mercoledì 5 ottobre 2011

Il Passaggio


Lo spirito comunicante così comincia il suo messaggio:
«Desidero iniziare la mia narrazione dal giorno in cui esulai dal corpo nella
mia camera in Blankville. Io ero consapevole del grande dolore che straziava
l’anima dei miei figli, e mi rattristavo di non essere in grado di rivolgere loro
la parola.
«A un dato momento, mi accadde di avvertire in me un cambiamento mal
compreso, e fui colto da una strana sensazione, che per quanto nuova, era in
certo modo analoga al senso che si prova quando ci si risveglia
repentinamente dopo un sonno profondo. A tutta prima non mi resi conto
della situazione in cui mi trovavo; ma gradatamente divenni consapevole
dell’ambiente che mi circondava, così come avviene al risveglio dal sonno, e
vidi me stesso giacere quieto ed immobile nel letto; circostanza che mi riempì
di stupore, giacché ero ben lungi dall’immaginare di essere morto. Dopo
qualche tempo, divenendo sempre più sveglio, mi accorsi che accanto a me
stava mia moglie defunta, la quale mi sorrideva con espressione di raggiante
felicità. Quel nostro incontro avveniva dopo una lunga separazione, e fu lei
che mi partecipò la nuova stupefacente che io ero morto, e che mi trovavo con
lei in ambiente spirituale. Mi disse che da parecchi giorni vegliava al mio
capezzale, in attesa di accogliere il mio spirito e di condurlo nella celeste
dimora.
«Mi sentivo sempre più rinvigorito di una vitalità nuova, come se tutte le mie
facoltà rientrassero in un periodo di grande attività, dopo il lungo torpore
sofferto... Era un sentimento di beatitudine difficile a descrivere... Mi pareva
di essere divenuto parte integrante dell’ambiente che mi circondava. Quindi
mia moglie mi prese ambo le mani, e così uniti ci elevammo attraverso il
soffitto, salendo in alto, sempre più in alto nello spazio; ma per quanto io mi
fossi molto allontanato dall’ambiente terreno, continuavo ad essere
consapevole di quanto avveniva a casa mia. Vedevo mia figlia straziata da un
immenso dolore, e tale suo stato d’animo pareva interporsi come una fosca
nube tra me e lei, e s’insinuava nel mio essere provocando un sentimento
penoso di torpore. Desidero si sappia che le crisi di dolore eccessivo al letto di
morte, si convertono in una grande barriera che s’interpone fra i viventi che
ne sono straziati e lo spirito del defunto per il quale essi piangono. E si tratta
di una barriera reale e insormontabile, attraverso la quale noi non possiamo
entrare in rapporto con chi si dispera per la nostra morte. Non solo, ma le
crisi di dolore esagerato vincolano gli spiriti disincarnati all’ambiente terreno,
ritardandone l’ingresso nel mondo spirituale; giacché se con la morte cessa
ogni rapporto tra gli spiriti dei defunti e l’organismo fisico dei viventi, per
converso, gli spiriti dei defunti divengono estremamente sensibili alle
vibrazioni del pensiero dei loro cari. Consiglio pertanto i viventi che hanno
perduto un loro congiunto - non importa quanto sia grande la loro perdita e
legittimo il loro dolore - di dimostrarsi forti a qualunque costo, soffocando
ogni espressione di cordoglio e mostrandosi con volto sereno ai suoi funerali.
Così comportandosi essi apporteranno un grande miglioramento
nell’atmosfera fluidica che li circonda, giacché la serenità nei cuori e sui volti
dei nostri cari, irradia vibrazioni luminose che ci attraggono, come la farfalla e'
attratta da un raggio di luce nella notte, mentre il dolore irradia vibrazioni
fosche ed esiziali per noi, le quali assumono apparenza di una nube tenebrosa
che avvolge i nostri cari. Ricordatevi che noi siamo sensibilissimi alle
impressioni vibratorie che arrivano fino a noi col dolore dei nostri congiunti;
il che si realizza in quanto i nostri “corpi eterici” sono intonati a un’altissima
scala vibratoria, che non ha nulla assolutamente di comune con la scala
vibratoria dei “corpi carnali”...
«Qui non si adopera la parola per conversare. Noi percepiamo i pensieri negli
occhi di chi conversa con noi; e questi, a sua volta percepisce nei nostri occhi i
nostri pensieri. In tal guisa noi afferriamo il senso della conversazione altrui
in guisa integrale e perfetta; ciò che non può realizzarsi in terra...
«Appena giunsi in ambiente spirituale, provai subito il senso di trovarmi a
casa mia. Erano venuti ad accogliermi parenti amici e conoscenti; e tutti
facevano a gara per congratularsi con me che finalmente ero giunto in porto.
Era pertanto naturale che mi trasfondessero il sentimento di trovarmi
realmente a casa mia. Per adattarmi al nuovo ambiente mi occorse minor
tempo di quel che mi sarebbe occorso in terra per adattarmi a un
cambiamento di sede...
«Qui è molto facile procurarsi le cose che si desiderano: non abbiamo che da
pensarle, per crearle. E così essendo, già si comprende che nessuno può
disobbedire al comandamento di Dio: “Non desiderare la roba del prossimo
tuo”. Qui nulla si compra per denaro, e nulla può esservi che abbia valore per
altri all’infuori di colui che si è creato per uso personale le cose che gli
abbisognano. E tutti possono procurarsi ciò che il vicino possiede, se così
vogliono. Bene inteso che con ciò io mi riferisco esclusivamente agli oggetti
materiali di ogni sorta. Dico “materiali” per farmi intendere, giacché tale
espressione non si adatta alle creazioni eteriche...».

Brano tratto da “la crisi della morte” di Ernesto Bozzano


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