giovedì 29 dicembre 2011

Facilitiamo la vita dei nostri cari

Certo è  comprensibile che noi piangiamo i nostri morti, ma se non possiamo superare questo stato  d'animo significa che non abbiamo fiducia nella sapienza
che regna nel mondo; e il  desiderio che il nostro caro non sia morto, che si trovi ancora con noi e non nel mondo spirituale, è un sentimento che danneggia
 il morto sopra ogni cosa.
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Facilitiamo la vita dei nostri cari che hanno passato le soglie della morte se

riusciamo ad adattarci realmente al nostro destino e a pensare al morto sapendo che la sapienza che regna nel mondo ha voluto prenderlo con sé nel momento giusto, perché essa ha bisogno di lui in un campo dell'esistenza diverso da quello che era qui nella sua vita terrena.

Tratto da  I legami tra i vivi e i morti  di Rudolf Steiner


lunedì 26 dicembre 2011

Affrontare la morte


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Alcuni anni fa, mentre nel nostro hospice stavo girando su un fianco un paziente per lavargli la schiena, lui mi disse, voltando il viso sopra la spalla: "Sai, non ho mai pensato che fosse cosi!".

lo sono molto sincero con gli altri e così gli ho chiesto: "Come pensavi che fosse?" e lui mi rispose: "Non ci avevo mai pensato". In quel momento capii che questa comprensione per lui rappresentava una sofferenza maggiore del cancro in fase terminale che aveva al polmone.La morte lo aveva afferrato di sorpresa.

Per ciascuno di noi c'è un angolo molto scuro nella nostra mente. E lì, proprio in quell'angolo, c'è una voce che ci dice: "Un giorno morirò".

Il modo in cui diamo ascolto o respingiamo questa voce determina come vivremo le nostre vite. A volte la voce ci parla molto chiaramente, ad esempio quando a stento sfuggiamo a una disgrazia o quando muore qualcuno che conoscevamo.

 Invecchiando i capelli si diradano e diventano grigi e le nostre pance più molli

ed è allora che la voce si fa sentire con più frequenza. Man mano che la morte si accumula nella nostra vita,la voce ci parla più spesso.

 Quando muore qualcuno che amiamo allora ci urla; ci fa sapere che la nostra vita

non sarà mai più la stessa, ma che è stata alterata per sempre.

La morte è la questione centrale delle nostre vite eppure a mala pena pronunciamo la parola. In America impieghiamo tutta una serie di eufemismi al posto della parola 'morte'.

 Le persone non muoiono, se ne vanno o finiscono, come una carta di credito.

 Nella vita facciamo piani su tutto: con chi ci sposeremo, dove andremo in vacanza,

quale carriera intraprendere, quanti bambini avere... tutte cose che potranno non

accadere mai. Ma per l'unica cosa certa che ci capiterà non ci prepariamo. E anch'io non sono poi tanto diverso dagli altri.

Ogni giorno lavoro con persone che stanno morendo e ancora ci sono dei giorni in cui penso che a me non capiterà.

 Ma molto lentamente. nel corso di questi vent'anni, la morte ha iniziato a richiedere la mia attenzione ed è proprio perché richiama la nostra attenzione che essa ha una tale grazia e un tale potere. In qualche modo galvanizza la nostra attenzione nel momento.

Quando parlo della morte non lo faccio per spaventarci o intristirci ma perché in base alla mia esperienza,stando con persone che stanno morendo e riflettendo quotidianamente sulla morte, ho visto che è il migliore dei modi che conosco per entrare pienamente nella vita. Non conosco nessuna altra cosa che mi mostri a me stesso con la stessa chiarezza

 come lo stare accanto a qualcuno che sta morendo.

Quando vediamo la morte da vicino, a portata di mano, proprio sulla punta delle dita, iniziamo a capire qualcosa della vita.

Cominciamo ad apprezzare che ogni cosa cambi: ogni pensiero, ogni relazione, ogni atto

d'amore viene e va.

E una volta compreso questo, non ci attacchiamo più troppo strettamente a ogni cosa. Forse non ci prendiamo più nemmeno troppo sul serio.

E questa qualità coltiva in noi la capacità di cedere, abbandonare e

incoraggia la nostra generosità. Mi sembra strano, ma è vero, che la riflessione sulla morte ci rende più gentili gli uni con gli altri.

Quando si inizia a vedere quanto sia precaria la vita, allora si capisce anche quanto essa sia preziosa e allora non si vuole sprecare nemmeno un momento.

 Si desidera vivere pienamente, si vuole dire agli altri che li amiamo sul serio.

 FRANK OSTASESKI

 Frank Ostaseski è stato il fondatore, nel 1987, dello Zen Hospice Project e oggi ne è l'insegnante guida.
Attraverso il suo insegnamento e i suoi scritti ha introdotto migliaia di persone negli Stati Uniti e in Europa
all'esercizio della compassione e della consapevolezza nell'accompagnamento dei morenti.

Tiene regolarmente conferenze e ritiri in varie parti del mondo per chi è impegnato in
attività di assistenza e per chi sta affrontando malattie gravi.
Viene regolarmente in Italia dal 1999.


martedì 20 dicembre 2011

Il potere dello spirito

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L'uomo è nato per essere

libero, per dimorare nella libertà. Non e' nato per essere

uno schiavo, legato e incatenato. La sua vita dovrebbe essere

piena di ricchezza, la ricchezza della mente e del corpo

e dello spirito. Tutta la conoscenza dovrebbe essere aperta a lui,

tutta la verità, tutta la saggezza, tutta l'ispirazione. Dovrebbe

dimorare nello splendore dello spirito senza

restrizioni , noie o vessazioni imposte su di lui da coloro che negano il suo


patrimonio e contrastano il suo destino. Il potere dello spirito è il potere della vita.


  La ragione perché esiste la vita è perché esiste lo spirito.

  Il potere che ha foggiato l'intero universo, maestoso e stupendamente vasto, è la stesso



potere che ci consente di esistere ora e e dopo, per sempre.
  E' Il potere che ci consente di amare, di pensare,

di prendersi cura, di giudicare, di riflettere,di decidere, di riflettere

di essere ispirato, per raggiungere le altezze e la profondita'

dell' intera gamma di sentimenti umani , questo potere e' il potere dello spirito.

 
Silver Birch 


sabato 10 dicembre 2011

Scegliete il silenzio interiore

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“Una volta, quando una persona lasciava la Terra, tutti i suoi cari vivevano l’evento in modo piu’ sereno e tranquillo ed in alcune societa’ si organizzavano banchetti funebri.
Forse queste usanze sopravvivono ancora in qualche luogo ma in generale non e’ piu’ cosi’. Perche’ ci siamo allontanati da questo sentire finendo per dimorare nel dolore e nell’angoscia?” “L’umanita’ e’ stata influenzata dall’esterno a dimorare nella paura poiche’ in questo stato, come si sa, e’ facilmente manipolabile. Il potere oscuro si costruisce impedendo alla vostra consapevolezza di fiorire e di essere, liberandovi cosi’ da ogni paura, facendovi dimorare nella Verita’ di Dio che appartiene ad ogni essere del Cosmo. Vi hanno fatto perdere di vista cio’ che e’ reale per farvi dimorare in cio’ che e’ illusorio. E’ un’illusione la consapevolezza che vi fa credere che i vostri cari che hanno lasciato la terra siano per voi ormai irraggiungibili In realta’ il varcare il Sacro Portale e’ il momento piu’ bello, il compimento della vostra vita, l’attimo piu’ sublime sia per chi parte che per chi rimane. Ringraziate la persona cara che vi ha tenuto compagnia, desiderando condividere con voi parte della sua esperienza e siate colmi di gioia. Ognuno di voi lascia la Terra quando ha finito il proprio compito, anche quelli che decidono di
andarsene deliberatamente, per riunirsi a Dio, per dimorare nella beatitudine delle dimensioni in cui lo Spirito e’. Non cercate di spiegare il mistero della vita a livello umano poiche’ questo vi porta solo sofferenza. Scegliete il silenzio ed al di la’ di ogni vostra considerazione, apritevi. Vedrete che poco per volta dal silenzio insondabile del vostro Tempio Interiore, potrete sentire la voce dell’amore, attraverso la quale il Se’ del vostro caro si manifesta, oltre il tempo e lo spazio, facendovi dimorare nella pace e nella gioia.  Potrete allora sentire che nella dimensione dello Spirito nulla puo’ finire ma solo divenire nell’eterno mutamento attraverso il quale Dio e’ sempre piu’ vicino.”
tratto da  “I quaderni della Stazione Celeste: N°1 - Morte e Immortalità ”











domenica 4 dicembre 2011

l’Amore unisce tutte le essenze divine

Tutti gli esseri che sono stati importanti nella vostra vita, hanno un ruolo che li lega a voi ed il loro Se’
e’ in costante contatto con il vostro, rendendo la loro presenza sempre vicina a voi.
Possiamo dirvi che se i vostri sentimenti nei confronti del vostro caro sono puri e colmi d’amore, anche se
non riuscite, magari solo per qualche tempo, a cambiare il canale, sara’ il vostro caro che allora vi
contattera’ nei modi piu’ diversi ed impensabili facendovi comprendere che la lontananza, la separazione
sono solo illusioni e che lui e’ vicino a voi molto piu’ di prima! Chiunque di voi se apre il proprio cuore
all’amore puro e sincero, puo’ mettersi in contatto con i propri cari che non sono piu’ sulla Terra: siate
consapevoli di questo. Il mezzo piu’ sicuro per ritrovare il vostro caro e’ l’amore e solo voi che l’avete sperimentato e vissuto avete
il diritto e la capacita’ di contattarlo poiche’ e’ l’Amore che unisce tutte le essenze divine.
Pero’ se qualcuno vi dice che ha visto e sentito il vostro caro ed ha un messaggio da darvi da parte sua, se
percepite che la persona e’ sincera e non chiede nulla in cambio, leggete con attenzione quelle parole e se
sentite il vostro cuore vibrare, siate colmi di gioia e gratitudine poiche’ il vostro caro ha scelto quella
persona come canale per comunicare con voi.
Attraverso l’amore tutti gli esseri sono ognuno nel cuore degli altri.”


tratto da “I quaderni della Stazione Celeste: N°1 - Morte e Immortalità ”

domenica 27 novembre 2011

Entrate nel vostro cuore

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“Dolci esseri, dalla grande luce, sentiamo le vostre energie di nostalgia, sofferenza, separazione e comprendiamo che per voi questo e’ il Dolore Supremo da cui spesso non riuscite a sottrarvi.

E’ difficile, certo, ma non impossibile, e noi ne siamo certi, che ognuno di voi possa vivere questo momento in modo completamente diverso, semplicemente considerando degli aspetti che sono stati trascurati.

Avete mai notato come il tipo di luce altera i colori che siete abituati a vedere?

Se accendete nell’oscurita’ una luce verde o violetta, potete osservare un diverso ed inconsueto spettro cromatico, assolutamente vero: quali sono allora i colori autentici?

Il colore autentico e’ quello che vedete voi, in base alla tonalita’ di luce con cui decidete di illuminare la realta’ che vivete e questo vale per tutti gli aspetti con cui vi confrontate! L’intensita’ e la tonalita’ della vostra consapevolezza vi permette di vedere piu’ o meno aspetti. E’ perche’ pensate di non poter cambiare la vostra consapevolezza, che dimorate in limitate dimensioni di dolore, sofferenza e separazione! Sappiate che e’ l’inconsapevolezza collettiva che vi condiziona e vi impedisce di vivere questo momento come il piu’ bello e Sacro della vostra vita, sia per chi va che per chi resta. Al limitare del Sacro Portale attraverso cui vedete il vostro caro allontanarsi, non pensate di non poterlo seguire: si tratta solo di cambiare il canale, la frequenza attraverso cui comunicare con lui.

 La persona ha lasciato il corpo fisico, quindi attraverso di esso non lo potete ritrovare.

Apritevi allo Spirito Divino che vi pervade ed in voi dimora per ritrovarvi nelle energie del vostro caro, al di la’ del tempo e dello spazio!

Entrate nel vostro cuore che vi fara’ trovare la giusta frequenza attraverso la quale la persona apparira’ a voi in tutta la bellezza della sua luce!”

“Dolci esseri, potete sempre pregare per i vostri cari e visualizzarli che, avvolti dalla luce, si dirigono verso un portale che li conduce a casa: questo e’ comunque molto efficace. Siate pero’ sempre convinti che il vostro caro dimora presso Dio, nella beatitudine, non fatevi mai prendere da queste paure poiche’ generate

energie che lo danneggiano. Dove sia la sua coscienza non vi deve interessare. La sua Essenza Divina e’ comunque presso Dio e quella voi contattate. Possiamo inoltre garantirvi che ci sono degli esseri che hanno il compito di recarsi nelle basse dimensioni di coscienza per aiutare le entita’ a ritornare nella luce, al posto

che compete loro. Eventualmente quindi, non e’ che questione di tempo ma tutti ritornano sempre presso Dio, unendosi ai loro Se’. Il pensare il vostro caro nella luce e come luce, rispecchia sempre il vero, al di la’

della nozione del tempo molto diversa da quella che c’e’ sulla Terra. Non chiedetevi mai: ‘Si sara’ reincarnato sulla Terra, dove sara’ ora?’ Se queste domande o altri dubbi dovessero affiorare alla vostra consapevolezza, pregate Dio affinche’ possiate esserne liberati e pregate anche il vostro caro di aiutarvi.


Tratto da “I quaderni della Stazione Celeste: N°1 - Morte e Immortalità ”

lunedì 21 novembre 2011

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DOMANDA: Si dice che la vita post-mortem passi in un primo stadio sul piano astrale ed in seguito sul piano mentale. Noi vorremmo sapere se tutte le persone senza eccezione sono coscienti sul piano mentale dopo la morte o al contrario lo vivono inconsciamente. Questo non implica forse una vita cosciente sul piano mentale inferiore o superiore durante l'incarnazione che ha preceduto la morte?



RISPOSTA: Per rispondere alla domanda dirò che morirete nel modo in cui avete vissuto. Vale a dire che se avete vissuto senza coscienza ebbene sarete un morto senza alcuna coscienza, se siete stato un discepolo attivo, se siete stato qualcuno che, ogni volta tentava di sviluppare il risveglio della propria coscienza, quando lascerete la materia, automaticamente sarete qualcuno con questa conoscenza e capacità e potrete lavorare con le zone di coscienza ottenute grazie alle esperienze nella materia.


Non si può dire che cos'è la morte perché infatti, se ci si pone nella visione delle guide, nella visione della verità, non c'è differenza tra lo stato che dà la vita fisica e lo stato che comporta ciò che si può definire la morte.

La sola differenza, è che un giorno avete un vestito e l'indomani non l'avete più. Ma la coscienza resta esattamente la stessa esattamente in simbiosi con ciò che è stata a seconda della sua esperienza nella materia. Quindi non c'è in effetti uno stato di coscienza prima della vita, uno stato di coscienza durante la vita, uno stato di coscienza dopo la vita dunque durante la morte. Tutta la coscienza è esattamente la stessa dall'inizio alla fine, dalla sua prima incarnazione fino all'ultima.

Qual è l'unica differenza?

Ebbene l'unica differenza è che la nota d'auto-coscienza non ha forzatamente ritrovato tutte le sue sonorità ed anche lo spirito, che è unità, che in effetti ha tutto in lui tranne il sapere, allorché passa nella materia ed attraverso tutte le incarnazioni non fa altro che riscoprire il patrimonio che già possiede. E' per questo che non si può dire che l'uomo muore o che l'uomo conosce una coscienza diversa durante la sua vita o durante la sua morte. E' esattamente la stessa coscienza, la coscienza acquisita con il livello iniziatico.

Ora, quello che sarà interessante sapere è di poter fare qualcosa, sia per coloro che sono già trapassati e che si sapeva non avessero un grande stato di coscienza, sia per coloro che sono in procinto di trapassare e che hanno sviluppato un certo stato di coscienza. Come si può evitare di rimanere troppo a lungo tra i due mondi, ciò che si chiama il passaggio nell'astrale e che tutti conoscono in qualche modo e che richiede tre giorni a tutti i discepoli, anche a tutti gli iniziati, e dopo i tre giorni si può sia ritornare nella materia come ha dimostrato Gesù (trasposto nel Cristo) sia partire verso il divino come hanno fatto altri iniziati dopo la loro morte.Se voi stessi, siete in punto di morte, sia che siate al volante della vostra auto, in qualsiasi circostanza vi troviate, o che sia semplicemente nel vostro letto, quando sentite molto bene che è venuto il momento, immediatamente concentratevi, anche se solo per tre secondi, io vi dico che anche questo funziona,

concentratevi, allineatevi con la vostra anima e dite:" io sono quello, io sono lo spirito, io sono l'anima". E vedrete che al momento del trapasso vi sembrerà non di morire ma semplicemente di abbandonare l'involucro che è il corpo ed automaticamente nella zona della coscienza superiore che scoprirete, la vostra Guida sarà li e vi darà immediatamente del lavoro da fare. Che lavoro? Ebbene per esempio, partecipare alla nuova era, alla costruzione di nuovi metodi di guarigione, alla costruzione di nuovi edifici per ispirare gli architetti, per ispirare questo, per ispirare quello o lavorare a delle trasformazioni energetiche più lontano, il lavoro non manca. E allo stesso tempo la morte non sarà un

passaggio, in verità la morte non è un passaggio, anche se non si crede alla morte o a quello che si dice essere semplicemente il passaggio dalla materia allo spirito, anche questo è falso, non è un passaggio.

C'è semplicemente un momento dove esiste un vestito ed un momento dove non esiste più e il passaggio là non esiste, perché il passaggio o ciò che si potrebbe definire passaggio, ebbene esiste sempre. Se si crede che esista durante la morte, bisogna anche credere che esista durante la vita ed immaginare il processo in senso inverso ed avere tanto paura di nascere quanto paura di morire e provare tanto dolore nel nascere quanto nel morire. Pensateci. Se credete ad un passaggio non voglio togliervi quest'immagine, pensate pure che siete venuti per questo stesso passaggio. Ma io vi dico: che non esiste passaggio, è lo spirito che si diverte e che prende un guanto e che lo lascia ne prende un'altro e lo lascia cadere di nuovo. 


Estratto dal Quaderno n°15  Morte e Immortalita'

domenica 13 novembre 2011

Il risveglio della Coscienza

[...] Il momento della morte è un momento di grande alchimia, è una potente meditazione. Quando un individuo è pronto a morire entra in qualcosa che potremmo definire come tunnel; penso che ne avrete già udito parlare. Questo tunnel è costituito da tutte le azioni e da tutti i pensieri che l'individuo ha fatto non soltanto nella vita che ha concluso ma anche in quelle precedenti. Più questo tunnel è lungo e tanto più
questo individuo ha pensato e agito per esteriorizzare se stesso. Questo significa che la sua energia dovrà spendere se stessa nel percorrere il tunnel, si dovrà esaurire a causa della lunghezza di quel tunnel. E quando questo individuo se ne uscirà dal tunnel non avrà più alcuna energia a sua disposizione e se ne cadrà addormentato. E' questo il vero aspetto della morte che incute timore. Per l'individuo, che ha molto agito, molto parlato e molto pensato, ma lo ha fatto mantenendosi ancorato al suo centro, sia pensando che agendo e facendone partecipi gli altri, il tunnel sarà alquanto breve. L'energia della sua anima non si esaurirà nel tunnel e quando se ne uscirà fuori avrà milioni di volte in più l'energia che disponeva mentre era incarnato.
Uscendo con tutte queste energie il suo Principio Spirituale potrà avvicinarsi e fondersi con lui.
Il Principio Spirituale non può invece avvicinarsi se vede uscire un anima che non vibra a sufficienza; non gli si avvicina perché teme di bruciare il suo essere, esattamente come il Sole non si avvicina troppo alla Terra perché ne resterebbe bruciata. [...]

Tratto da "Morte e Immortalita'" Quaderno n° 12









lunedì 7 novembre 2011

Testimonianze

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Il mio distacco dal corpo e' stato dolce, come un sonno:sono passato dal buio alla luce piu' abbagliante.Ho sentito tanto calore e tanto benessere. Era incomprensibile tutto quel benessere e quella gioia: non capivo tutto il vostro daffare:vi avrei voluto gridare:Sono qui,non mi vedete?
Molti di noi sono stati privilegiati; e'. la morte un meraviglioso passaggio senza dolore,senza drammi: e' come se voi passaste da una stanza buia e fredda in un altra piena di luce,calore,pace e armonia.
Un grande amore ha pervaso tutto il mio essere: questa e' felicita'.e' una realta' mai immaginata. Solo il vostro dolore era insopportabile.

Qui c'e' solo gioia. Sono le vostre debolezze umane che ci disturbano, i vostri malintesi con qualsiasi persona tra di voi. C'e' tanta imperfezione nel vostro modo di vivere! Date spazio all'amore e alla tolleranza.

E' un modo di vivere speciale: sono circondato da tantissimi amici. Poi c'e' una persona in particolare che mi e' venuta incontro raggiante. Felice piena di amore: e' nonna. Non puoi immaginare che momento sublime e commovente. Mi ha amato e mi ama molto.
Sai, mi dice: Questa nostra gioia ha un grande prezzo per i tuoi genitori. Per Barbara e per tuo nonno. Ma un giorno saremo di nuovo tutti insieme....
Ci e' incomprensibile il vostro dolore: e' per questo che soffriamo.
Come possiamo farvi capire? E' impossibile.

Era questa la vita che cercavo. Sono tanto bella perche sono felice ed ho il cuore pieno d'amore per voi. Per i miei fratelli, per il creato, per Dio: sono un trionfo d'amore: perche' voi piangete?

La nosta evoluzione e' ogni giorno sempre piu' importante.stiamo salendo dove la luce e' sempre piu' smagliante.
Per ognuno di noi e' stato difficile dimenticare qualche cosa che ci legava alla materia ma, superato questo traguardo, ci eleviamo sempre piu' in alto.
Voi, con il vostro amore e serenita', ci siete di grande aiuto.

Siamo come palloncini ben stretti da una mano; cosi' e' il vostro dolore, per noi. Quando i vostri cuori si liberano dall'angoscia, allora il filo si spezza e noi saliamo sempre piu' in alto, aumentando sempre di piu' il nostro amore per voi.


Pero' meno angoscia: mi limita. Se tu non accetti io non posso salire. Come possiamo salire felici quando voi ci trattenete con il vostro dolore?
Poi fate un'altro errore. Pensate: Se lei sale mi abbandona.
Sta qui il vostro errore! Piu' saliamo e piu' diventeremo forti. Vi ha forse dimenticato Dio che sta all'apice di tutto? O forse il suo amore non e' grande e infinito! Ditemi: come si vede meglio un luogo. Standogli vicino oppure guardandolo dall'alto?
Sono sommersa dal tuo amore, pero' deve essere piu' dolce e riposante: cosi' e ' morboso.

Volete sapere com'e' il mio mondo? Non ci sono colori per dipingerlo, non ci sono note per descrivere la sua musica, non c'e' luce pari alla sua, non conoscete amore piu' grande. Il vostro sole al confronto e' spento.
Non potete capire non, non ne avete i sensi. E' tutto al di sopra ogni immaginazione. Sono felice, molti amici dividono con me questa beatitudine. Emiliano mi e' venuto a prendere, ci siamo abbracciati, siamo di nuovo insieme. Potete capirmi? Per amore, ditemi di si.

Tratto da Storie di Vita e d'Infinito. Al di La della Morte

sabato 5 novembre 2011

Il primo passo verso la liberta'

La morte è solo un metodo per riconcentrare l’energia, prima di rinnovare l’attività,
che tende sempre e senza sosta al miglioramento.
...per l’anima prendere forma e quindi immergersi in essa, e morire, sono sinonimi.
Il terrore e la morbosità evocati normalmente dal pensiero della morte, e la renitenza
ad affrontarlo a dovere per comprenderlo, sono dovuti all’importanza che si annette al
corpo fisico, con il quale è tanto facile identificarsi; ma è anche basato sul timore innato
della solitudine e della perdita di ciò che è familiare. Eppure, la solitudine sperimentata
dopo la morte, allorché ci si trova privi di corpo fisico, è nulla se paragonata a quella che 
ci coglie alla nascita. Qui l’anima si ritrova in un ambiente nuovo e confinata in un corpo
ancora inadatto per badare a se stesso, e per lungo tempo anche incapace di stabilire
contatti intelligenti con le circostanze. L’uomo nasce senza memoria dell’identità o
dell’importanza del gruppo di anime incarnate con cui si trova in rapporto; questo
isolamento scompare a poco a poco solo quando egli avvia suoi propri rapporti personali,
scopre individui congeniali e raccoglie attorno a sé un gruppo di uomini che chiama amici.
Ma dopo la morte non è così, poiché dall’altra parte del velo ritrova coloro che gli sono
noti e gli sono stati accanto nella vita terrena, e quindi non è mai solo, almeno nel senso
che si intende di norma la solitudine; inoltre è conscio di quelli che ancora vivono
incarnati; può vederli, può sentirne le emozioni e persino i pensieri, poiché non è più
impedito dal cervello fisico, che agisce come deterrente. Se gli uomini fossero più saggi,
temerebbero assai più la nascita che la morte, poiché quella getta davvero l’anima in
carcere, mentre questa è il primo passo verso la libertà.

Tratto da " Morte, la grande avventura "

mercoledì 2 novembre 2011

Entrare nella Gioia!

Ascolta questo messaggio.
Se tu conoscessi il mistero immenso del cielo
dove ora vivo;
se tu potessi vedere e sentire
ciò che io vedo e sento in questi orizzonti senza fine,
e in quella luce che tutto investe e penetra.
Sono ormai assorbita dall’incanto di Dio,
dalla sua sconfinata bellezza.
Le cose di un tempo
sono così piccole e meschine al confronto.
Mi è rimasto l’affetto per te, una tenerezza
che non hai mai conosciuto.
Ci siamo visti e amati nel tempo:
ma tutto era allora fugace e limitato.
Ora vivo nella serena speranza
e nella gioiosa attesa del tuo arrivo tra noi.
Tu pensami così.
Nelle tue battaglie, orièntati a questa meravigliosa casa
dove non esiste la morte e dove ci disseteremo insieme,
nell’anelito più puro e più intenso,
alla fonte inestinguibile della gioia e dell’amore.

Sant’Agostino

sabato 22 ottobre 2011

Il risorgere della spiritualita'

DOMANDA: Si dice che la vita post-mortem passi in un primo stadio sul piano astrale ed in seguito sul  piano mentale. Noi vorremmo sapere se tutte le persone senza eccezione sono coscienti sul piano mentale
dopo la morte o al contrario lo vivono inconsciamente. Questo non implica forse una vita cosciente sul  piano mentale inferiore o superiore durante l'incarnazione che ha preceduto la morte?


RISPOSTA: Per rispondere alla domanda dirò che morirete nel modo in cui avete vissuto. Vale a dire che se
avete vissuto senza coscienza ebbene sarete un morto senza alcuna coscienza, se siete stato un discepolo
attivo, se siete stato qualcuno che, ogni volta tentava di sviluppare il risveglio della propria coscienza,
quando lascerete la materia, automaticamente sarete qualcuno con questa conoscenza e capacità
e potrete lavorare con le zone di coscienza ottenute grazie alle esperienze nella materia.
Non si può dire che cos'è la morte perché infatti, se ci si pone nella visione delle guide, nella visione della
verità, non c'è differenza tra lo stato che dà la vita fisica e lo stato che comporta ciò che si può definire la  morte.
La sola differenza, è che un giorno avete un vestito e l'indomani non l'avete più. Ma la coscienza      resta
esattamente la stessa esattamente in simbiosi con ciò che è stata a seconda della sua esperienza nella
materia. Quindi non c'è in effetti uno stato di coscienza prima della vita, uno stato di coscienza durante la
vita, uno stato di coscienza dopo la vita dunque durante la morte. Tutta la coscienza è esattamente la stessa
dall'inizio alla fine, dalla sua prima incarnazione fino all'ultima.
Qual è l'unica differenza?
Ebbene l'unica differenza è che la nota d'auto-coscienza non ha forzatamente ritrovato tutte le sue sonorità
ed anche lo spirito, che è unità, che in effetti ha tutto in lui tranne il sapere, allorché passa nella materia ed
attraverso tutte le incarnazioni non fa altro che riscoprire il patrimonio che già possiede. E' per questo
che non si può dire che l'uomo muore o che l'uomo conosce una coscienza diversa durante la sua vita o
durante la sua morte. E' esattamente la stessa coscienza, la coscienza acquisita con il livello iniziatico.
Ora, quello che sarà interessante sapere è di poter fare qualcosa, sia per coloro che sono già trapassati e che
si sapeva non avessero un grande stato di coscienza, sia per coloro che sono in procinto di trapassare e che
hanno sviluppato un certo stato di coscienza. Come si può evitare di rimanere troppo a lungo tra i due
mondi, ciò che si chiama il passaggio nell'astrale e che tutti conoscono in qualche modo e che richiede tre
giorni a tutti i discepoli, anche a tutti gli iniziati, e dopo i tre giorni si può sia ritornare nella materia come ha
dimostrato Gesù (trasposto nel Cristo) sia partire verso il divino come hanno fatto altri iniziati dopo la loro
morte.[...]
se voi stessi, siete in punto di morte, sia che siate al volante della vostra auto, in qualsiasi circostanza vi
troviate, o che sia semplicemente nel vostro letto, quando sentite molto bene che è venuto il momento,
immediatamente concentratevi, anche se solo per tre secondi, io vi dico che anche questo funziona,
concentratevi, allineatevi con la vostra anima e dite:" io sono quello, io sono lo spirito, io sono l'anima".
E vedrete che al momento del trapasso vi sembrerà non di morire ma semplicemente di abbandonare
l'involucro che è il corpo ed automaticamente nella zona della coscienza superiore che scoprirete, la vostra
Guida sarà li e vi darà immediatamente del lavoro da fare.
Che lavoro?
Ebbene per esempio, partecipare alla nuova era, alla costruzione di nuovi metodi di guarigione, alla
costruzione di nuovi edifici per ispirare gli architetti, per ispirare questo, per ispirare quello o lavorare a
delle trasformazioni energetiche più lontano, il lavoro non manca. E allo stesso tempo la morte non sarà un
passaggio, in verità la morte non è un passaggio, anche se non si crede alla morte o a quello che si dice
essere semplicemente il passaggio dalla materia allo spirito, anche questo è falso, non è un passaggio.
C'è semplicemente un momento dove esiste un vestito ed un momento dove non esiste più e il passaggio là
non esiste, perché il passaggio o ciò che si potrebbe definire passaggio, ebbene esiste sempre. Se si crede
che esista durante la morte, bisogna anche credere che esista durante la vita ed immaginare il processo in
senso inverso ed avere tanto paura di nascere quanto paura di morire e provare tanto
dolore nel nascere quanto nel morire. Pensateci.
Se credete ad un passaggio non voglio togliervi quest'immagine, pensate pure che siete venuti per questo
stesso passaggio. Ma io vi dico: che non esiste passaggio, è lo spirito che si diverte e che prende un guanto e
che lo lascia ne prende un'altro e lo lascia cadere di nuovo.
La paura è semplicemente, un fenomeno psicologico e più tardi sarà trattata come un problema psichiatrico,
poiché oggi ci sono molti comportamenti che si definiscono psico-affettivi ma si vedrà più tardi che, in
realtà, sono dei soggetti con problemi psichiatrici profondi e gravi che bisognerà guarire rimettendo in
causa, la nozione di ragione e di follia.[...]

 Estratto dal Quaderno n°15: Il risorgere della Spiritualità - Morte e Immortalita'

sabato 15 ottobre 2011

Nostalgia

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Ci sale un nodo alla gola ed una profonda nostalgia nel prendere in mano gli oggetti, i libri che la persona ha
posseduto e letto, nell’accarezzare i vestiti che tante volte le abbiamo visto indossare, nel risentire la sua
musica preferita o ritornare nei luoghi che abbiamo visitato con lei. Vorremmo abbracciarla, guardarla negli
occhi ma non e’ piu’ possibile allora lacrime di dolcezza ci accarezzano il viso.”

“Dolci esseri, la vostra difficolta’ consiste nel vedervi solo come corpo fisico: questo vale sia nei confronti
di voi stessi che degli altri.
Come percepite i vostri cari quando occupano un corpo fisico, sara’ come li percepirete dopo che l’hanno
lasciato ed allo stesso modo come vi percepite e vi vedete ora che siete in un corpo fisico, influenzera’ il
vostro modo di sentire dopo che l’avrete lasciato. Esaminate con attenzione a che livello vivete la relazione
con i vostri cari, a quali livelli comunicate e scoprirete delle meraviglie! Si’, perche’ se riflettete potete
constatare che comunicate con le persone che vivono vicino a voi piu’ a livello sottile di quanto pensate!
Vi sono infatti care piu’ le parole non dette, quelle che avete sentito con l’orecchio interiore, vi ricordate con
grande intensita’ le sensazioni che avete percepito a livello dello Spirito! Quanto avete gioito quando avete
pensato la stessa cosa nello stesso momento! Poi, misteriosamente, quando il vostro caro lascia il corpo
fisico, pensate di aver perso l’unico mezzo di comunicazione dimenticandovi di quanto il vostro dialogo, il
vostro vivere insieme si svolgesse a livello sottile e di sensi interiori!
Se vi ricordate di questo, vi possiamo assicurare che la presenza del vostro caro potra’ essere piu’ viva che
mai, al di la’ di ogni aspettativa poiche’ la sua essenza divina, liberata dal corpo fisico, puo’ comunicare con
voi molto piu’ facilmente! Sapete bene che il corpo fisico in se’ stesso e’ un mezzo molto limitato ma che
pero’ vi consente di accedere all’Essenza Divina, che in esso risiede, attraverso la quale potete comunicare
in modo illimitato. Dolci esseri, quante volte avete detto: ‘...in questa occasione le parole sono inutili...’
poiche’ in realta’ avete lasciato parlare la vostra voce interiore che ha detto il necessario; voi dimorate molto
nello Spirito senza rendervene conto!
Quando il vostro caro lascia il corpo fisico, vi dimenticate che nei momenti piu’ intimi e veri, avete
comunicato su altri canali che ora sono molto piu’ aperti di prima. Osservate i suoi oggetti ed i suoi vestiti?
Prendeteli in mano, utilizzateli per sentire le sue energie, essi vi possono aiutare a dimorare in lui!
E questa persona dove poi dimora se non in voi stessi, nella stanza del vostro cuore, nel Sacro Tempio
Interiore dove il vostro Se’ dimora e si manifesta? Siano allora tutti i vostri ricordi, con le lacrime della
nostalgia, a condurvi nel vostro piu’ luminoso ed intimo spazio da dove il vostro caro non si e’ mai
allontanato! Siate sempre consapevoli di quando comunicate a livello sottile: se lo riconoscete, potrete
continuare a comunicare sempre in questa modalita’.
Vi rendete conto che voi non utilizzate mai solo il canale puramente fisico per ascoltare, parlare e sentire?
In realtà il vostro corpo fisico e’ l’unico strumento, nella dimensione in cui siete, che vi permette di
accedere allo Spirito, all’Essenza Divina che e’ in voi da cui utilizzate i sensi sottili che sono un’estensione
di quelli fisici.
Dimorando in questa consapevolezza, potrete superare l’illusoria limitazione della mancanza del corpo
fisico.
Quando vi manca proprio questo aspetto e desiderate una carezza, un’abbraccio del vostro caro, pensatelo
intensamente, aprendo le porte del vostro cuore e poi chiudete gli occhi, senza piu’ pensare a nulla.
Lo sentirete vicino, lo potrete anche visualizzare, non in un contesto ormai finito, ma come e’ ora, radioso e
splendente con la sua essenza divina che lo avvolge di luce!”

“E se si hanno delle sensazioni che dicono che la persona ha difficolta’ a raggiungere la luce e che magari
dimora in dimensioni non elevate? Questo riempie di angoscia, di paura e rende impotenti.
Se si provano sensazioni di questo tipo (sia che siano veritiere o no) si ha molta piu’ difficolta’ a sentire la
persona nel proprio cuore, ad avvicinarla con i sensi interiori. Cosa si puo’ fare in questa situazione?”

“Dolci esseri, potete sempre pregare per i vostri cari e visualizzarli che, avvolti dalla luce, si dirigono verso
un portale che li conduce a casa: questo e’ comunque molto efficace. Siate pero’ sempre convinti che il
vostro caro dimora presso Dio, nella beatitudine, non fatevi mai prendere da queste paure poiche’ generate
energie che lo danneggiano. Dove sia la sua coscienza non vi deve interessare. La sua Essenza Divina e’
comunque presso Dio e quella voi contattate. Possiamo inoltre garantirvi che ci sono degli esseri che hanno
il compito di recarsi nelle basse dimensioni di coscienza per aiutare le entita’ a ritornare nella luce, al posto
che compete loro. Eventualmente quindi, non e’ che questione di tempo ma tutti ritornano sempre presso
Dio, unendosi ai loro Se’. Il pensare il vostro caro nella luce e come luce, rispecchia sempre il vero, al di la’
della nozione del tempo molto diversa da quella che c’e’ sulla Terra. Non chiedetevi mai: ‘Si sara’
reincarnato sulla Terra, dove sara’ ora?’ Se queste domande o altri dubbi dovessero affiorare alla vostra
consapevolezza, pregate Dio affinche’ possiate esserne liberati e pregate anche il vostro caro di aiutarvi.

tratto da I quaderni della Stazione Celeste: N°1 - Morte e Immortalità

mercoledì 12 ottobre 2011

E' bella la strada che porta a casa

Cara Mamma ad un anno di distanza dal tuo ingresso nel mondo spirituale ci ricorderemo, come sempre ma specialmente in questo giorno di anniversario, del tuo sorriso e della tua voglia di vivere
che  ci sapevi trasmettere e che sicuramente  continui a trasmettere per la gioia e la fortuna di tutti coloro che adesso ti sono accanto e condividono con te la tua nuova vita.  Preghiamo perche' tu ci protegga dal cielo e ci accompagni verso i nostri destini.
Ciao Mamma                                                                                                                                                        

mercoledì 5 ottobre 2011

Il Passaggio


Lo spirito comunicante così comincia il suo messaggio:
«Desidero iniziare la mia narrazione dal giorno in cui esulai dal corpo nella
mia camera in Blankville. Io ero consapevole del grande dolore che straziava
l’anima dei miei figli, e mi rattristavo di non essere in grado di rivolgere loro
la parola.
«A un dato momento, mi accadde di avvertire in me un cambiamento mal
compreso, e fui colto da una strana sensazione, che per quanto nuova, era in
certo modo analoga al senso che si prova quando ci si risveglia
repentinamente dopo un sonno profondo. A tutta prima non mi resi conto
della situazione in cui mi trovavo; ma gradatamente divenni consapevole
dell’ambiente che mi circondava, così come avviene al risveglio dal sonno, e
vidi me stesso giacere quieto ed immobile nel letto; circostanza che mi riempì
di stupore, giacché ero ben lungi dall’immaginare di essere morto. Dopo
qualche tempo, divenendo sempre più sveglio, mi accorsi che accanto a me
stava mia moglie defunta, la quale mi sorrideva con espressione di raggiante
felicità. Quel nostro incontro avveniva dopo una lunga separazione, e fu lei
che mi partecipò la nuova stupefacente che io ero morto, e che mi trovavo con
lei in ambiente spirituale. Mi disse che da parecchi giorni vegliava al mio
capezzale, in attesa di accogliere il mio spirito e di condurlo nella celeste
dimora.
«Mi sentivo sempre più rinvigorito di una vitalità nuova, come se tutte le mie
facoltà rientrassero in un periodo di grande attività, dopo il lungo torpore
sofferto... Era un sentimento di beatitudine difficile a descrivere... Mi pareva
di essere divenuto parte integrante dell’ambiente che mi circondava. Quindi
mia moglie mi prese ambo le mani, e così uniti ci elevammo attraverso il
soffitto, salendo in alto, sempre più in alto nello spazio; ma per quanto io mi
fossi molto allontanato dall’ambiente terreno, continuavo ad essere
consapevole di quanto avveniva a casa mia. Vedevo mia figlia straziata da un
immenso dolore, e tale suo stato d’animo pareva interporsi come una fosca
nube tra me e lei, e s’insinuava nel mio essere provocando un sentimento
penoso di torpore. Desidero si sappia che le crisi di dolore eccessivo al letto di
morte, si convertono in una grande barriera che s’interpone fra i viventi che
ne sono straziati e lo spirito del defunto per il quale essi piangono. E si tratta
di una barriera reale e insormontabile, attraverso la quale noi non possiamo
entrare in rapporto con chi si dispera per la nostra morte. Non solo, ma le
crisi di dolore esagerato vincolano gli spiriti disincarnati all’ambiente terreno,
ritardandone l’ingresso nel mondo spirituale; giacché se con la morte cessa
ogni rapporto tra gli spiriti dei defunti e l’organismo fisico dei viventi, per
converso, gli spiriti dei defunti divengono estremamente sensibili alle
vibrazioni del pensiero dei loro cari. Consiglio pertanto i viventi che hanno
perduto un loro congiunto - non importa quanto sia grande la loro perdita e
legittimo il loro dolore - di dimostrarsi forti a qualunque costo, soffocando
ogni espressione di cordoglio e mostrandosi con volto sereno ai suoi funerali.
Così comportandosi essi apporteranno un grande miglioramento
nell’atmosfera fluidica che li circonda, giacché la serenità nei cuori e sui volti
dei nostri cari, irradia vibrazioni luminose che ci attraggono, come la farfalla e'
attratta da un raggio di luce nella notte, mentre il dolore irradia vibrazioni
fosche ed esiziali per noi, le quali assumono apparenza di una nube tenebrosa
che avvolge i nostri cari. Ricordatevi che noi siamo sensibilissimi alle
impressioni vibratorie che arrivano fino a noi col dolore dei nostri congiunti;
il che si realizza in quanto i nostri “corpi eterici” sono intonati a un’altissima
scala vibratoria, che non ha nulla assolutamente di comune con la scala
vibratoria dei “corpi carnali”...
«Qui non si adopera la parola per conversare. Noi percepiamo i pensieri negli
occhi di chi conversa con noi; e questi, a sua volta percepisce nei nostri occhi i
nostri pensieri. In tal guisa noi afferriamo il senso della conversazione altrui
in guisa integrale e perfetta; ciò che non può realizzarsi in terra...
«Appena giunsi in ambiente spirituale, provai subito il senso di trovarmi a
casa mia. Erano venuti ad accogliermi parenti amici e conoscenti; e tutti
facevano a gara per congratularsi con me che finalmente ero giunto in porto.
Era pertanto naturale che mi trasfondessero il sentimento di trovarmi
realmente a casa mia. Per adattarmi al nuovo ambiente mi occorse minor
tempo di quel che mi sarebbe occorso in terra per adattarmi a un
cambiamento di sede...
«Qui è molto facile procurarsi le cose che si desiderano: non abbiamo che da
pensarle, per crearle. E così essendo, già si comprende che nessuno può
disobbedire al comandamento di Dio: “Non desiderare la roba del prossimo
tuo”. Qui nulla si compra per denaro, e nulla può esservi che abbia valore per
altri all’infuori di colui che si è creato per uso personale le cose che gli
abbisognano. E tutti possono procurarsi ciò che il vicino possiede, se così
vogliono. Bene inteso che con ciò io mi riferisco esclusivamente agli oggetti
materiali di ogni sorta. Dico “materiali” per farmi intendere, giacché tale
espressione non si adatta alle creazioni eteriche...».

Brano tratto da “la crisi della morte” di Ernesto Bozzano