sabato 24 settembre 2011

Wilberforce


«Il nostro amico Wilberforce non perviene ancora a scrivere con la dovuta
facilità. Egli non è più tornato in ambiente terreno dal giorno in cui ti si
manifestò per desiderio nostro. Ora è qui nuovamente per narrarti le proprie
impressioni al momento del suo ingresso nel mondo spirituale. Per quanto il
modo in cui vi giunse fosse rude e subitaneo; con tutto ciò il di lui spirito
divenne cosciente molto prima del solito. Ciò in quanto l’amico nostro, anche
nell’esistenza terrena, era vissuto in comunione costante col mondo
spirituale, ed aveva lungamente meditato sulla crisi della morte,
intravedendone le modalità; dimodoché, quando per lui giunse la “Grande
Ora”, non ne fu sorpreso o impressionato, per quanto fosse avvenuta
bruscamente. Egli fu un saggio. Ora ti descriverà per mezzo mio le vicende del
proprio transito nel mondo spirituale.
«Allorché il mio spirito divenne
consapevole di trovarsi in ambiente di vita eterna, io mi vidi circondato da
radiose creature angeliche, le quali venivano ad annunciarmi quanto
misericordiosa si dimostrasse a mio riguardo la clemenza di Dio. Fui
strappato alla vita in modo rude e subitaneo, con la conseguenza che io non
mi ero accorto di trovarmi nel mondo spirituale, fino a quando vidi venirmi
incontro il padre mio, il quale mi spiegò che per quanto io fossi più vivo che
mai, mi trovavo però in quella sezione del mondo spirituale in cui
soggiornano gli spiriti radiosi. A lui si aggiunse quindi la mamma mia; poi mi
venne incontro il purissimo spirito di Keble circondato da un’accolta gloriosa
di altre anime filantropiche che per legge di affinità si accalcavano intorno a
lui che in terra fu il principe dell’amore universale. Furono essi che mi
condussero nella dimora delle mie “guide”, dalle quali appresi ciò che per
primo compito io dovevo prepararmi a compiere, ed era ch’io dovevo mettere
in disparte molte delle dottrine che in terra giudicavo d’importanza vitale.
Oh!
con quale facilità gli spiriti illuminati pongono in disparte le opinione terrene,
anche se tenacemente e appassionatamente professate tutta la vita!
«Furono le mie “guide” che mi esortarono a manifestarmi a te. Esse ne
avevano ricevuto ordine dallo spirito elevatissimo che presiede alle tue sedute
(“Imperator”). Io accondiscesi con trasporto di gioia, ed ora sono più che mai
felice di entrare nuovamente in rapporto col piano terreno dove tanti miei
cari
amici vivono ancora; sebbene, purtroppo, io non potrò mai entrare in
rapporto con essi che nulla sanno, od osteggiano questa grande verità.
Passerà del tempo prima che apprendano qualche cosa in proposito.
«Dal giorno in cui abbandonai il mondo dei viventi, io mi sono intensamente
dedicato ad apprendere ciò che doveva costituire il mio compito spirituale in
questa esistenza di costante progresso, di elevazione sublimata a cui sono
destinato. A quest’ora, con l’aiuto delle mie “guide”, io sono già passato oltre
la prima Sfera spirituale in cui dimorano coloro che sono ancora vincolati ai
viventi dall’amore; come pure tutti coloro che non sono ancora preparati per
elevarsi spiritualmente oltre la prima Sfera celeste. Ivi io mi sono incontrato
con molte anime da me conosciute in vita, dalle quali appresi molte nozioni
che avevo bisogno urgente di conoscere. Il mio compito sarà per qualche
tempo analogo; vale a dire che dovrò adoperarmi a istruire i nuovi arrivati,
fino a quando io non divenga maturo a raggiungere la Sfera spirituale che a
me compete. Analogamente mi sono manifestato a te al fine d’istruirti con
questo messaggio di conforto e di consolazione. Sta di buon animo, amico
mio: l’avvenire che ci attende è radioso!
D. (Moses) - Quante domande avrei da rivolgerti! Le Sfere spirituali sono
dunque analoghe al nostro mondo?
«Analoghe sotto ogni rapporto. Tuttavia la differenza è grande in quanto si
determina un mutamento radicale nelle condizioni di esistenza. Il paesaggio è
assolutamente identico, ma sublimato. Anche noi abbiamo fiori, prati ed
alberi, animali ed uccelli; ma le condizioni di ambiente non sono più fisiche,
con la conseguenza che noi non abbiamo bisogno di nutrirci, e tanto meno di
uccidere per vivere. La materia, come voi la pensate, più non esiste per noi;
quanto ai mezzi di sussistenza noi li assimiliamo con l’aria che respiriamo. I
nostri liberi movimenti non sono più ostacolati dalla materia, come avviene
nel mondo vostro. Noi ci trasportiamo ovunque con un atto di volontà. Come
accade ai bimbi in ambiente terreno, a me pure avviene ogni giorno di
apprendere sempre nuove cognizioni preziose, e mi vado con ciò sempre
meglio adattando all’esistenza spirituale.
D. - L’ambiente che vi circonda, è dunque reale per voi?
R. - Reale, realissimo, ed anche supremamente bello.

studio di Federico Myers
sulle esperienze del rev. William Stainton Moses (Proceedings of the S. P. R., vol. XI pag. 87)

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