giovedì 29 dicembre 2011

Facilitiamo la vita dei nostri cari

Certo è  comprensibile che noi piangiamo i nostri morti, ma se non possiamo superare questo stato  d'animo significa che non abbiamo fiducia nella sapienza
che regna nel mondo; e il  desiderio che il nostro caro non sia morto, che si trovi ancora con noi e non nel mondo spirituale, è un sentimento che danneggia
 il morto sopra ogni cosa.
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Facilitiamo la vita dei nostri cari che hanno passato le soglie della morte se

riusciamo ad adattarci realmente al nostro destino e a pensare al morto sapendo che la sapienza che regna nel mondo ha voluto prenderlo con sé nel momento giusto, perché essa ha bisogno di lui in un campo dell'esistenza diverso da quello che era qui nella sua vita terrena.

Tratto da  I legami tra i vivi e i morti  di Rudolf Steiner


lunedì 26 dicembre 2011

Affrontare la morte


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Alcuni anni fa, mentre nel nostro hospice stavo girando su un fianco un paziente per lavargli la schiena, lui mi disse, voltando il viso sopra la spalla: "Sai, non ho mai pensato che fosse cosi!".

lo sono molto sincero con gli altri e così gli ho chiesto: "Come pensavi che fosse?" e lui mi rispose: "Non ci avevo mai pensato". In quel momento capii che questa comprensione per lui rappresentava una sofferenza maggiore del cancro in fase terminale che aveva al polmone.La morte lo aveva afferrato di sorpresa.

Per ciascuno di noi c'è un angolo molto scuro nella nostra mente. E lì, proprio in quell'angolo, c'è una voce che ci dice: "Un giorno morirò".

Il modo in cui diamo ascolto o respingiamo questa voce determina come vivremo le nostre vite. A volte la voce ci parla molto chiaramente, ad esempio quando a stento sfuggiamo a una disgrazia o quando muore qualcuno che conoscevamo.

 Invecchiando i capelli si diradano e diventano grigi e le nostre pance più molli

ed è allora che la voce si fa sentire con più frequenza. Man mano che la morte si accumula nella nostra vita,la voce ci parla più spesso.

 Quando muore qualcuno che amiamo allora ci urla; ci fa sapere che la nostra vita

non sarà mai più la stessa, ma che è stata alterata per sempre.

La morte è la questione centrale delle nostre vite eppure a mala pena pronunciamo la parola. In America impieghiamo tutta una serie di eufemismi al posto della parola 'morte'.

 Le persone non muoiono, se ne vanno o finiscono, come una carta di credito.

 Nella vita facciamo piani su tutto: con chi ci sposeremo, dove andremo in vacanza,

quale carriera intraprendere, quanti bambini avere... tutte cose che potranno non

accadere mai. Ma per l'unica cosa certa che ci capiterà non ci prepariamo. E anch'io non sono poi tanto diverso dagli altri.

Ogni giorno lavoro con persone che stanno morendo e ancora ci sono dei giorni in cui penso che a me non capiterà.

 Ma molto lentamente. nel corso di questi vent'anni, la morte ha iniziato a richiedere la mia attenzione ed è proprio perché richiama la nostra attenzione che essa ha una tale grazia e un tale potere. In qualche modo galvanizza la nostra attenzione nel momento.

Quando parlo della morte non lo faccio per spaventarci o intristirci ma perché in base alla mia esperienza,stando con persone che stanno morendo e riflettendo quotidianamente sulla morte, ho visto che è il migliore dei modi che conosco per entrare pienamente nella vita. Non conosco nessuna altra cosa che mi mostri a me stesso con la stessa chiarezza

 come lo stare accanto a qualcuno che sta morendo.

Quando vediamo la morte da vicino, a portata di mano, proprio sulla punta delle dita, iniziamo a capire qualcosa della vita.

Cominciamo ad apprezzare che ogni cosa cambi: ogni pensiero, ogni relazione, ogni atto

d'amore viene e va.

E una volta compreso questo, non ci attacchiamo più troppo strettamente a ogni cosa. Forse non ci prendiamo più nemmeno troppo sul serio.

E questa qualità coltiva in noi la capacità di cedere, abbandonare e

incoraggia la nostra generosità. Mi sembra strano, ma è vero, che la riflessione sulla morte ci rende più gentili gli uni con gli altri.

Quando si inizia a vedere quanto sia precaria la vita, allora si capisce anche quanto essa sia preziosa e allora non si vuole sprecare nemmeno un momento.

 Si desidera vivere pienamente, si vuole dire agli altri che li amiamo sul serio.

 FRANK OSTASESKI

 Frank Ostaseski è stato il fondatore, nel 1987, dello Zen Hospice Project e oggi ne è l'insegnante guida.
Attraverso il suo insegnamento e i suoi scritti ha introdotto migliaia di persone negli Stati Uniti e in Europa
all'esercizio della compassione e della consapevolezza nell'accompagnamento dei morenti.

Tiene regolarmente conferenze e ritiri in varie parti del mondo per chi è impegnato in
attività di assistenza e per chi sta affrontando malattie gravi.
Viene regolarmente in Italia dal 1999.


martedì 20 dicembre 2011

Il potere dello spirito

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L'uomo è nato per essere

libero, per dimorare nella libertà. Non e' nato per essere

uno schiavo, legato e incatenato. La sua vita dovrebbe essere

piena di ricchezza, la ricchezza della mente e del corpo

e dello spirito. Tutta la conoscenza dovrebbe essere aperta a lui,

tutta la verità, tutta la saggezza, tutta l'ispirazione. Dovrebbe

dimorare nello splendore dello spirito senza

restrizioni , noie o vessazioni imposte su di lui da coloro che negano il suo


patrimonio e contrastano il suo destino. Il potere dello spirito è il potere della vita.


  La ragione perché esiste la vita è perché esiste lo spirito.

  Il potere che ha foggiato l'intero universo, maestoso e stupendamente vasto, è la stesso



potere che ci consente di esistere ora e e dopo, per sempre.
  E' Il potere che ci consente di amare, di pensare,

di prendersi cura, di giudicare, di riflettere,di decidere, di riflettere

di essere ispirato, per raggiungere le altezze e la profondita'

dell' intera gamma di sentimenti umani , questo potere e' il potere dello spirito.

 
Silver Birch 


sabato 10 dicembre 2011

Scegliete il silenzio interiore

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“Una volta, quando una persona lasciava la Terra, tutti i suoi cari vivevano l’evento in modo piu’ sereno e tranquillo ed in alcune societa’ si organizzavano banchetti funebri.
Forse queste usanze sopravvivono ancora in qualche luogo ma in generale non e’ piu’ cosi’. Perche’ ci siamo allontanati da questo sentire finendo per dimorare nel dolore e nell’angoscia?” “L’umanita’ e’ stata influenzata dall’esterno a dimorare nella paura poiche’ in questo stato, come si sa, e’ facilmente manipolabile. Il potere oscuro si costruisce impedendo alla vostra consapevolezza di fiorire e di essere, liberandovi cosi’ da ogni paura, facendovi dimorare nella Verita’ di Dio che appartiene ad ogni essere del Cosmo. Vi hanno fatto perdere di vista cio’ che e’ reale per farvi dimorare in cio’ che e’ illusorio. E’ un’illusione la consapevolezza che vi fa credere che i vostri cari che hanno lasciato la terra siano per voi ormai irraggiungibili In realta’ il varcare il Sacro Portale e’ il momento piu’ bello, il compimento della vostra vita, l’attimo piu’ sublime sia per chi parte che per chi rimane. Ringraziate la persona cara che vi ha tenuto compagnia, desiderando condividere con voi parte della sua esperienza e siate colmi di gioia. Ognuno di voi lascia la Terra quando ha finito il proprio compito, anche quelli che decidono di
andarsene deliberatamente, per riunirsi a Dio, per dimorare nella beatitudine delle dimensioni in cui lo Spirito e’. Non cercate di spiegare il mistero della vita a livello umano poiche’ questo vi porta solo sofferenza. Scegliete il silenzio ed al di la’ di ogni vostra considerazione, apritevi. Vedrete che poco per volta dal silenzio insondabile del vostro Tempio Interiore, potrete sentire la voce dell’amore, attraverso la quale il Se’ del vostro caro si manifesta, oltre il tempo e lo spazio, facendovi dimorare nella pace e nella gioia.  Potrete allora sentire che nella dimensione dello Spirito nulla puo’ finire ma solo divenire nell’eterno mutamento attraverso il quale Dio e’ sempre piu’ vicino.”
tratto da  “I quaderni della Stazione Celeste: N°1 - Morte e Immortalità ”











domenica 4 dicembre 2011

l’Amore unisce tutte le essenze divine

Tutti gli esseri che sono stati importanti nella vostra vita, hanno un ruolo che li lega a voi ed il loro Se’
e’ in costante contatto con il vostro, rendendo la loro presenza sempre vicina a voi.
Possiamo dirvi che se i vostri sentimenti nei confronti del vostro caro sono puri e colmi d’amore, anche se
non riuscite, magari solo per qualche tempo, a cambiare il canale, sara’ il vostro caro che allora vi
contattera’ nei modi piu’ diversi ed impensabili facendovi comprendere che la lontananza, la separazione
sono solo illusioni e che lui e’ vicino a voi molto piu’ di prima! Chiunque di voi se apre il proprio cuore
all’amore puro e sincero, puo’ mettersi in contatto con i propri cari che non sono piu’ sulla Terra: siate
consapevoli di questo. Il mezzo piu’ sicuro per ritrovare il vostro caro e’ l’amore e solo voi che l’avete sperimentato e vissuto avete
il diritto e la capacita’ di contattarlo poiche’ e’ l’Amore che unisce tutte le essenze divine.
Pero’ se qualcuno vi dice che ha visto e sentito il vostro caro ed ha un messaggio da darvi da parte sua, se
percepite che la persona e’ sincera e non chiede nulla in cambio, leggete con attenzione quelle parole e se
sentite il vostro cuore vibrare, siate colmi di gioia e gratitudine poiche’ il vostro caro ha scelto quella
persona come canale per comunicare con voi.
Attraverso l’amore tutti gli esseri sono ognuno nel cuore degli altri.”


tratto da “I quaderni della Stazione Celeste: N°1 - Morte e Immortalità ”