sabato 3 marzo 2012

Karma


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L'uomo non è nel suo vivere terreno, sottoposto ad alcuna prova, perché le sue "guide" sanno benissimo in anticipo quale fortezza ha l'uomo nel suo animo, quale capacità, quale possibilità ha, o avrebbe, di risolvere una prova. Mi dite voi quale significato può avere l'interpretazione secondo cui la vita dell'uomo è una prova? Prova di che cosa? Una sorta di collaudo, atto ad accertare se l'uomo è ben riuscito?, se la creazione che Dio ha fatto dell'uomo è un'opera compiuta?, oppure se ne è uscito un aborto, forse? Ma Dio non è onniveggente? E se è onniveggente non ha bisogno di mettere alla prova l'uomo, perché sa già se l'uomo supererà o no la prova che appositamente Dio gli manda. Ed allora, quale senso può avere, per noi, l'interpretazione che la vita dell'uomo è una prova? Nessuno. La vita dell'uomo è la sua nascita spirituale. Non v'è bisogno di mettere alla prova l'uomo per vedere se è ben riuscito e quindi supererà positivamente la prova, o se è mal riuscito e quindi non avrà la forza di superarla. Ciò non ha alcun significato! Ma le vicissitudini alle quali va incontro l'uomo sono necessarie per la maturazione spirituale. Ma la macerazione che egli sopporta nella vita di ogni giorno è nettare alla sua nascita spirituale. Questo è il vero senso e la vera interpretazione della vita dell'uomo. Così, ogni dolore che l'uomo incontra nella sua vita non è una prova, perché questa interpretazione è una superstizione che voi dovete abbandonare. Se non abbandonate questa superstizione, il karma non vi sarà mai chiaro. Il karma non è una prova né un castigo. Ma è un'esperienza, una macerazione, che porta come frutto la nascita spirituale dell'uomo. 

Cerchio Firenze 77 

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