giovedì 31 marzo 2011

Liberi di Volare


     Se avete amato la creatura che si è dipartita, non dovete farla soffrire con pensieri, di sofferenza ma portarle della gioia, rammentando comunque che la sofferenza è potenza che trattiene, mentre la gioia è potenza che sprigiona forza e proietta verso le più alte vette. Cosi, se un dolente va al cimitero, nell’ambiente della sepoltura ed ivi si scioglie in pensieri di sofferenza, questi non solo non giungono a segno, non solo danneggiano il superstite, ma danneggiano il procedere dell’anima che si è dipartita, in quanto il trapassato, ormai liberato di una parte del peso, conserva pur sempre un velo di perispirito ed ha la possibilità di seguire il congiunto rimasto. L’assente vede cosi il dolente di fronte a spoglie ormai inutili, trasformate già in parte in energia; rivede ancora le proprie linee fisiche ed una lotta si accende fra il richiamo del rimasto e chi, per volontà divina, deve resistere e procedere oltre. É veramente una lotta impari che dovrà essere vinta dall’anima, ma che lascerà in essa, per lungo tempo, tracce di fatica e di angoscia.
      Se invece il superstite conserva dell’assente un ricordo dolce e lo pensa intento a ricevere il premio della fatica sostenuta ed ultimata (per l’assente la fatica umana rappresentava un peso, ma un peso gioioso, in quanto frutto della capacità creativa dello Spirito che vedeva le proprie creature fiorire col suo contributo), allora, in questa atmosfera di dolcezza, si stabilisce una corrente di armonia ed il superstite percepisce la vicinanza del proprio caro assente, sente un calore attorno a sè che non sa giustificare: sono le energie di ringraziamento inviate dal trapassato. Se voi non siete andati al cimitero e non avete imposto all’assente quel richiamo, quel saliscendi, quella lotta che comunque arresta Il suo moto di evoluzione, ma ne avete ugualmente conservata l’immagine e la presenza nel cuore e nello spirito, oltre che nella mente, voi, con ben differente risultato, lo potete ringraziare spiritualmente per ciò che di sapere, di serenità, di pace, di amore vi ha dato. Questo vostro ringraziamento costituisce una spinta per l’assente a salire più rapidamente verso la meta alla quale tutti gli uomini debbono aspirare. Ricordando il trapassato in pace, in amore, in letizia e soprattutto in attività, voi non solo lo avete aiutato a continuare la salita, ma avete imparato voi stessi a donare ai vostri simili le energie, cosi come l’assente fece a suo tempo con voi, allora fanciulli.

Estratto da "Scintille dall'Infinito"

Nessun commento:

Posta un commento