domenica 26 febbraio 2012

La giusta direzione del pensiero


-->
E in potere dell'uomo dare un indirizzo alla propria vita in un senso o in un
altro, una direzione giusta o vivere in maniera sciatta e vuota. Ciò può
avvenire secondo il proprio modo di pensare, positivo o negativo.
Noi possediamo una ricchezza immensurabile, lo Spirito, che ha per suo primo
strumento la mente, ma troppo spesso non ci rendiamo conto di quanto potremmo
realizzare di grande e di bello.
La sorgente è pura, ma non è sempre puro lo strumento.
La mente, se ancora rozza e inquinata da egoismi e da pregiudizi, è rivolta
nella direzione sbagliata e allora è fonte dei tanti mali che costituiscono
la triste esperienza umana.
La direzione del pensiero va corretta perché porti gradualmente verso un
vivere equilibrato.
L'armonia della vita e la serenità sono nelle mani di ciascuno: si tratta di
coltivare pensieri positivi, rifiutando quelli negativi.
Gli uni portano salute, pace, gioia, successo e ogni bene, mentre gli altri
il dolore, la malattia, l'insuccesso e ogni male.
Scegliere gli uni o gli altri è in facoltà di ciascuno, a seconda della
direzione che si dà al proprio modo di pensare.
La scelta del negativo può essere anche un'abitudine mentale, quando si è nei
gradini meno elevati dell'evoluzione e può divenire un atteggiamento, uno
stato d'animo e un'attitudine. Ma quando si arriva finalmente a comprendere i
grandi benefici che derivano dal pensare retto e positivo, capace di
modificare completamente la propria vita e, nello stesso tempo, ci si
convinca dei gravi danni del pensare negativo e distruttivo, allora si
sentirà pure l'urgente necessità del pensar bene.
La serenità, la gioia, la salute e lo stesso destino dipendono dalla
direzione che si dà ai propri pensieri.
L'uomo attira o respinge il bene o il male col suo pensiero, crea o distrugge
il proprio corpo in continuazione. 

Tratto da " I Prodigi del Pensiero Positivo" di Amadeus Voldben

martedì 21 febbraio 2012

Gli ausiliari del Signore dei mondi

-->
Ascoltiamo ora il messaggio di una voce profetica dello Spazio, ricevuto per mezzo
di un medium:
«Come ausiliari del Signore dei Mondi esistono legioni di spiriti sommamente saggi
e altamente poderosi che studiano il funzionamento dei sistemi siderali con milioni
di anni di anticipo; altri che studiano le forme di cose ed esseri, e altri ancora
che supervisionano questo funzionamento, facendo sì che le leggi siano rispettate
inesorabilmente.
Esiste un perfetto sistema di dettagli, tanto nell'opera della creazione, come nel
funzionamento dei sistemi e dei mondi. Mentre la scienza terrestre si occupa
unicamente di fatti entro i limitati orizzonti che le sono propri, la scienza degli
spazi studia galassie, sistemi e mondi, nel loro insieme, abbracciando vasti e
smisurati orizzonti nel tempo e nello spazio.
Riguardo ai singoli astri individualmente e ai sistemi, la supervisione di questi
lavori spetta agli spiriti della sfera cristica, che nella gerarchia celestiale si
conoscono come Signori dei Mondi.
Questi spiriti scendono nei mondi materiali solo dopo una prolungata e dolorosa
preparazione, per strade vibratorie aperte attraverso sfere ogni volta più pesanti;
scendono da un piano all'altro fino a sorgere crocifissi come dei negli ergastoli
della materia che forma il piano dove si fermano, nell'esecuzione dei compiti di
salvezza­
La vita umana nei mondi inferiori è così breve da non permettere che gli spiriti
incarnati percepiscano l'estensione, l'ampiezza e la profondità delle sublimi
attività di questi altissimi spiriti; occorrerebbe unire molte vite successive, in
una sequenza di millenni per avere un'idea, per quanto ancora approssimativa, di
questo lavoro creativo e funzionale che opera nel campo della vita infinita».


Tratto da “GLI ESILIATI DI CAPELLA di Edgard Armond ”



venerdì 17 febbraio 2012

La Malattia

-->
Amici, il discorso che vi rivolgiamo vuol essere più generale e non riguardare solo coloro che oggettivamente hanno problemi di cattiva salute. E' un discorso che principalmente è rivolto a tutti quelli che hanno deciso che non stanno bene.
Il  primo sintomo che volge a far concludere di essere ammalati è un senso di malessere generale. Tale sintomo è immediatamente interpretato come un segno, un avviso che c'è qualcosa che non funziona nel proprio corpo. L’interpretazione di chi prova un tale malessere non lascia alternative, mentre in effetti l'alternativa c’è, e come! ed è costituita dal fatto che il malessere, che è originato dal vivere una situazione non gradita, molti lo attribuiscono ad una malattia del corpo mentre ha origine psichica. Cosicchè la malattia immaginaria, formalizzata con il rito delle visite dal medico, ed anche la malattia reale, diventa una giustificazione per evadere la realtà, perfino il semplice senso di stanchezza è un modo di ribellarsi e non fare qualcosa che si dovrebbe e non si vuole fare; perchè quando si ha da fare qualcosa che piace, non si sente stanchezza. Allora, quando vi sentite un malessere, non date per scontato che siete ammalati; esaminate le vostre situazioni familiari e di lavoro o di relazione, e in una percentuale alta troverete lì la causa del vostro malessere originato da scontentezza. Non solo, ma anche nelle situazioni senza problemi la psiche gioca lo scherzo di farvi sentire scontenti per vari motivi: per esempio, per noia.
Moltissimi sono coloro che non si sentono attivi se non hanno qualche motivo di preoccupazione. La preoccupazione, per loro, diventa stimolo per avere interesse alla realtà. Moltissimi sono anche coloro che colmano il vuoto interiore del loro essere creandosi una malattia. L'incapacità di pensare, la mancanza di interessi, di vita interiore e di attività nel loro mondo che li soddisfi, li lascia —per loro difetto — in uno stato di vuoto che essi cercano di colmare, inconsapevolmente, inventando una malattia, cioè qualcosa a cui pensare, che dà da fare, che suscita l’attenzione degli altri su di sè, che non li fa languire nell'inattività. Allora, amici, quando vi sentite un malessere e non v'è una disfunzione organica, la causa è da ricercarsi nella sfera psichica. La prima cosa da fare è quella di non cullarsi nel vostro malessere ma di reagire facendo forza su voi stessi, imponendovi qualcosa che vi distragga e vi impegni: per esempio, sottoponendovi ad un esercizio di ginnastica. Il corpo fisico ne ritrarrà beneficio ed anche la psiche sarà ben adattata, sarà ben disposta da quel rito che porta a nuovi interessi e nuove relazioni.

Maestro Veneziano - Cerchio Firenze 77














venerdì 10 febbraio 2012

La vita nell'aldila'

-->

Il primo approccio con la vita dell'aldilà

Purtroppo l'ignoranza su quello che accade dopo aver deposto il corpo fisico (modo migliore per definire la morte), crea nello spirito del defunto, che si ritrova a vivere nell'aldilà, non poche perplessità. Siccome la sua ignoranza lo portava a credere che la morte fosse "la fine di tutto", risulta ovvio che egli non sia affatto convinto di essere morto.
Di solito gli spiriti ci possono vedere ed ascoltare e non riescono a capire perché noi non possiamo vedere loro. Alcuni impiegano anni per comprendere che non rispondiamo alla loro chiamate perché non li possiamo sentire e tantomeno vedere.

Gli aiutatori invisibili

È doveroso ricordare che quando un individuo passa attraverso gli stadi della morte incontra delle persone familiari a lui care che lo aiutano a passare nei mondi sottili ed a liberarsi del corpo fisico.
Vi sono attualmente molte testimonianze di questo fatto; testimonianze che sono state raccolte facendo delle ricerche nei mondi sottili restando nei pressi di persone in procinto di morire. Queste documentazioni, che hanno portato a conoscere gli aspetti invisibile della morte, hanno fatto molto per sollevare il tragico velo solitamente associato con il trapasso.
L'individuo in procinto di morire, oltre ai propri cari, fruisce pure di una gentile assistenza da parte di alcune presenze angeliche. Nel momento che appare l'Angelo della Morte i devas della guarigione (esseri spirituali) si ritireranno definitivamente. A questo punto potranno svolgersi le varie fasi che culmineranno con la morte definitiva del corpo fisico. Ogni fase è comunque assistita da una opportuna e radiante Presenza angelica.
Il fatto che il morente veda le persone amate che lo hanno preceduto nell'aldilà spiega il sorriso che spesso si riscontra sul suo viso; l'apparizione dell'Angelo spiega invece la luce tenue e delicata che appare sul suo volto per un breve tempo. Questi sono alcuni aspetti che ci fanno comprendere come la morte sia solo un trapasso e non la fine di tutto.

Un'esperienza del trapasso

Dialogo con Mes, una persona che ha deposto il suo corpo fisico.
Domanda. Che esperienze hai provato durante il trapasso? Risposta. Prima mi sono sentito meglio. Avevo voglia di vivere. Poi ricordo un torpore nel quale vedevo un affollarsi di tanti visi noti e mi dicevo: strano, tutti qui.
Domanda. Chi erano? Risposta. Alcuni erano persone ancora vive, altre defunte.
Domanda. I vivi dov'erano? Risposta. Nella stanza.
Domanda. E i defunti chi erano?
Risposta. Parenti e amici... Sai, è strano, non ti rendi conto del passaggio.












giovedì 2 febbraio 2012

Non fuggire

Quando le ombre delle prove si addensano su di te, attorno ai tuoi passi, rimani fermo nella fiducia in Dio e in te stesso, proseguendo nei compiti che hai intrapreso nella semina del bene.
Non esistono tribolazioni infinite.
Sopratutto, non tirarti indietro. Accetta gli incarichi che le circostanze ti impongono, cercando di compiere al meglio delle tue possibilità.
Non ti affliggano le difficoltà. Prendi nota delle benedizioni di cui disponi.
Mantieniti fedele ai tuoi compiti, nella certezza che la Divina Provvidenza ti offrirà le risorse necessarie affinché ogni squilibrio scompaia.
Distaccati da qualunque idea di male.
Benedici quanti non ragionano secondo i tuoi principi. Molte volte, se sapremo rispettare gli avversari di oggi con serenità, saranno domani nell'elenco dei nostri migliori benefattori.
Non lamentarti. L'acquaquazzone che ti dà fastidio è un aiuto della natura affinché non ti manchi il pane indispensabile per la vita.
Non esigere dagli altri qualità che ancora non possiedono. L'albero in fiore si aspetta da te bontà e tolleranza perché possa offrirti i frutti al tempo giusto.
Per quanto difficili si presentino gli ostacoli sulla tua strada, vai avanti.
Se qualcuno ti ha ferito, perdonalo e vai avanti.
Non cercare nel suicidio l'obblio che la morte non ti può dare.
Non fuggire dai problemi con cui la vita ti istruisce.
La vita, comunque tu la viva, sarà con te in ogni luogo.
Ricordati sempre: ogni giorno nasce da una nuova alba.

                                                                        EMMANUEL

Estratto dal libro Attenzione, dello Spirito Emmanuel, psicografia del medium Chico Xavier. Questo libro é stato pubblicato in italiano da Casa del Nazareno Edizioni.