domenica 28 ottobre 2012

Gli strumenti della trasformazione: lo Studio


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Studio, meditazione e Servizio ci vengono indicati dalle Scuole spirituali come i mezzi più idonei a portare a compimento il lavoro di purificazione della personalità. Tale raffinamento progressivo, insieme al conseguimento dei  requisiti etici e alla tensione per il perfezionamento delle “virtù” (da vir, uomo: “le qualità del veroUomo”), permetterà al sé inferiore di allinearsi all’anima, la quale, così purificata, potrà diventare sempre più responsiva alla voce del Sé superiore.
Uno degli “indicatori” più significativi del livello evolutivo degli individui è la tensione alla comprensione del senso della realtà; uno slancio imponente e sincero ha incitato l’umanità in questa direzione lungo tutto il corso della storia, motivando allo studio  appassionato intorno alle radici dell’essere, e alla conseguente ricerca di tipo religioso, filosofico o scientifico.
Tale sforzo porta, alla lunga, al risveglio dell’Amore:

Una vita d’uomo non si giustifica se non con lo sforzo, anche sfortunato, tendente a capire meglio. E capire meglio è aderire meglio. Più capisco, più amo, perché tutto ciò che è capito è bene.(L. Pawels, J. Berger, Il mattino dei maghi)

Studio e Sapere diventano col tempo Saggezza che porta oltre l’intelletto, nello spazio aperto dell’Intuizione; quando l’Intuizione è stata sviluppata attraverso la concentrazione, e la coscienza è stata elevata attraverso lo studio e la meditazione, sarà possibile il fiorire di un’umanità di esseri nuovi, consapevoli, creativi e fraterni.
Il Sapere interiorizzato attraverso lo studio diventa Potere, che rende possibile l’aprirsi a grandi visioni per la concretizzazione degli ideali intravisti. 
Molti, che si attardano nell’ “Aula dell’ignoranza”, non hanno ancora sviluppato l’aspirazione a capire e non intendono ancora introdursi nella “via stretta” dello studio, della meditazione e del Servizio.
Sono gli “ignavi” della Commedia, per i quali sembra non esserci pietà neanche dalle sfere superiori:

e la lor cieca vita è tanto bassa,
che 'nvidïosi son d'ogne altra sorte.
Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa.

(Dante Alighieri,
Commedia,canto III)

 

Nella Nuova Era che ci apprestiamo a vivere, tuttavia, sempre più individui cominciano ad evolvere in consapevolezza e a funzionare sui livelli superiori del mentale, ove sono possibili:

    • l’astrazione e l’universalizzazione dei concetti;

    • il concepimento di alti ideali di Unità e di Sintesi;

    • fermi atti di volizione;

    • Propositi elevati e coerenti;

    • la costruzione di complesse forme-pensiero che potranno favorire l’evoluzione dell’umanità.

 

L’uomo che ha scoperto il Sentiero ed ha strutturato il Proposito di percorrerlo, vaga spesso a lungo tra vari insegnamenti, studiando e comparando idee, scuole, dottrine e tecniche, finché, interiorizzando i contenuti, non riesce a intravedere la Meta, a elaborare la sua personale via per raggiungerla, e a trasmutare in opere concrete quanto ha concepito all’interno:

Come un’ape cerca il nettare da tutti i tipi di fiore, si cerchino gli insegnamenti dovunque; come un cervo che va a trovare un posto tranquillo per pascolare, si cerchi la solitudine, per digerire tutto quello che si è raccolto.
Come un pazzo, al di là di ogni limite, si vada ovunque piaccia, vivendo come il leone, libero da tutte le paure.
 (tantradello Dzong-chen)

Studio, meditazione e Servizio sono collegati; lo studio mirato solo alla conoscenza diventa arido se non accompagnato  dal Servizio e le informazioni acquisite diventano sterili se non donate all’umanità, applicate al reale e concretizzate in operatività amorevole.
Le “anime pronte”, che si sono aperte alla Fratellanza,  perseguono infatti, più che “l’amore per la Sapienza”, la “
Sapienza dell’Amore”.

 

 

 

 


venerdì 19 ottobre 2012

Riassumendo

«L'ambiente in cui l'individuo compie la propria evoluzione è costituito dal piano fisico, dal piano astrale, dal piano mentale, dal piano akasico e dai piani spirituali.
Tutti i piani di esistenza sono intorno a noi: entro la materia stessa è il mondo degli spiriti. Ma l'uomo, quando è incarnato, non riesce percepire più di quanto rientra nel ristretto campo dei suoi sensi fisici.
Per ogni campo di esistenza l'individuo ha dei veicoli, dei corpi: il corpo fisico gli permette di vivere sul piano fisico; il corpo astrale presiede alla sua vita di emozioni, sensazioni, desideri; il corpo mentale dà all'uomo tutte le facoltà che sono proprie della mente, l'intelletto e i pensieri; il corpo akasico, o coscienza, riceve e trascrive, facendola diventare natura medesima dell'individuo, la realtà che l'uomo, esistendo, scopre e acquisisce.

Quando l'uomo ha cessato di vivere, abbandona il corpo fisico, ma sosta vicino a esso per qualche tempo ed è spesso grandemente disturbato dalle scene di pianto degli astanti.
Ha quindi una sommaria visione della sua vita trascorsa ed è spesso aiutato, in questo suo primo contatto con il piano spirituale di esistenza, dalle persone care trapassate prima di lui.
Il mondo astrale è molto simile a quello fisico: un mondo vastissimo e meraviglioso, popolato di tantissimi individui.
La sosta più o meno lunga nel mondo astrale, dipende dal grado di evoluzione che l'individuo ha raggiunto: l'anima evoluta vi si trattiene solo brevemente, le altre anime o rivivono dolorosamente le colpe commesse e in questo modo se ne purificano, oppure si creano un mondo fittizio che consante loro di cullare desideri insoddisfatti: finché, stanca e saziata dai propri sogni, l'anima si trova sulle soglie del piano successivo, il piano mentale, di cui prima di allora non aveva neppure immaginato l'esistenza.

Nel piano mentale ogni creatura è immersa in una continua meditazione, e completa le nozioni che ebbe nell'ultima incarnazione: gli scienziati continuano a studiare quei problemi ai quali non seppero trovare risposte, in modo che nella nuova incarnazione ne avranno poi insite le soluzioni.
Una volta elaborato tutto il materiale accumulato nell'ultima incarnazione, l'individuo lascia il corpo mentale e le facoltà raggiunte passano nel corpo akasico, cioè alla coscienza dell'individuo.
Il piano akasico conserva impresse in sé tutte le esperienze avute nelle varie incarnazioni e si costituisce man mano che l'individuo si evolve.
Se l'individuo non è molto evoluto, il suo corpo akasico non è sufficientemente costituito e quindi permane in questo piano, rivedendo con tranquillità tutte le passate esistenze, finché non è pronto per una nuova incarnazione che amplierà ancora la sua coscienza. se invece in corpo akashico è sufficientemente costituito, l'individuo gode di una lucida esistenza riversa sugli altri piani un amore sconfinato e una comprensione senza limiti.

Questo è quindi il piano della fratellanza universale e dell'amore, il piano dove tutti vivremo coscientemente, comprendendo che tutte le amarezze che oggi ci turbano sono esperienze necessarie alla nostra evoluzione, alla nostra nascita spirituale.
Quando l'individuo sente di essere un tutto con il resto del creato, abbandona anche il piano akasico, si avvicina sempre più al fulcro del suo essere, alla scintilla divina, ed è pronto per raggiungere i piani spirituali, alla conquista della coscienza cosmica ed assoluta.


mercoledì 17 ottobre 2012

Integrare la vostra essenza spirituale



Lo stadio attuale della coscienza umana non è certamente, quello finale: altri più elevati raggiungimenti evolutivi attendono l’uomo che proseguirà il suo perfezionamento, e di sicuro non solo in forme fisiche.


Man mano che diventeremo (in tanti!) “puri e potenti”, le nostre vibrazioni potranno con sempre maggior forza influenzare “il campo energetico” in cui si svolge la nostra vita; comprenderemo sempre più chiaramente che di esso  siamo cocreatori attraverso l’attività del nostro mondo mentale, i cui prodotti, prima o poi, si riverberano sul piano fisico:

 

Chi si lascia andare ad una vita caotica e nutre pensieri e sentimenti grossolani, sta svilendo tutto il proprio essere, e ben presto la sua espressione, il suo sguardo, la sua voce e i suoi gesti finiranno per risentire di quello svilimento. Ma se si sforza di accordarsi con il mondo divino e di rispettarne le leggi, a poco a poco qualcosa in lui si aggiusterà, si schiarirà, si purificherà…e in lui inizia a prodursi una vera metamorfosi. (O. M. Aïvanhov, Pensieri quotidiani)

 

Al contrario, risentiamo del “campo”, subendone passivamente le influenze, quanto più siamo dipendenti da sistemi ideologici, conformismi, settarismi di vario genere.
“L’uomo non è che desiderio; come desidera, così egli diventa”. Questo è quanto affermano le Upanishad, quanto sostiene la Saggezza antica ed anche nuovi orientamenti della psicologia
L’uomo che vive nell’ombra della materia non vede al di là del suo sé separato:

 

Ogni individuo intuisce giustamente di condividere la stessa natura dell'Atman, ma distorce tale intuizione applicandola al suo sé separato; ritiene che il suo sé sia immortale, onni-comprensivo, centrale nel cosmo, estremamente importante. Cioè, sostituisce l'Atman con l'ego. Poi, anziché trovare la totalità effettiva e senza tempo, si limita a sostituirla con il desiderio di vivere eternamente; anziché fondersi con l'universo, desidera possederlo; anziché fondersi con Dio, si sforza di fare la parte di Dio. (Ken Wilber,  il progetto atman)

 

Sul Sentiero comprendiamo lentamente che noi siamo la causa, remota o recente, del tenore generale delle nostre vite, della nostra appartenenza sociale, della nostra parentela, delle nostre relazioni.
Noi siamo lì dove ci siamo collocati; non siamo in un certo modo e in un certo luogo casualmente bensì causalmente.
Il nostro futuro si sta strutturando su di un piano sottile. Non si è ancora cristallizzato, manifestato sul nostro piano di esistenza fisico, ed è per questo che qui, nel nostro attuale presente, siamo in grado di modificare le dinamiche che lo stanno forgiando, attraverso l’orientamento dell’energia del pensiero.
Le trasformazioni sempre più accelerate, e a tutti i livelli, che vive il nostro Pianeta, le riscoperte consapevolezze sulla natura dell’uomo e sulla sua unità con l’Universo e la ricerca di senso, sempre più dolorosa e struggente, perseguita soprattutto dalle nuove generazioni, indicano chiaramente ad ogni Pensatore che l’Uomo è a una svolta:

 

È questo il tempo di integrare la vostra essenza spirituale e diventare consapevoli su come utilizzare la vostra mente. Vi trovate in mezzo a una tumultuosa trasformazione, un’iniziazione che passa attraverso l’oscura notte dell’anima, e dovete essere pronti e disposti a identificare i problemi che si presentano nella vita personale e collettiva e a scoprirne la soluzione. Si sta avvicinando una sorprendente rivoluzione spirituale mondiale e, nel diventarne consapevoli, è essenziale ricordare che le opportunità di crescita sono sempre abbondantemente disponibili; basta imparare a crearle. (B. Marciniak, La via del risveglio planetario)

 

In  questi tempi, l’individuo sulla Via del risveglio può scegliere di:

  • rinnegare il proprio compito di mediatore tra il regno  animale istintivo e quello spirituale; di agente di trasformazione di se stesso e della realtà; di essere di transizione  tra il mondo materiale e quello superiore.
    Si  dissolverebbe così la preziosa eredità di millenni di ricerca e  l’umanità  si appiattirebbe  in una assuefazione al consumismo, alla delega, alla passività acritica;

  • aderire alla Nuova Visione del mondo, avvertita da un numero sempre crescente di individui e di gruppi umani, basata sulla presa di coscienza dell’Unità della Vita; della necessità di cooperare e condividere; della Fratellanza universale.

Spesso è il dolore a “fare da levatrice” all’anima nascente:

 

La disperazione è spesso il primo passo sul sentiero della vita spirituale e molte persone non si risvegliano alla realtà divina e all’esperienza della trasformazione delle loro vite fino a che non passano attraverso l’esperienza della disillusione e della disperazione. (B. Griffiths, Il fiume della pietà)

 

Tale dolore, “maieutico” di nuove opportunità, va accettato e compreso nella sua più profonda funzione di mediatore di più ampie consapevolezze. Si potrà così osservare “con occhi nuovi” e con “cuore nuovo” il mondo e i fratelli, non più con l’intento di “prendere” ma di “dare” al massimo grado consentito dal nostro livello evolutivo.
La nostra mente si apre alla visione del Pianeta come Essere evolvente, di cui siamo cellule co-creatrici, e al nostro Compito, fondato sulla più alta e veritiera Speranza.

domenica 7 ottobre 2012

il vivere di ogni giorno


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Voi siete nella vostra vita,nel vivere di ogni giorno
che presenta nuovi problemi e nuove angosce,
problemi e angosce che voi affrontate sempre
trepidanti e pieni di paura.
Come vorrei che passaste attraverso queste esperienze
serenamente,non distaccati,partecipandovi, ma trovando
in voi la forza di andare avanti, di capire che quello che
state vivendo e' per il vostro bene,per il vostro progresso
spirituale,e per l'ampliamento della vostra coscienza.
Come vorrei che trovaste questa fiducia,questa certezza,
perche' cosi' facendo voi meglio vivreste e vi risparmiereste
tanti dolori.
Possa essere questo il significato che dal nostro incontro
scaturisce.

Teresa     Cerchio Firenze 77

mercoledì 3 ottobre 2012

Siate nel mondo ma non siate del mondo


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L'evoluzione passa necessariamente attraverso tre punti fondamentali, che si succedono avendo come Fine ultimo la perfezione dell’umanità:

    1. Punti di Crisi;

    2. Punti di Tensione;

    3. Punti di Rinnovamento.

Allo stato attuale, l’umanità sembra trovarsi, come il guerriero Arjuna nella Bhagavad-Gita, nel mezzo del conflitto, tra le porte delle tenebre e le Forze della Luce, tra il materialismo e la spiritualità, tra la morte per ostinata ignoranza e la Vita liberamente scelta, che può sprigionarsi solo attraverso la vigilanza su pensieri, parole e azioni:

 

I tempi in cui vivete sono caratterizzati da immensi cambiamenti, e per gestire questo eccezionale processo di trasformazione del genere umano sono necessari una grande flessibilità e un chiaro intento. Sviluppare la capacità di essere consapevoli di ciò che si pensa mentalmente, si sente emotivamente e si dice verbalmente, e strutturare la propria vita con chiarezza cristallina attraverso pensieri, parole e azioni, è essenziale per vivere una vita al pieno delle sue potenzialità.
Uno dei primi passi verso l’esperienza “religiosa” e verso la “spiritualità” è il senso della sacralità dell’esistenza e della solennità delle tappe della vita di ogni singola e del Pianeta nel suo complesso, quando contemplate con animo sensibile e partecipe. Nasce da questo stato di “maestoso stupore” e di “innocente empatia” la Volontà di servire il Tutto, in qualsiasi modo ciò possa essere inteso.
Sul Sentiero siamo chiamati a scelte decisive e improrogabili.
Ce le richiedono:

    • i mutamenti sempre più accelerati che attraversa il Pianeta in ogni campo: geofisico, sociale, economico, culturale;

    • il dolore dei fratelli sofferenti per le crudeli sperequazioni economiche e per l’indifferenza imperante;

    • l’agonia del Pianeta vivente che ci ospita, e di cui siamo cellule,  trasformato in luogo di dis-amore distruttivo a causa di irresponsabili ambizioni di potere e mortali giochi consumistici;

    • il richiamo incessante della nostra anima, che ci sospinge alla scoperta del nostro vero Im-pegno (dare se stessi in pegno);

    •  la nostra stessa natura, ancora oscuramente percepita, di Esseri destinati alla Perfezione e alla Luce.

Il nostro Compito, posto tra Cielo e Terra, è quello di “diventare ponti”, sviluppando il rapporto armonioso e l’unità d’azione tra gli esseri umani, pur nelle diversità dei  temperamenti e dei mezzi usati; di manifestare dedizione e ordine, contrastando, con il metodo del “non dare energia”, le opposte caratteristiche manifestate nel mondo nel quale è nostro dharma vivere.
Nessun approccio “spirituale” all’esistenza può prescindere dal fatto che la dimensione animica si realizza nella vita di ogni giorno, che è per tutti, consapevoli e inconsapevoli, strumento di insegnamento e campo di servizio. Chi aspira a vivere una vita “spirituale” dovrà esaminare obiettivamente le proprie più profonde motivazioni.  Scopriremo che quelle poco limpide cercheranno spesso di dissimularsi, poiché, essendo annidate nell’ombra dell’ego, sfuggono alla luce: fuga dal mondo, desiderio di deresponsabilizzazione, aspirazione a “sentirsi speciale”, illusione di una vita “più facile”…
E’ la “
stabilità”, come afferma il Maestro Aïvanhov, che dà la misura dell’avanzamento dell’aspirante:

 

Essere stabili significa essere fedeli ai propri impegni e proseguire lungo il cammino malgrado tutto; e questo è difficile, più difficile che essere gentili, servizievoli, amorevoli, generosi, coraggiosi. Quando siete ben disposti, vi ripromettete di avanzare sempre sul cammino della luce, anche se è difficile.

Ma qualche giorno dopo, vi trovate in un altro stato d’animo e non vi ricordate più di aver preso quelle decisioni. Dove credete di andare così? Per avere accesso ai Misteri, bisogna poter dire come l’Iniziato dell’antico Egitto: «Io sono stabile, figlio di stabile, concepito e generato nel territorio della Stabilità”.(Omraam Mikhaël Aïvanhov, Pensieri quotidiani)

 
Se la ricerca non è ancora autentica, solo una parte superficiale della vita è consacrata allo “spirituale”; si cerca talvolta conformità o sicurezza e si è interessati per lo più ad attività, riti e cerimonie esteriori, che rasserenano la mente, placano agitazioni e rimandano l’impressione di “stare meglio con se stessi”.
Una motivazione più alta è riconoscibile:

    • dallo strenuo sforzo per il miglioramento di sé;

    • dalla ricerca del nucleo essenziale “di senso” della nostra esperienza terrena;

    • dalla chiara visione che ciò che ci ostacola è l’ego, di cui la paura e l’avidità sono le più frequenti manifestazioni;

    • dal conseguimento di duraturi conseguimenti interiori che ripudino la tendenza a esigere, forzare, trattenere e prendere per sé;

    • soprattutto, dall’aspirazione al Servizio disinteressato.

Chi “vive nel mondo ma non è del mondo” non disperde le sue energie in rimpianti e attese, vanità e fatui sogni, distrazioni e disattenzioni, fatti inessenziali e abitudini logore, sterili dialettiche e inutili convenzioni; egli considera il mondo una costante “rappresentazione sacra” in cui il quotidiano acquista senso estendendosi all’eterno.
Sa che dal nostro stato di coscienza dipende la ricezione della realtà e la nostra possibilità di farne il nostro “campo di esercitazione” per promuovere l’evoluzione della nostra anima e dell’umanità.
Sa che “
la saggezza del mondo è follia davanti a Dio”, poiché una più avanzata evoluzione dà un più alto potere di discriminazione e, di conseguenza, un senso diverso delle priorità rispetto alle convenienze sociali:

Ma che cos’è la società? Una vasta scena di teatro dove si recitano commedie d’ogni genere, e quelle commedie non devono mai farvi dimenticare che l’essenziale è ciò che voi siete interiormente, non lo spettacolo che date su quella scena.

Conservate soltanto la fede nella potenza del vostro spirito e nell’immensità della vostra anima!(O.M.Aïvanhov, Pensieri quotidiani)

 

Svanisce così la distinzione tra sacro e profano, tra pratica religiosa e attività lavorativa, tra spirito e materia:

 

Ogni attività è semplicemente una delle molteplici forme o manifestazioni dello spirito. Al centro vi è lo spirito, e tutto deve trovare il proprio posto in rapporto a quel centro, affinché la vita dell’uomo sia un’unità: è così che ciascuna delle sue attività contribuisce al suo perfezionamento, al suo pieno sviluppo.

La vera spiritualità consiste nel riuscire, qualunque cosa si faccia, a mantenere lo sguardo fisso allo spirito. Così come il cervello dirige tutte le nostre funzioni fisiche, allo stesso modo lo spirito deve dirigere tutte le nostre attività. (O. M. Aïvanhov, Pensieri quotidiani)

 

Ogni luogo e ogni momento hanno un nucleo spirituale che va riconosciuto: “ogni zolla della terra è sacra al nostro popolo” afferma il Capo indiano Seattle; e Francesco, creatura tra le creature, considera “frate” e “sora” ogni elemento della Manifestazione.