aiuterete qualcuno a
superare il processo della sofferenza. La perdita che patite, per
quanto grande, non è paragonabile alla grandezza del vostro
essere. Siate gentili verso voi stessi e abbracciatevi. Ditevi quanto
vi amate e vi apprezzate per essere vivi e per avere la forza e il
coraggio di affrontare l’avventura incredibile della vita!

Tratto dal libro MESSAGGI DA LASSU’ di James Van Praagh

lunedì 4 luglio 2011

Una bambina di 6 anni comunica con i genitori

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Tratto dal libro “Il dono escatologico” edizioni Magnum

Ma se mi chiamate io vengo,c'ero qualche volta ma ho avuto da fare, sono Ilaria mi avete riconosciuta? Sono andata un po' via un po' di qua' un po' di la,che bello che bello,non che abbia abbandonato il mio papa' e la mia mamma,ma e' cosi' sono stata trasportata dal pensiero forte forte insieme eravamo sulle montagne nella foresta a vedere nuovi animali mai visti,papa' non immagini, non ci sono nei libri non so' ma e' stata.... si chiama avventura ma io capisco piu' di quella mia eta',ascolta mamma Ilaria e' consapevole non immagini ma io conosco i significati che mi vengono trasmessi,sono la vostra bambina ma non lo sono piu' tanto non conoscevo neppure,ascolta la volonta' che cos'e' ,sono un pochino piu' grande ora per voi perche' percepisco non ci potrai credere che sono io ma ti dico che sono io Ilaria tutto intero il mio nome,sono andata siamo andati a ricevere Sara insieme ad altri e Angela me li ricordo man mano che si presentano non sempre con lo sguardo ma li sento, Giovanni,Maria e poi loro in tanti a festeggiare ma noi festeggiamo sempre e poi guardiamo lo spettacolo di voi delle vostre avventure,siete buffi mi piace. Non so' se piu' avanti potrai riconoscermi non so' un po' vedo e un po' no,non posso fare in modo che a papa' sia meglio di prima, ma lui pensera' e pensera' ancora solo cosi' potra' capire ciao ciao a tutti, io sono contenta e non faccio dispetti ma mi rendo mi rendo mi rendo e giusto partecipo. Devo andare ciao a tutti abbraciate il mio papa' e la mia mamma.

Ilaria trapassata per malattia all'eta' di 6 anni