sabato 7 luglio 2012

il libero arbitrio


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Libera la farfalla che è dentro di te, figlio; fa' che le pesanti catene della materia non imprigionino le tue ali; lascia che il volo della libertà ti trasporti oltre
i tuoi confini; e tutte le domande che sono dentro di te troveranno risposta
__Fabius

La libertà dell'uomo è relativa e cresce proporzionalmente all'evoluzione. Ciò è logico: infatti, se un individuo poco evoluto avesse una grande libertà, muoverebbe tante cause che lo soffocherebbero, mentre - essendo la libertà proporzionale all'evoluzione, e cioè alla coscienza - esiste un controllo naturale che restringe il campo di azione degli inevoluti in modo che questi possono muovere solo tante cause da non restare soffocati. Ma dire che la libertà dell'uomo non è assoluta, non significa che l'uomo non abbia alcuna libertà. Libertà assoluta vuol dire assenza di ogni e qualunque limitazione, come assenza di libertà vuol dire assoluta coercizione. Fra questi due estremi è compresa la libertà dell'individuo dal suo manifestarsi nel piano Fisico come cristallo, all'apice della sua evoluzione come superuomo. Non solo, ma se esaminiamo la libertà di un uomo di media evoluzione, vediamo che esiste egualmente questa scala data da:
1) Azioni che egli compie (o subisce) irrevocabilmente per karma, cioè per gli effetti delle cause che egli ha mosse in precedenti incarnazioni (assenza di libertà).
2) Azioni che egli compie per sua libertà relativa, per le quali la scelta è stata influenzata da una necessità (libertà spuria).
3) Azioni che egli compie, sempre nell'ambito della sua libertà relativa, ma al di fuori di qualunque influenza (libertà pura).
Libertà pura, naturalmente, non vuol dire assoluta. Per essere assolutamente libero, l'uomo - come prima è stato detto - non dovrebbe subire alcuna influenza in tutte le decisioni da prendersi, mentre la libertà pura si riflette in una, o poco più, decisioni prese al di fuori delle influenze. Solo nell'uomo massimamente evoluto la libertà pura si identifica con la libertà assoluta, in quanto tutte le decisioni sono prese al di fuori di ogni influenza. Riassumendo: la libertà in genere è la possibilità che ha l'individuo di mettere in atto certi suoi proponimenti. Questa libertà può essere goduta in misura diversa, cioè essere assoluta o relativa. La libertà è sempre un attributo in quanto non esiste in modo a sé stante. La libertà è una conseguenza dell'evoluzione; quanto più l'individuo è evoluto, tanto più è libero. La legge di evoluzione, invece esiste in modo a sé stante. La libertà è un attributo dell'evoluzione. E' assolutamente libero chi non patisce di alcuna limitazione. Le limitazioni possono essere di ordine intimo: mancanza di capacità; oppure di ordine esterno: impedimenti alla realizzazione di un proponimento. Ad esempio: si può avere la capacità di scrivere un romanzo, ma non avere il tempo per farlo (limitazione esterna). La misura della libertà si determina nell'attimo in cui l'individuo si propone di fare qualcosa. Ad esempio: fino a che non ci si proporrà di volare non si determinerà la limitazione che sorge dal non avere questa possibilità. L'assenza di desiderio rende l'individuo indeterminatamente libero. Assenza di limitazione significa anche non essere sottoposti ad alcuna influenza. Tale condizione si realizza in due soluzioni: l'una negativa, l'altra positiva; cioè è assolutamente libero l'individuo che è posto in un ambiente interiore ed esteriore di vuoto assoluto, o l'individuo che ha presente, con eguale intensità, il Tutto. Il libero arbitrio, quindi, non esiste in modo assoluto per l'uomo, in quanto egli è influenzato da innumerevoli fattori d'ordine intimo ed esterno. L'uomo ha un libero arbitrio relativo, in quanto gode di una libertà relativa. Il fatto che l'uomo sia sottoposto ad alcune influenze e limitazioni, non vuol dire che l'uomo sia privo di ogni e qualsiasi libertà, bensì che l'uomo non gode della libertà assoluta.
Tratto da: -Dai mondi invisibili- Cerchio Firenze 77

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