sabato 31 marzo 2012

Inviamo il nostro amore


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Non sono sempre le medesime anime che vengono a incarnarsi sulla
terra. Spesso può succedere che ritornino dopo millenni, ma non è
obbligatorio. Questo perché la terra non è l’unico luogo dove le creature
possono fare degli stages ed evolvere. Dovunque nell’universo ci sono
«terre» dove le creature si istruiscono. Quindi, nella stessa maniera come
degli esseri vengono sulla terra da altri pianeti per compiere determinate
missioni e se ne vanno dopo aver svolto il loro compito, altri esseri
abbandonano la nostra terra per andare su altri pianeti.
Ma nel momento in cui l’uomo muore, le porte della terra si chiudono
dietro di lui; egli si trova impegnato in un’altra corrente e non ha il diritto
di ritornare indietro. Bisogna pregare per loro, bisogna inviare loro
luce affinché evolvano, affinché si liberino, ma non bisogna aggrapparsi a
loro per trattenerli, e soprattutto non bisogna cercare di ricondurli verso
la terra.
Ricorderete ciò che Samuele disse a Saul nel momento in cui apparve:
«Perché mi hai disturbato chiamandomi?» Infatti, i morti che hanno
vissuto sulla terra da grandi spiriti, non amano essere disturbati per
soddisfare la curiosità dei vivi: essi si sentono talmente lontani dalle
preoccupazioni terrene, così meschine e limitate! Certo, non li hanno
dimenticati, accettano di aiutarli, ma in una forma diversa.
Naturalmente la maggioranza degli esseri umani, quando
abbandonano la terra, non vengono immediatamente liberati dagli
attaccamenti terrestri: rimangono legati ai loro parenti, ai loro amici
a luoghi, a possedimenti e, se non sono
hanno sufficientemente evoluti, se non hanno ancora nel loro cuore e nella
loro anima il desiderio di scoprire altre dimensioni e andare verso Dio,
girano attorno a quegli esseri, a quelle case e a quegli oggetti. Sono delle
anime erranti che soffrono e che non possono ancora svincolarsi, a meno
che degli spiriti luminosi non vengano ad aiutarli. Invece, coloro che già
sulla terra sono vissuti nell’amore, nella luce e nelle virtù, abbandonano
molto rapidamente il loro corpo e prendono il volo verso mondi sublimi,
dove navigano nella felicità e nella gioia. Da là possono inviare correnti
benefiche a tutti coloro che hanno lasciato in basso per aiutarli e
proteggerli.
Lasciate che i morti partano tranquillamente verso quei
luoghi dove devono andare. I vostri genitori, i vostri amici, non
aggrappatevi a loro, non tratteneteli col vostro dolore e la vostra
sofferenza. Pregate per loro,
inviate loro il vostro amore, pensate che si liberino e si elevino sempre più
nella luce. Se li amate veramente, sappiate che sarete un giorno con loro.
Questa è la verità. Quante volte ve l’ho già detto: là dove è il vostro
amore, là un giorno sarete anche voi.

Omraam Mikhaël Aïvanhov
Sèvres,
7 Marzo 1966

venerdì 23 marzo 2012

Sentite la mia mancanza - ma lasciatemi andare

Sentite la mia mancanza - ma lasciatemi andare
quando arrivo alla fine della strada
ed il sole per me è tramontato.
Non voglio lacrime in una stanza tenebrosa:
perché piangere per un anima lasciata libera?
Sentite la mia mancanza, un po’ - ma non a lungo
E non con la testa china.
Ricordate l’amore che una volta condividevamo:
sentite la mia mancanza - ma lasciatemi andare.
Perché questo è il viaggio che tutti devono fare
ed ognuno deve andare da solo.
Fa tutto parte del piano del Maestro:
un passo sulla strada verso casa.
Quando siete soli e col dolore in cuore
Andate dagli amici che conosciamo,
e seppellite i vostri dolori facendo buone opere;
sentite la mia mancanza - ma lasciatemi andare.
Forse se potessimo vedere lo splendore della terra
Alla quale i vostri cari vengono chiamati
Capiremmo;
forse se potessimo sentire il benvenuto che loro ricevono
da vecchie voci familiari, tutte cosi care,
noi non ci addoloreremmo.
Forse se potessimo conoscere il motivo per cui se ne sono andati
Sorrideremmo - ed asciugheremmo le lacrime ........
Aspetteremmo, contenti.

(Anonimo Irlandese)

sabato 17 marzo 2012

Legami ultraterreni


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Domanda: Qual è il motivo per cui ci si rincontra nell'aldilà?
Entità Beata: Quelli tra i quali vi è un legame spirituale forte e reale, si rincontreranno; quelli che, invece, vivono il rapporto con gli altri come se questi fossero per loro delle comparse, non lo faranno. .. Chi non fa scaturire nei propri rapporti una "fiamma", un fuoco, non riesce poi a suscitarlo in altri. Cioè, se tu non senti l'altro dentro te, se tu non senti l'altro come parte di te; se tu non ti senti legato a lui, se tu non hai amicizia verso di lui, ma lo vedi solo come una rappresentazione; quello realmente è una rappresentazione, perché da te voluto essere tale: è un parto della tua percezione. E quindi non lo incontrerai. Però nel momento in cui tu lo senti come un legame veramente forte, allora questo si ricreerà ancora più forte; perché il legame creato dall'amore non può essere che indissolubile, in una creazione ove Tutto è Giustizia e Legge.
.. Domanda: Quando tra due persone non c'è "contemporaneità del sentire", l'incontro avviene lo stesso nel cosiddetto "aldilà"?
Entità Beata: No. O comunque ci sono molte meno possibilità. Deve essere un "sentire" da una parte sola talmente forte, da calamitare questo incontro, da crearlo. Ma è molto difficile.
Domanda: Questa affinità che ci lega, da quanto hai detto, si trasferirà nei piani astrale e mentale?
Entità Beata: Dipende da voi, questo. Non è detto che succederà...
Domanda: Se accadrà, preluderà ad una fusione dei nostri "sentire" quando saremo nell'akasico?
.. Entità Beata: .. questo avviene quando .. le creature sono unite da importanti esperienze avute in comune durante più di una incarnazione. Non è, quindi, un incontro di veicoli fisici, astrali e mentali, ma un vero e proprio rapporto, appunto, una fusione.
Domanda: Che cosa prova un ateo dopo il trapasso?
Guida Spirituale: Il maggior danno dell'essere atei, non è il fatto di essere atei, ma proprio questo "silenzio" che dopo il trapasso si percepisce nel piano astrale; e ci si sente veramente in compagnia soltanto dei vermi che ti divorano. Questa è la sensazione provata da molte entità di uomini atei. Parlo di atei, di materialisti in senso veramente scientifico, veramente forte. Dei veri materialisti.
Domanda: Soffrono praticamente della...
Guida Spirituale: Della propria convinzione.
Domanda: Soffrono anche della disgregazione del proprio corpo?
Guida Spirituale: Certo, perché per loro quella era l'unica realtà. .. Quando c'è solo un dubbio, non c'è questo tipo di effetto nel piano astrale. Invece, quando c'è la certezza che Dio non esiste, c'è quel tipo di visione, proprio di vita nel piano astrale. Almeno nei primi momenti. 
Tratto da - Verso la scintilla: dal tempo all'eterno - 

sabato 10 marzo 2012

E' tuo dovere

Dal momento stesso che tu ti fermi ad ascoltare, figlio mio, è tuo dovere cercare di capire fino in fondo.E' tuo dovere ascoltare non solo ciò che ti gratifica ma anche ciò che ti colpisce perché se la freccia giunge al tuo cuore, ciò accade perché hai lasciato il tuo cuore dove non dovevi lasciarlo. E' tuo dovere esprimere il tuo pensiero su ciò che ti viene detto dimostrando a te e agli altri che non partecipi solo per fare atto di presenza, o per non sentirti escluso da qualcosa che, in qualche modo, sembra elevare dalla massa. E' tuo dovere confrontarti con le parole che ti vengono rivolte e, ove tu le ritenga giuste e giustificate, cercare di correggere te stesso facendole diventare un tuo sentire. E' tuo dovere prendere gli insegnamenti che ricevi e cercare di applicarli prima di tutto su te stesso, perché solo così darai mostra a chi non riesce ad accettarli che essi, se vissuti giustamente, hanno il potere di mutare l'individuo e, attraverso di lui, il mondo intero.E' tuo dovere essere condiscendente verso chi non la pensa come te e non voler imporre ciò che credi giusto, perché le parole giuste sono mie parole, e le mie parole non hanno bisogno di apostoli ma entrano e si fermano nell'animo di colui che è pronto a riceverle e a farne buon uso.E' tuo dovere accettare le critiche e non criticare ricordando che il tuo diritto ha gli stessi confini dei diritti altrui e, se mi ami davvero, devi saper accettare con un sorriso che da altri venga varcato il tuo confine senza avere l'idea di varcare tu, a viva forza, il confine altrui. E' tuo dovere dare spazio agli altri senza imporre la tua presenza e senza pretendere attenzione per te stesso invece che per altri, perché: come puoi giudicare e comprendere se una parola, una carezza o un'azione sono più urgenti per te o per un tuo fratello? E' tuo dovere rispettare chi parla e chi ascolta senza impedirgli di parlare o di ascoltare, così come vorresti che a te fosse permesso di parlare e di ascoltare quando è il tuo momento di farlo. E' tuo dovere essere sincero con chi ti sta a fianco senza mascherarti con falsi sorrisi o con voluta indifferenza perché sai bene quanto male faccia scorgere un falso sorriso o sentirsi ignorati volutamente. E' tuo dovere non fare delle parole che ti vengono rivolte una scusa per un tuo agire sbagliato, per un nascondere il braccio dopo aver scagliato la pietra, attribuendo ad altri la responsabilità di un'azione che appartiene solamente a te. E' tuo dovere non fare delle parole dei miei figli l'unico scopo della tua vita, dimenticando che per quanto importanti esse siano non lo sono a tal punto da farti trascurare i tuoi doveri di uomo, di sposo, di figlio e, soprattutto, di genitore. E' tuo dovere non fare delle parole dei miei figli un testo sacro senza il quale non avere il coraggio di agire e di pensare, un oracolo al quale ricorrere per non prendere da te solo la responsabilità delle tue azioni, perché questo farebbe di esse non solo una cosa priva di vero valore ma addirittura una causa di inibizione del tuo sviluppo. E' tuo dovere accettare e vivere ciò che ritieni giusto, ma rifiutare e chiedere spiegazioni su ciò che ti sembra errato, partecipare attivamente e non estraniarti, essere, insomma, caldo o freddo ma non essere tiepido perché la tiepidezza non porta al tuo intimo e, quindi, a me.E' tuo dovere, figlio mio, osservarti come sei e modificarti dopo esserti compreso perché dal tuo lavoro su te stesso dipende non soltanto la tua vita e quella dei tuoi cari, ma la vita di ogni mia creatura.E' tuo dovere dare agli altri anche il poco che ti è possibile donare ma è anche tuo dovere accettare con gioia dagli altri ciò che gli altri ti donano, senza pensare a doverlo restituire un giorno, senza la paura di restare obbligato e condizionato, perché quanto ricevi in dono è sempre un mio dono e io non mi attendo da te alcuna ricompensa. Se sei qui per imparare come dici, figlio mio, sforzati di farlo. Se sei qui per cambiare te stesso cerca in tutti i modi di non ristagnare. Se sei qui per comprendere approfitta delle possibilità che ti vengono offerte. Se sei qui per conoscere non imporre limite e direzione alla tua conoscenza. Se sei qui per dare agli altri abbandonati alla gioia di dare senza distinguere tra giovane e vecchio, simpatico e antipatico, intelligente e sciocco, buono e cattivo, perché ricorda, figlio mio, che in ogni creatura io sono, e ciò che dai ti verrà reso in misura maggiore. Figlio mio, i tuoi doveri non li scrivo a lettere di fuoco sulla lapide perché nessuna lapide può conservarli così a lungo quanto lo fa la mia voce che parla dentro di te; e non ho posto angeli caduti sul tuo cammino per punire i tuoi errori, né giudici per decidere le tue pene o per emettere giudizi sul tuo operato: per te non ho posto altro carceriere, altro giudice e altro aguzzino che te stesso.Sii ciò che sei il più profondamente possibile, figlio, mio, e scoprirai che le voci invisibili che ti parlano, e le voci dei fratelli che vivono con te nel mondo della materia, e la tua stessa voce, non sono, in verità, che un'unica voce: la mia, e allora niente e nessuno dovrà rammentarti i tuoi doveri perché tu stesso sarai la luce che li sussurra all'universo.

Viola       Cerchio Ifior Genova     
 

sabato 3 marzo 2012

Karma


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L'uomo non è nel suo vivere terreno, sottoposto ad alcuna prova, perché le sue "guide" sanno benissimo in anticipo quale fortezza ha l'uomo nel suo animo, quale capacità, quale possibilità ha, o avrebbe, di risolvere una prova. Mi dite voi quale significato può avere l'interpretazione secondo cui la vita dell'uomo è una prova? Prova di che cosa? Una sorta di collaudo, atto ad accertare se l'uomo è ben riuscito?, se la creazione che Dio ha fatto dell'uomo è un'opera compiuta?, oppure se ne è uscito un aborto, forse? Ma Dio non è onniveggente? E se è onniveggente non ha bisogno di mettere alla prova l'uomo, perché sa già se l'uomo supererà o no la prova che appositamente Dio gli manda. Ed allora, quale senso può avere, per noi, l'interpretazione che la vita dell'uomo è una prova? Nessuno. La vita dell'uomo è la sua nascita spirituale. Non v'è bisogno di mettere alla prova l'uomo per vedere se è ben riuscito e quindi supererà positivamente la prova, o se è mal riuscito e quindi non avrà la forza di superarla. Ciò non ha alcun significato! Ma le vicissitudini alle quali va incontro l'uomo sono necessarie per la maturazione spirituale. Ma la macerazione che egli sopporta nella vita di ogni giorno è nettare alla sua nascita spirituale. Questo è il vero senso e la vera interpretazione della vita dell'uomo. Così, ogni dolore che l'uomo incontra nella sua vita non è una prova, perché questa interpretazione è una superstizione che voi dovete abbandonare. Se non abbandonate questa superstizione, il karma non vi sarà mai chiaro. Il karma non è una prova né un castigo. Ma è un'esperienza, una macerazione, che porta come frutto la nascita spirituale dell'uomo. 

Cerchio Firenze 77